•-------------------- .. Stampa del 7 maggio 1981, lucida- voluto ridurre all'osso la sua tema- bcti») segnaJa uno sforzo etico e, lntra mente legando splendore a orrore, tica e il modo di esprimerla (ma insieme, conoscitivo, fondato sul- presa idillio a inferno: to:Oggi tutte le no- nella sua poesia le due cose coinci- l'adesione ai termini atomizzati strc arcadie sono posate sopra de- dono sino a totalmente identificar- del reale, e su una tensione infine positi di armi atomiche: anche nel si), inseguendo un'escmpli6cazio- culminante in due autoritratti mi- intraprende mio Veneto•). E tuttavia un senso ne filosoficae pcrsinodidanica, su nuscoli, uno dircno («picchio stocsiste, ~ esistito, deve esistere an- ogni piano, compreso qucUo for- macato anche se indegno/ di froncora (notevole la triplice distanzia- male e ritmico, qui freddamente te a eccessi immensi di legnoa,), ta ripetizione di questo avverbio di astratto quasi a escludere qual.sia.si l'altro, probabilmente, indiretto, d tempo in Da Ghine, da me già re- possibilità di lasciarsi andare, con con riferimento al canlO XX del Unagran e gistrata in Alfabeto n. 37, dove scarsissime concessioni a una mu- Paradiso: «menti emerse per meriparlavo di questo testo apparso in sicalità che non sia rigorosamemte ti speciali / a battesimi, in crani anteprima su questa rivista nel n. «transmentale». Traiani». Come è noto, Traiano, . . . t. 35) - come esistono appunto le [I plurilinguismo risulta ridotto pur essendo pagano, ebbe il priviInizia I~a colline, o la distrutta osteria «tuor- nel suo spettro, mirando ora a uno legjo, per i meriti acquisiti col suo lo I d'ordini e spazi», ricettacolo di sperimentalismo precipuamente amore di giustizia («la vedovella un senso perduto ma «ancora» conoscitivo (e di uno sperimentali- consolò del figlio»),di reincarnarsi Alfabeta,LaGola, SEScienzaEsperienza da settembre 1983 a dicembre 1984 ogni mese a casa vostra. 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In media le pubblicmoni arrivano a destinlDOIIC10 pomi dopo la k>ro 11$01& dalla tipografia. Alle bibtiotecbc, aalcdi lcttun,a:nlri tenui culturali, e romunque wutturc pubblicbet rilervat0k>IOODI0dcJ1~. possibile. Il paesaggio cela un lo- smo «non viscerale, ma conosciti- dopo morto e, ricevuto il battesigos, presente proprio nella sua vo» ha parlato Niva Lorenzi.ni,in mo, di poter vedere la luce del Pa- •meravigliosa omertà». radiso. Ancora una volta, Zanzotto de- È nuovamente di scena l'eticità nuncia una contraddizione(«Amori logica di Zanwuo: la mente può impossibili come / sono effettiva- emergere per meriti speciali alla mente impossibilile colline/ Non è conoscenza attraverso l'umiltà del possibile che tanto amore / in esse picchio che percuote incessantevengaapertamente/ dato/ e aJtem- mente il legno per scrutarvi e rovipo stesso dissimulato. anzi / reso starvi dentro o attraverso l'atto di inaccessibile»),non s'acqueta in un giustizia (ma anche, di nuovo, d'uidillio. li fatto è che - per lui - non miltà) di Traiano. si tratta di fare tabula rasa della sto- Forse il logos è solo un'ipotesi, ria o della cultura per attingere, al ma un'ipotesi che può es.sereintuidi là di esse, la fonte dei significati, ta in ogni cristallo di brina o di come in cena filosofiaoggiaJlamo- neve: -.Logos, in ogni cristallo di da. Si tratta piuttosto di servirsi di brina di neve glorioso I anche se strumenti ston'ci e culturali per tra- forse non sei più che un'ipotesi», è forare una strati6cazioneche non è l'incipit dell'ultima poesia, Futuri solo s1orico-culturale,ma anche an- semplià • o anuriori? (e di nuovo tropologica, biologica,inconscia,fi. L-----------'---' il titolo è portatore di un preciso sica e infinitamentemolecolare. Prtuiru»copeaprokzioM (1880) messaggio,come vedremo). (Ines-- L'ampiezza dell'escursione non so, ricercato tra «punte di lume» è esibizione: è incessante, umile ri- uno serino destinato al vem), Jet- che segnalano la p055ibilitàdi un cerca di un «legame• fra poli op- teralmente oscillante fra il surrea- logos (d'altronde i fosfeni stessi ilposti o distanti di un 4(erosvago lismo quotidiano di Soprammobili luminano un'oscurità, si s1agliano lontano», di una possibilità di e gel e della pane .finale di Come in essa), è del tutto 41:ioverificabi- «non-scissioni», di «intergamie»: ultime cene (un testo a forte com- le». di una forza-idea unificante, sog- ponente onirica) e il crepuscolari- Eppure l'atteggiamento del gettiva e oggettiva a un tempo, di smo ironico palazzcschiano, evi- mendico, che segue «:rasoterra» un terreno di ricomposizione da dente soprattutto all'inizio di (LA· l'«.immicrobirsiinfinito» delle parattingersi scavalcando referenziali- ghi ghiacciari, sotto montagne) - ticelle e dei loro sensi («perfusione tà e ontologia. ma ritmi e situazioni crepuscolari e di vena io