Alfabeta - anno V - n. 44 - gennaio 1983

Lanuova lleanza: discussioni Ilya Prigogine, lsabelle Steogers La nuova alleama. Metamorfosi della scienza Torino, Einaudi, 1981 pp. 288, lire 20.000 Ilya Prigogioe, Isabelle Steogers «Ordine/disordine» io Enciclopedia voi. 10 Torino, Einaudi, 1980 pp. 87-106, lire 70.000 Angelo Baracca, Angelo Vulpiaoi «Contro Prigogine» io Alfabeta o. 37, 1982, pp. 7-8 Mario Galzigna «Il gioco delle perle di vetro» io Alfabeta o. 30, 1981, pp. 6-7 11 fascino della «nuova alleanza,. prigogioiaoa è stato più volte sottolineato, anche sulle pagine di questa rivista. Se ne è colta l'efficacia nel perseguire l'unità del sapere, celebrata però sotto il segno della storicità (irreversibilità) e complessità del reale, della molteplicità dei linguaggi e della radicalità nel «rifiutare ogni determinismo assoluto»', o addirittura nel suggerire «la soluzione del problema originario della scienza e della filosofia»', consistente nella contraddizione fra entropia termodinamica e informazione semantica. Si sono salutati i concetti di strunuradissipativa e di ordine per fluttuazioni, per la rilettura che consentirebbero della roicrofisica foucaultiana, non più dicotomicamente separata dalla macrofisica sociale'. Il carattere marcatamente autoriflessivo della «nuova alleanza,. favorirebbe poi l'estensione del metodo genealogico (il riferimento, di Mario Galzigna, è ancora a Foucault) alle scienze a statuto epistemologico «forte». Infine - sia consentito aggiungere - se ne è apprezzato il contributo a una possibile socio-biologia non-wilsoniana (vale a dire non-genedeterminista), come parte di un più generale paradigma (in fieri) ruotante intorno ai concetti élell'autoorganizzazione del vivente (Atlan, Varela, ecc.)'. Non sono però mancati gli interventi contro, anche molto severi. Essi proJX)ngonoper altro interpre- • t,1Z1rnt1a1nto divancah; dei pcrcon,i prigoginiani che sembra legittimo domandarsi se ci sia semplicemente da lasciare a ciascuno il suo Prigogioe, o se non sia piuttosto opJXlrt.uno tornare sui termini del dibattito Sergio Manghi per riapprofondirli. Il giudizio più duro è quello dei fisici Baracca e Vulpiani, che si assumono il compito di smascherare gli imbrogli perniciosi su cui la «molto elitaria e chiusa» Scuola di Bruxelles fonderebbe il suo suecc,,o - diffu,o. ,i fa per altro notare, fra studiosi delle più diverse discipline (e ideologie), tranne che tra i fisici. D'altra parte, pare a me - come ad Antonio Signorino' - che le argomentazioni dei due scienz1a11 siano, nonostante le apparenze, eminentemente ideologiche. Il punto di partenza dichiarato è in effetti «tecnico»: «I fenomeni fisici reali che presentano (... ) strutture dissipative sono (... ) non molto numcro,i ( ... ) e cono,ciuti da molto tempo», eppure mai prima si era «sospettato che l'esistenza di una soluzione stazionaria stabile non banale delle equazioni della fluidodinamica potesse portare ad una nuova filosofia» (p. 7). In sostanza, com'è anche meglio preci- ..sato successivamente (p: 8), Prigogine teorizzerebbe un ponte fra modelli esplicativi termodinamici (rigorosi, sebbene pochi) e modelli descrittivi matematici (in sé altrettanto rigorosi), un ponte - a parere dei due critici - non escludibile in linea di principio ma a tutt'oggi inesistente, per insormontabili difficoltà di. calcolo, se non per sistemi molto semplici. Ma se questa è !'«accusa» - mi' auguro obiettivamente sintetizzata (e oso immaginare accettabile allo stesso Prigogine, consapevole che il menziçnato ponte altro non è che un paradigma), - dove sta lo scafldalo «tecnico»? E cosa induce i due commentatori a esprimere tutto ciò come «operazione spregiudicata e mistificante», «spettacolare piroetta» effettuata negli scritti divulgativi, «gran pasticcio», fino ad affermare che «su questo piano Prigogine bara in modo cosl scoperto che non è credibile che non ne sia totalmente cosciente» (p. 7)?' Sono gli stessi Baracca e Vulpiani a rispondere con _chiarezza:«La risposta sta quasi sicuramente nel livello di descrizione» (p. 7), se ri-, goroso (e allora insignificante) o vitalista (e allora ideologico). È dunque l'ideologia vitalista attrilrnita a Prigogine a costituire il vero bersaglio e il vero punto dì disaccordo degli autori. Un'ideologia tributaria a Nietzsche e Bergson, dai quali deriverebbe il disprezzo per i grandi numeri («mai le masse, perché queste danno l'equilibrio» p. 8) e la preferenza per le minoranze e per l'individuo («ma sembra inevitabile che debba essere un 'superuomo'» p. 8). Né sembrano «tecniche» le basi del confronto (cui è però dedicato un passaggio molto sintetico) con René Thom, giudicato superiore e «meno sospetto ideologicamente (in quanto) supera una visione strettamente 'quantitativa' dei fe- ............................................................................ i Otto punti i : Angelo Baracca, Angelo Vulpiani ■ ■ . : ■ ■ Q uando scrivemmo l'interven- 2. Il paragone con Einstein da glio di osservarestrettamenteque- gnorino a quale rigoresi riferisce! zioni alle scienze sociali, già le : ■ IOsu Prigogine(ma anche su un lato ci pare eccessivo, dall'altro sto criterio:non ascoltate i loro di- 6. Se siano i processi di non hanno·efficacementestroncaterap- ■ ■ altre cose) apparso in Alfa- fuori luogo, poiché noi non abbia- scorsi, ma prestate inveceattenzio- equilibrioa generarelefluttuazioni presentanti della stessa «Scuola di ■ : beta n. 37 (giugno I982) sperava- mo mai negato l'interessedelle ri- ne alle loro azioni»'. È dunque ne- (Signorino) o le fluttuazioni siano Bruxelles»su Pace e guerra'. ■ ■ mo che si aprisseun dibattito il più cerche di termodinamica di non cessario,se non dominare tecnica- invece insite nel fondamento pro- Auspicando ancorauna voltaun ■ ■ possibile aperto sul caso Prigogine equilibrio:se i più conoscono Pri- mente, almeno non fraintenderegli babilistico della meccanicastatisti- dibattito correttoe aperto, vi salu- ■ ■ e sopraJtuttosulle stimolanti tema- gogine e non il più originaleZwan- aspetti tecnici. Chi penserebbe di ca (Baracca-Vulpiani)forse è una tiamo cordialmente. ■ ■ tielle scientifu:he, che stanno inte- zig, vuol dire che loro privilegiano discutere di relativitàavendo letto questione di lana caprina. È invece ■ ■ ressandoappunto non solo gli «ad- l'ideologiasulla fisica. solo il libro di Einstein Come io un punto più rilevantese ne segua ■ ■ detti ai lavori» (intendiamo quel- 3. L'accusa che Signorino ci ri- vedo il mondo? Eppure, per quan- realmentee sempre l'ordine - e Si- : ■ l'insieme di fenomeni che noi, con volge, di avere voluto criticarePri- to riguardaPrigoginemolti nepar- gnorino lo elude. Lavenda (che, ■ ■ termine un po' generico, indicam- gogine solo in termini e per motivi /ano (e scrivono) solo leggendo La per inciso, è molto critico verso ■ ■ mo come «paradigmi totalizzan- ideologici, è infondata. Il nostro nuovi! alleanza e gli articoli su Prigogine)' ingloba semmai l'io- Note ■ ■ ti»). Dopo l'intervento di Antonio intento era invece (e ci spiace se giornali e rivistenon tecniche. nesco della turbolenza, ma certo (1) A. Einstein, Come io vedoil mon-■ :::i: Signorino (Alfabeta n. 4I, ottobre non è statosufficientementechiaro) 4. Signorino sottolinea ùn pro- non la turbolenza sviluppata. Se do, Bottegadel Libro, 197I. ■ <:s ■ 1982) non intendiamo pertanto proprio il contrario: partendo da getto di «controllo»della variazio- Signorino non fa distinzione, come (2 ) Vedi ad esempio B.H. Lavenda, ■ -~ ■ reintervenire, preferendo che se- un'analisi «tecnica»mostrarecome ne: a parte il fatto ovvio che non la mettiamo col rigore? Termodinamicadei processiirreversi- ■ <:s bili, Napoli, Liguori, 1980,dove La- ■ ~■ guano altreprese di posizione, ma molte delle conclusioni «filosofi- bastano - come dicevamo - le in- 1. Non è forse superfluo ricorda- vendaporta dure criticheal criteriodi ■ ~ ■ chiediamoallaRedazione di potere che» del programma Nuova Al- tenzioni dichiarate,noi vi vediamo re ancora che molti dei fenomeni evoluzione generalizzato di Gian- ~ ■ precisare sinteticamente alcuni leanza non sono conseguenze ne- al contrario una «subalternità»fa- che si inquadranonella visionepri- sdorff-Prigogine. ■ 0 (3) V. Volterra, Leçonssur la théorie ■ ·;:: ■ punti. cessariedellateoria,ma solo le opi- talistae scientista.Allora si mostri goginianasono noti da molto tem- h _ mat_ématiquede la tuttepour la vie, ■ ~ ■ 1. Il «granpolverone» è determi- nioni personali e ideologiche di almeno tecnicamente dove questo po: ad esempio, il «comportamen- Pans 1931. ■ ~ ■ naJo secondo noi dal fanatismo a Prigogine. Einstein diceva (e vale «controllo»può effettuarsi! to cooperativo di oscillazione» ri- (4) di mondoin una formula?»inter- ■ ::;:: ■ favore di Prigogine,chesembraac- naturalmente anche per matemati- 5. Quantoal rigore,ci spiace,ma sale agli anni venti-trenta(Lotka e vist a a L. Brening,J.L. Deneubourge ■ ~ ■ comwuue la «destra»e la «sinistra» ci, chimici, biologi, ecc.): «Se vole- se uno «stato stazionario di non Volterra)'. •• l. 5t engers,a curadi P.D. Napolitani'e ■ , ■ A.M. Jacono, e «Tre domandea Isà- a ■ e nel quale è difficile far breccia te imparare qualcosa sul metodo equilibrio(...) evolve verso l'equili- 8. Per quanto concerne le possi- belleStengers»,in Pacee guerra n. 7, ■ ~ IL con qualsiasi tipo di argomento. impiegatodaifisici teorici, vi consi- brio» (corsivinostri), ci spieghi Si- bilità e la fecondità delle applica- maggio1982. ■ ~!!!11!1'~-· • -~ ---~.,- ...................................................... ..

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