Supplemento letterario - Alfabeta n. 50/51 - lug.-ago. 1983

Il piccoloHans n.38 aprile-giugno 1983 !'altrove deUa psicoanalisi VirginiaFinzi Ghisi Lo psicoanalista fuori stanza Jean Clavreul La follia di Luigi II di Baviera Mii/i Graffi L'arguzia nonsensica di Petrolini GiulianaMorandini Lutto e psicoanalisi a Trieste Annalisa Cima A Cherubino dossier Benjamin e scritti di A. Prete, S. Natoli, G. Agamben, F. Masini, M.C. Calle, L.H. Marquez, I. Viola, diario di lavoro di Mario Spinella I edizioni Dedalo BRUNO BRANCHER MEMORE Edito e stampato a cura e spese de/l'autore Invenditapresso le librerie Feltrinelli,Calusca, Sapere, Milanolibri, libreria Fiorentina, libreria Guida André Gorz ADDIO AL PROLETARIATO Oltre il socialismo pp. 192 lire 11.000 Arlacchi, Gelardi, Lamberti Nocifora, Tessitore MAFIA 'NDRANGHETA & CAMORRA pp. 144 lire 5.000 J.M. Albertini, A. Silem CAPIRE L'ECONOMIA MONDIALE I meccanismi dello sviluppo e della crisi pp. 160, lire 12.000 Edizioni Lavoro s.r.l. via Tagliamento 39 Roma Tel. 853781 • 855103 Nel IDOlldo contadino Nel libro di Giovanni Puma, da cui sono tratte queste pagine, un bambino di sei anni raccontala sua vita di figlio di contadini siciliani. L'arco della na"azione copre un anno (il 1940, per esattezza), descrive l'intero ciclo delle stagioni e dei lavori agricoli relativi, e racconta anche il primo anno di scuola del bambino. Il padre ha deciso che soltanto lui, il minore, continuerà gli studi dopo le elementari, e che da grande farà un altro lavoro, «ali'asciutto e al pulito». Per questa ragionegli viene quasi sempre impedito di partecipareal lavoro nei campi con gli uomini della famiglia: deve pensare solo a studiare, e convincersi che il suo futuro sarà diverso. Personalmente, poche cose mi sono insopportabili come la letteratura contadina e le sue svariate ideologie. Paradiso perduto o infemo senza fine, serbatoio di simboli e di mitologie paMC-partout, galleria di caratteri esemplari e insensati, te"eno di micidiali manipolazioni linguistiche, niente ci è stato risparmiato sulla pelle della civiltà dell'uomo agricolo. li libro di Puma mi ha interessato invece perché ciò che egli racconta non ha nessuno di questi secondi fini. Le cose, le azioni, le sensazioni, le esperienze, gli avvenimenti che ci sono trasmessi (apparentemente senza neppure il filtro della memoria) non rinviano mai ad altro che a se stessi. Il testo restituiscecosì un'immagine nitida e autosufficiente di un mondo oggi totalmente dissolto e scomparso, da noi lontano ed estraneo come l'impero Inca. Di esso restano, è vero, tracce vistose, non solo nellamemoria e nella cultura, ma anche nella pratica, individuale e collettivadi tutti noi - però sotto forma di elementi isolati, che assimilaJie integrati ne/1'attuak civiltà industriale ( cosi come in quellaevenhullmentle!cologicapostindustriale) non significano più nulla del contesw originario da cui sono stati estrapolali. Nel mondo contadino il tLmpo e le azioni umane sono completamente determinati dal riJmo della natura, e hanno come scopo la sua utilizzazione. Ogni cosa, ogni gesto e ogni momento sono dunque intimamente connessi e interdipendenti, secondo relazioni di utilità pratica. Come si vede ne/l'utilizzazione della gallina, o de.l'erbaccia dei campi, tutto ha una funzione precisa, un'utilità pratica. Attraverso la loro funzione le cose sono percepite, hanno un significato, esistono. Fuori da questa sfera, le cose sono semplicemente impensabili, non esistono. La dichiarazione di gue"a dell'Italia appare un attimo su un foglio stampato, poi si dilegua nell'i"ea/e. • Questo mondo chiuso e compatto, smza vuoti di tLmpo o di spazio, è mosso dall'infinila ripetizione dell'identico. Non è nl penoso nl sereno, nl ricco nl povero, nl triste nl allegro, se misurato con criteria esso estranei.E per questo, da/l'Arcadia a/l'Albero degli wccoli, ha potulo essere agevolmentl! impiegato per significare le cose più diverse e stravaganti, è potulo diventaredisinvolto veicolo di messaggi di ogni tipo - che non lo riguardano minimamentl!, perché quello contadino è un mondo senza messaggi. Senza messaggi, senza simboli, senza commenti, l'immagine verbale che Puma ci dà del mondo contadino ci fa sentire le sue energie e i suoi movimenti, ci rivela le sue intensità e i suoi rilmi: uniche tracce oggi significanti di una civiltà sepolta. Nanni Balestrini Lagalli!!.b!.ianca L a pioggia è caduta per due giorni. Io amo guardare la pioggia che cade, cambia anche il suono intorno con la pioggia. Ma adesso c'è un sole che mio padre dice che è di primavera. Ieri Riccardo sul terrazzo senza camicia sotto la pioggia ci rideva in faccia a noi dentro che lo guardavamo dalla finestra. Con una grande scopa ha fatto pulizia sul