Alfabeta - anno V - n. 50/51 - lug.-ago. 1983

aeMachiavdli Niccolò Machiavelli «D Principe» e «l>isconi,. illtroduzione di Giuliano Procacci a c. di Sergio Bertelli Milano, Feltrinelli, 1983' pp. 545, lire 9.000 José Ortega y Gasset «Sull'Impero romano,. in Scritti politici a c. di L. Pellicani e A. Cavicchia Scalamonti Torino, Utet, 1979 pp. 1113, lire 28.000 Aurora della ragiooe storica a c. di L. Pellicani Milano, Sugarco, 1983 pp. 336, lire 22.000 Quentin Skinner Machiavdli Milano, Dall'Oglio, 1982 pp. 127, lire 3.500 Pierre Chaunu Histoire et décadence Paris, Perrin, 1981 pp. 362, ff. 56,40 e on la rassicurante puntualità di una vicenda destinata periodicamente a ripetersi, ritorna nella cultura politica italiana il richiamo a un Machiavelli «rivoluzionario ... L'espressione mantiene intatta la propria valenza significativa fin tanto che resta 'protetta' nei confini della storia concettuale: fin quando - voglio dire - allude metaforicamente alla svolta aspra e radicale che proietta d'un colpo il discorso di Machiavelli in uno spazio categoriale sconosciuto al sapere umanistico quattrocentesco. Eppure la mia impressione è che proprio l'elemento di rottura, di discontinuità, venga di fatto vanificato, o quanto meno contraddetto, dai modi assai peculiari con cui questo ritorno si annuncia. Già l'ultima, e tutt'altro che esaurita, immagine 'rivoluzionaria' di Machiavelli - per riprendere il titolo di un importante ed equilibrato saggio di G. Procacci (è di questi mesi l'ottava ristampa dell'edizione Bertelli del Principe e dei Discorsi) - tendeva a bilanciaRoberto Esposito re, quasi a sostenere, il peso della novità linguistico-concettuale di Machiavelli con il suo radicamento nella tradizione repubblicana dell'Umanesimo fiorentino - innestando le decisive intuizioni gramsciane in una linea interpretativa di scuola anglosassone aperta dalle note ricerche di Baron e proseguita poi, forse con minore originalità, da J.G. Pocock (The machiave/lian moment, Princeton 1975; trad. it., Bologna, il Mulino, 1980) e da Q. Skinner, di cui va visto il recente profilo di Machiavelli (trad. it., Milano, Dall'Oglio, 1982) e soprattutto l'ampio The foundations of modem politica[ thought (Cambridge 1978). I meriti di questa storiografia son troppo noti perché occorra qui richiamarli. Ciò che di essa non convince a pieno, viceversa, è la politicizzazione diretta, che rischia di ridurre l'esperienza di Machiavelli alla sua «intenzione prammatica.», a un «programma di ristrutturazione dello Stato secondo precise prospettive di classe» (V. Masiello, Classi e Stato in Machiavelli, Bari, Adriatica, 1971, p. 51). Quasi che la novità di Machiavelli possa consistere in una (certo indubitabile) posizione democratico-repubblicana non solo tutt'altro che originale nella storia comunale di Firenze, ma che assumerà, con gli esuli fiorentini degli anni trenta e quaranta, i tratti inconfondibilmente utopico-palingenetici della resistenza a quella 'modernizzazione' assolutistica indagata e di fatto accettata da Machiavelli come il prevalente tempo storicò europeo. Infatti, come annota anche G. Sasso (Niccolò Machiavelli, Bologna, il Mulino, 1980, p. 471), la 'libertà' di cui parla Machiavelli presuppone non l'idealizzazione ma la crisi delle istituzioni repubblicane, consumata già a fine Quattrocento. Proprio questa datazione 'alta' della crisi rinascimentale è l'elemento che sfugge anche al secondo, e recentissimo, filone machiavelliano essenzialmente raccolto intorno alle posizioni teoriche di Antonio Negri. Tutto - 'fini strategici', riferimenti ideali, prospettive ermeneutiche - cambia rispetto alla precedente impostazione; in particolare, la politicizzazione del discorso trapassa dal terreno storico-istituzionale a quello., più suggestivo ma meno controllabile, delle grandi 'metafisiche influenti' della moderna filosofia europea. Quello che è guadagnato in respiro teorico è perso in determinatezza analitica. L'opposizione popolari-aristocratici, o anche repubblica-principato, è metafisicamente tradotta in quella essere/divenire, potenza/potere, immanenza/ trascendenza. In una: libertà/dominio. La storia concettuale moderna è spezzata letteralmente in due: filosofia borghese contro filosofia non borghese (proletaria?). Sullo sfondo - e dopo che la crisi seicentesca, e dunque post-rinascimentale, ha spezzato l'ultima speranza di possesso umanistico del mondo - il grande scontro Hobbes-Spinoza. O con l'uno o con l'altro. .......................................................................... ., . •• I ••A : 1sarmo s erm1n10 r -~ : ■ Ludovico Geymonat ■ • • • •• : o ggi sono sempre più nume- emergeranno invece con chiarezza, di limitare anche se molto parzial- qualcuno che descriva. In altri ter- ligioneautoritaria»)e su un empiri- ■ ■ rose le analisi (di scienziati, non appena essi passeranno alla mente la sua morte individuale» mini: nel caso dello sterminio ato- smo pragmatistico che, malgrado ■ ■ fdosofi, letterati, politologi, parte propositiva dei loro interventi (p. 73). mico generalizzato, si richiede la le sue parole, non sembra proprio ■ ■ ecc.) rivolte a studiare le conse- e alle loro previsioni del futuro. Nel saggio di Eco l'accenno di presenza di almeno un essere che essere «qualcosa di nuovo» poiché ■ ■ guenze di una eventuale guerra a Basti fare un rapido confronto Dal Pra alla visione dialetticadello non sia coinvolto da talesterminio; - come gli fa osservare Capanna - ■ ■ base di bombe nucleari; ed è ben tra il pessimismo della relazione di sviluppo storico scompare, e resta ma come immaginare Lanatura e il coincide esattamente con quanto : ■ giusto che tantepersone si impegni- Musatti («Lo dico con gran pena, in luogo di esso il riferimento al comportamento di questo essere? praticato da tempo: «sedersi a un ■ ■ no seriamente in siffatte analisi, ma sono persuaso che l'umanità sia linguaggioe ai sentimenti che susci- La ragionenon è in grado di darci tavolo per trovare empiricamente ■ ■ poiché si tratta di conseguenze che vicina alla terza gue"a mondiale, ta in noi: «Occorre che proviamo in proposito alcun suggerimento, e Lasoluzione più logica»(«Non vor- ■ : risulterebberocatastroficheper tut- la quale scoppieràprima dellafine tutti orrore della nostra corrivitàai quindi è ovvio che prevalga il più rei che Bocca si ergesse, suo mal- ■ ■ ta l'umanità. del secolo»p. 40) e lafiducia di cui discorsi di guerra. Se vogliamo la puro e incontrollatosoggettivismo. grado, a campione del vecchiomo- ■ ■ Una raccoltaparticolarmente in- è invece pervasa l'introduzione di pace, produciamo un forte, intenso Non ci potremo pertanto stupire do di pensare. Gli è forse sfuggito ■ ■ teressante di studi sull'argomento Capanna («È credibile e sperabile e generalizzato senso dell'orrore» se Leconsiderazioni degli studiosi, che a Ginevra da decenni siedono ■ ■ ci viene fornita dal volumetto Di- che gli uomini del presente, posti (p. 79). e in particolare degli autori di que- intorno a un tavolo, ma questo ha ■ ■ sarmo o sterminio? L'umanità al dalle armi nuclearidinanzi allapiù Può appariresingolareche, mal- sto volume, sugli effetti di una prodotto solo un aumento dei mis- ■ ■ bivio del 2000, il quak - oltre a radicale delle alternative - mutare grado il carattereoggettivodelledi- guerra nuclearegeneralizzata risul- sili, non la Loro soppressione» : ■ un'ampia introduzione del curato- modo di pensare e di agire, oppure tano tutt'altro che concordi tra lo- p. 135). ■ ■ re Mario Capanna - riproduce gli suicidarsi e segnare la fine della ro, non appena ci si elevi al di so- Le parole di Bocca sono comun- ■ ■ appassionati interventi di dodici specie, - operino, attraversoil pre- pra del piano dei sentimenti. Un que molto istruttiveperché pongo- ■ ■ autori che parteciparono a un con- valeredi un nuovo umanesimo, af- conto è, infatti, commuoversi per no in luce l'importanza decisivadel ■ : vegno sul tema di questione, tenu- finché la vita vinca sulla morte» Ladistruzione di decine e centinaia metodo che intendiamo seguirenel- ■ ■ tosi a Milano nel dicembre 1982. p. 35). di milioni di vite umane come con- Laricercadi una autentica«politica ■ ■ Eccone i nomi nell'ordine in cui Si tratta di differenze delle quali seguenza di una guerra atomica, e della ragione», metodo-che oggi si ■ ■ compaiono i loro saggi: Cesare occorre cercareLecause, ed è pro- un altro conto è analizzare razio- riduce - secondo lui - a una scelta ■ ■ Musatti, Ernesto Balducci, Ema- prio in questa ricercache emergo- nalmente i vari aspetti di una guer- fra marxismo ed empirismo. È ■ ■ nuek Severino, Alberto Malliani, no le diversitàfra un autore e l'al- ra siffatta. chiaro, però, che tale scelta non ■ ■ Mario Dal Pra, Umberto Eco, tro. Ad esempio, secondo Dal Pra, Che un'analisi razionale sia qui può essere compiuta seriamente : ■ Gianni Mattioli, Giangiacomo Mi- per comprendere Laspecificità dei necessaria,soprattutto se vogliamo sulla semplice base di attacchi al ■ ■ gone, Giorgio Galli, GaspareNuc- dibattiti odierni sulla guerra e la trovare la 1;iaper rendere