vena - di povertà in poSe il corpo-psiche (di cui talora taJora crepuscolare-pascoliani so- vertà»), può rovesciare l'umiltà in parla Zanzotto) nella sua, pur no presenti anche altrove, e nello stellarità, la miseriae la depressiocontraddittoria, unità rimanda a stesso Soprammobili e gel. ne in fervore coaoscitivo, il basso tale possibile realtà, anche il testo nell'alto: il movimenlO, d'altronpoelico non è che una sua espres- Il Lo spcrimcnta!ismo è riaf: dc, è tipicamente pascoliano (e, sione. L'escursione che lo divarica '' fiorato come nccrca quasa puntualmente, il richiamoa Pascoe sembra frantumarlo o disperder- coatta di sopravvivenza a li, «oggi più che mai presente», è lo non è che tensione mimetica a livelli minimi: e ciò, significativa- nell'intervento zanmttiano già più un continuum unitario. n:ientc,è apparso nella poesia for- volte citato). e ome ~ noto, nella poesia di Zanzotto il logos ~ inseguito soprattutto slittando sulla infinita catena dei significanti, assai spesso autonomi dal loro immediato significalo (non dirci: da qualsiasi significato). Ogni termine, e anche talora una sua minima porzione, evocano un alone fonico che trascina con sé altri suoni, altri termini o altre particelle di termini, in una serie infinita. Da tale punto di vista, Fosfeni è forse il libro più unitario, coerente e compatto di Zanzotto, certo il meno suddivisibile in singoli componimenti, teso com'è a un continuum inesauribile. Sembra quasi che i vari testi non se la sentano di chiudersi in si. Molti non presentano neppure, alla fine, il punto fermo conclusivo, restano come sospesi - e protesi verso il testo successivo. Di qui, anche, la loro inusitata lunghezza: quasi l'autore non osi rompere la durata; di qui gli infiniti rimandi che rimbalzano da testo a testo, in un disegno tutt'altro che casuale. Certo, questo di Zanzotto è ancora un continuum violato e lacerato, che non lascia riposare un istante il lettore; ma indubbiamente il libro - rispetto, ad esempio, a Il Galateo in Bosco - è più disteso orizzontalmente, e più coerente, meno variato e articolato, e anche meno ricco, forse, almeno dal punto di vista tematico. Viene a cadere la motivazione' civile cd educativa esplicita, fortissima, già dai tempi di Vocativo, IX Egloghe, LA Beltd, e presente anche nel Galateo (basta ricordare Rivolgersi agli ossari. Non occo"e biglietto). È come se ora Zanzotto abbia se più che nelle altre aro.: cosl Certo, voler conoscere al di là Zanzotto in Ateneo Veneto, pro- delle semplificazionidella refercnnunciaadosi a favore dell'attualità zialità e dell'ontologia può semdello sperimentalismo e constatan- brare uno sforzo alla Miinchhaudo, invece, l'inattualità delle avan- sen, che intendeva uscire fuori guardie. dalla palude tirandosi per i capelli: Lo sperimentalismo, come «ri- «ogni passo sposta e attanacerca quasi coatta di sopravvivcn- glia come un giro di vite/ ogni voza a livelli minimi», richiede un'e-- cc si soffoca dolcissima inutiManifesto di E. Brissot per i/ Cinlmlllographt Lu.miù~ splorazione del reale ispirata non all'«atteggiamento della caccia, della rapina», ma a «quello della raccolta rasoterra, della mendicità». [I poeta-mendico «:raccoglie dove può• cose da nulla, «oggetti• ni», «tesori molto discutibili». Cammina tastando il terreno col bastone; eppure indica un percorso, la traccia possibile e incerta di un itinerario di conosccnz.a. ln Periscopi questa indagine, umile e minuta, questa attenzione agli indizi minimi e ai lumi intermittenti come possibili segni o al· tabe.ti («io camaleontiz:z.ato,trasecolato / in lumini di mutanti alfale / ogni sguardo si disoochia». E tuttavia «:ilpiù del compenso» è possibile, se il testo continua, concludendo (cd è, significativamente, anche la conclusione del libro): «:ma per riscuoterti il più del compenso e la / più terribile stellarità, come / di neve sul cigliodella dell'indicato/movimento / Ma umiliato». Non per nulla la VTTA (come la neve nella Beltd) può assicurare (~ l'uplicit di Periscopi'): «Sarò lontana, ma non ti abbandonerò». La ricerca di senso e/o di futuro (il nesso fra i due concetti è esplicito) si torce nel passato, si rivolge a un'anterioritd miNma, a un presupposto remoto, a un fondo oscuro che occorre toccare se si vuole risalire alla luce alpestre e ardua delle vette - e a una possibilità di avvenire. Ma se tale è la ricerca di senso nei versi di Zanwtto, la :suaespio- -: ::e :~:i:1~!:~~~~~ t ~:!:;;:.::bede~:ti:al:: ~ prese con la sua poesia? Percht! ! negarle il «:movimento»che, -mmi- ::::: liato», 4<dviena in vena-di pover- ~ tà io povertà,., pur tende alla stel- ... larità e alla perfcriooe della ocve, ~ a un ordine orientalO secondo un e significato, alla a>mplcs.sità, io- ! somma, di una struttura rom.uni- i can1e? ~
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