terrazzo, ha riempito la vasca per l'acqua e poi ha ballato sotto la pioggia, ha fatto smorfie a non finire e dopo ha divorato un chilo di pane e formaggio e delle olive. Ha tagliato e mangiato anche la salsiccia che stava a asciugarsi nel forno e mio padre non gli ha detto niente. Invece adesso sul terrazzo pulito ci sono gli arnesi per rompere la terra e per togliere le cattive erbe nei campi seminati. Il tempo coincide e il sole ha asciugato la terra al punto giusto per poterla lavorare bene senza causare danni alle piante. Tutto il terreno seminato sarà rivoltato e le cattive erbe saranno tolte e lasciate al sole. Di buon mattino gli uomini partono con le piccole vanghe per il lavoro della mondatura. Mia madre cattura nel pollaio la gallina bianca che non fa le uova e io la seguo. A me era stato proibito di andare coi maschi. Mia madre prende la gallina bianca che si lascia prendere facilmente. Mia madre prende spesso le galline e le bacia sul collo. I pulcini invece se li passa sugli occhi, e anche le uova calde se le passa sugli occhi, dice che fa bene alla vista il caldo dell'uovo appena fatto. Anche a me mia madre passava l'uovo fresco appena fatto sugli occhi. Mia madre prende la gallina bianca, la prende per i piedi con la mano sinistra, l'appoggia alla gamba destra e con la mano destra le tira il collo, fa tutto rapidamente. Io non sapevo che mia madre avrebbe ammazzata la gallina bianca, non mi aveva detto niente e non ero preparato a vederla tirare il collo alla gallina bianca. Mia madre appende la gallina bianca per i piedi così il sangue le scende tutto per il wllo e torniamo sul terrazzo. - Metti a bollire l'acqua - dice mia madre a mia sorella, - e dopo gratta il formaggio, noi andiamo a prendere il prezzemolo, gratta anche un altro po' di pane. Seguo mia madre che scende nell'orto di sotto per prendere il prezzemolo, quello più profumato, perché il prezzemolo dell'orto di sopra mia madre non lo vuole, è quello piantato sotto la finestra dove mio padre la mattina vuota il nel piatto e viene messo su una tavola appesa in alto. Così il gatto non può arrivare a rubarsi il pollo. pitale. L'acqua si riscalda, mia madre e Alessandra portano la pentola nella stalla dove pende la gallina bianca e l'immergono nell'acqua calda. Poi cominciano a toglierle I«;penne, anch'io tolgo le penne, che vanno direttamente nel concime. Poi torniamo dentro e mia madre brucia alla fiamma i peli suUa pelle della gallina. Poi sul tavolo apre la gallina per pulirla. Invece mia sorella prepara dentro un piatto l'impasto per le palline da mettere nel brodo. Mia madre taglia le unghie e il becco della gallina. Il gatto la guarda fare, anche lui ha la sua porzione ogni volta che una gallina viene fatta in brodo. Io vorrei andare nei campi con mio padre e con i miei fratelli, vedere queste operazioni mi fa nausea e a volte sento voglia di vomitare ma non vomito mai, però preferirei andare nei campi. Ma mia madre non mi lascia andare, dice che devo aiuta- " re a fare le palline, poi lei pulirà le budella e io le porterò il sale. Non insisto per volere andare nei campi. Non voglio contrariare mia madre quando è così indaffarata. La guardo che con la forbice apre le budella dentro un piatto posato in un angolo del terrazzo, lei fa sempre questa operazione in quel punto, e il gatto è già saltato su dall'orto per ricevere i resti. Io porto il sale, e mia madre che ha già aperto le budella della gallina le strofina con il sale tra le mani, questa operazione dura molto perché le budella devono essere ben pulite. Mia madre non cucina insieme il pollo e quello che ci trova dentro. Le budella e le altre cose che sono dentro le fa cuocere prima dentro una padella. A mezzogiorno quando gli uomini torneranno dai campi mangeremo queste cose con il pane bagnato nel sugo saporito. Ci sarà anche verdura cotta e ripassata in padella. Mia madre finisce di preparare le cose che sono dentro la gallina, le mette nella padella sul fuoco, vi mette tutti gli altri ingredienti e mette dell'altra legna sul fuoco, poi aiutiamo mia sorella a fare le L'odore della padella si allarga, prima per tutta la cucina, poi esce fuori e penso che arriva anche giù fino alla fame degli uomini che lavorano a mondare i campi. Penso che mia madre fra poco mi chiederà di andare a chiamare gli uomini perché è quasi mezzo. giorno. Prima che arrivino e si lavino le mani la pentola avrà finito di cuocere. Mia madre assaggia con il cucchiaio di legno, non soffia m.µ e si brucia sempre. E mi dice: - Vai a chiamare gli altri che è pronto. palline. Invece il pollo intero resta Nella foto da sinistra:Jean-Jacques Lebe/, Jacqlllline Cahen, Gino Di Maggio, Bio1otecag1no,anca

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