impossi- marxismo, ma richiede un esame ■ ■ cio, Massimo Gorla, Giorgio Boe- pace, occorre confrontarli con gli bile il ricorsoa tale tipo di guerra, è critico di questo indirizzo di pen- ■ ■ ca. analoghi dibattiti del Settecento e incontestabile. Lo riconosce anche siero e di azione, esame chefuorie- ■ : // fatto stesso che k loro analisi Ottocento. In quei secolisi pensava --~'-"'-- Giorgio Bocca nel suo intervento, sce ovviamente dai limiti di un vo- ■ ■ non si reggano su una medesima che una guerra vittoriosa avrebbe che è l'ultimo del volume prinfrl /umetto come quello di cui stiamo ■ Julien Blaine, ■ concezione filosof,ca, e neanche si distrutto Laclassedirigentedel Pae- Polyphonix 5 Italia, 1983 delle conclusioni di Capanna: «Di- parlando. ■ ■ susseguanoin un ordine esattamen- se sconfitto aprendo La via a una rei dunque che il problema vero, il li volumetto non si riprometteva ■ ■ re prestabilito dai promotori del nuova classe, cosicché l'umanità struzioni derivanti da un possibile centro di un dibattito come questo, di compiere una indagineesaurien- ■ ■ convegno, fa si che il volumetto avrebbe potuto proseguire il pro- bombardamento nucleare genera- non è di dimostrare che l'attuale te dei problemi trattati,ma soltanto : ■ presenti una struttura particolar- prio cammino. Oggi invece ,da Lizzato, il riferimento al soggetto gioco delle potenze è a un tempo - ed è già molto - di consapevoliz- ■ ■ mente agile e risulti- proprio per la stessa visione dialettica dello svi- sia costantemente tenuto presente folle e cretino, che i fabbricanti di zare il Lettoresulla loro gravità,sul- ■ ■ sua forma un po' disorganica - luppo storico vienemessa in scacco nelle considerazioni su tale orribile morte, gli inventori di morte, sono l'urgenza di affrontarli in tutta la ■ ■ molto stimolante per il lettore. dalla prospettiva della guerra ato- evento. La cosa si spiega rifletten- compagni di follia e di stupidità dei loro ampiezza, sulla necessità di ■ ~ ■ Il contenuto del volume ha, co- mica» (p. 70). do sul fatto che, per ragionare su governanti, cosa che appare del non abbandonare Laloro soluzione ■ -~= me è ovvio, due aspetti: uno di de- Ne segue che «l'uomo vive quoti- un evento - quale che esso sia, - tutto ovvia. Ma di sapere se oggi, alle «classidominanti dei costrutto- ■ ~. nuncia delle terribili conseguenze dianamente con laprospettiva pos- bisogna farsene un'idea, bisogna nellasocietàindustrialeavanzata, è rie detentori dei missili, delle bom- ■ ~ ■ di una gue"a nucleare di estensio- sibile della sua distruzione, e temo riuscire a rappresentarselo e, in possibile, per la prima volta nella be, delle testatenucleari, cioè della ■ -.. ■ ne non limitata; l'altro di proposta che non si libereràpiù da talepro- questo caso, non vi è altromodo di storia, grazie a un pericolo per La possibilità della catastrofe» (Ca- ■ ~ ■ di una via per uscire da questo im- spettiva e dalla sua minaccia. Con farlo se non ricorrere allafantasia prima volta incombente di distru- panna, p. 136). •■ 2,■ rnanL pericolo. taleprospettiva ha toccato il limite più sfrenata. zione totale, abbandonare lapoliti- 6 ■ Il primo è illustrato nell'ampia della possibilità estrema e gli toc- Infatti, non esiste esperienza del ca dei sentimenti e delle utopie e ■ %■ introduzione sulla base di dati mo/- cherà d'ora in avanti di vivere e di passato che possa darci informa- accettare Lapolitica della ragione» : .:! ■ to esaJti, raccolti con scrupolo da convivere con taleprospettiva. Non zioni attendibili in merito. Come (p. 133). ■ ~ ■ Capanna. È un quadro a cui tutti ci saranno strutture o sostanze che immaginare un mondo in cui non Senonché Lo stesso Bocca non sa Autori vari ■ ~ ■ faranno diretto riferimento, senza lo rassicurerannoin proposito; egli esista più una persona che possa presentare come politica della ra- Disarmo o sterminio? ■ .: ■ metrerlo in discussione proprio in potrà trovare solo in se stesso la raccontarnelo sviluppo più o meno gione null'altro che unapolitica ba- L'umanità al bivio del 2000 ■ ~: virtù della sua base oggettiva. Le possibilità continua di riprendere tormentato? li concetto stesso di sata sul rifiuto aprioristicodel mar- Milano, Mazzotta, 1983 ■ i Ldifferenze fra un autore e l'altro la possibilità di sopravvivere, ossia descrizione esige il riferimento a xismo (da lui qualificato come «re- pp. 136, lire 10.000 ■ ~ ......................................................................... .. 01bi1o~ecaignob1a;nco

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