Alfabeta - anno V - n. 44 - gennaio 1983

Mensile di informazione culturale Gennaio 1983 Edizioni Cooperativa Iri'trapresa Via Caposile, 2 • 20137 Milano Spedizione in abbonamento postale gruppo IIInO • Printed in Italy Numero 44 - Anno S , Lire 3.000 • Agenzie per la romunicazione pubblicitaria in Milano e Modena LeonettisuRobbe-Grillet LuRerinsiuMoravia Spinellas·ul 7 aprile Thomsuicontorninpittura Proved'artista: Melotti-Porta Seminariodi Baczko L'intrigobulgaro DaBerlino/DaParigi F. Leonetti: Robbe-Grillet e Vittorinl con Kuhn * R. Luperinl: Moravia, Sahara, 1934 A. Panlcall: La voce e la traaia * F. Rondollno: Scrittori ebrei e Mitteleuropa * A. Zanlnl: Machlav•erie Prove d'artista: F. Melotti/ A. Porta: Veno l'Africa/ F. Leonetti: Dra•lftGlurgla, espressionismo Da Berlino* Da Pari9I * O. Calabrese: Architettura sovietica * A. Cabolari: Selllinario • Baako M. Ferraris: Trau~eit * M.C. Ruta: Teresa* Testo: R. Tho•: I contomi in piHura (a cura • A. Fabllri) S. Manghi: La nuova alleanza: discussioni * A. Baracca, A. Vulpiani: ONo punti * M. Mani: Ubertà e proprietà P. Vineis: Le anal du si•cle*P• Bertetto: Il bagno nel neon *A• Attisani: Due Cechov.Cfr. M. Spinella: Le nebbie del 7 aprile * R. Guiducd: La fine secondo Schell * R. Di Marco: Il silenzio degli lntellettuall R. Canosa: Il potere occulto* Indice della coanuniccaione: L'Onu, l'Unesco e l'infonnazione Bibliotecag1 !IH!I•~=~ dell'avanguardia *Giomale dei GiomaU: L'intrigo bulgaro

Le librerie Feltrinelli hanno approntato per il 1983 un calendario dove attraverso 22 fotografie viene ripercorsa in rapida sintesi la storia della Casa editrice Fe/trinelli dal 1955 (Giangiacomo Feltrinelli presenta al Pandit Nehru la prima copia della sua autobiografia) a oggi. 1bestsellers (Pasternak, Il dottor Zivago; Tornasi di Lampedusa, Il Gattopardo; Gavino Ledda, Padre padrone; Camilla Cederna, Pinelli, Leone; Char/es Bukowsky, Storie di ordinaria follia). Gli interessi che hanno maggiormente caratterizzato le linee culturali della Casa editrice (antifascismo, Gruppo 63, sessuologia, problemi del terzo mondo, terrorismo, medicina epotere, I' antipsichiatria, i Franchi Narratori, la grande letteratura tedesca e latino-americana, e la nuova letteratura americana, ilfemminismo, il socialismo, la musica, l'arte, il mondo dei giovani). 1grandi narratori, Gunter Grasse Henry Miller, 1962, Garcia Marquez, 1968, ai quali vanno aggiunti i clamorosi ritorni del momento: Karen Blixen, 1959, Mishima, 1961, Marguerite Yourcenar, 1962, Peter Handke, 1969, Sibilla Aleramo 1963. iDavid JorgeAmado GabrieUa garofano e cannella La prima, forse la più trascinante e felice, delle figure femminili create da Amado. Lire 15.000 Ruth Rosen, Sue Davidson (a cura di) Sua affezionata Maimie Dalla storia di una giovane prostituta americana un vero romanzo epistolare. Introduzione di Anna Del Bo Boffino Lire 14.000 B. Traven Storie della giungla messicana li mondo affascinante dell'enigmatico autore di «Il tesoro della Sierra Madre». Lire 13.500 Di prossimapubblicazione Philip Roth Dgrande romanzo americano Lo sport come metafora dell' «american way of life». Leiminagini:qdui estonumero Le immagini di questo numero sono tratte da una monografia di Rassegna (la rivista di problemi di architettura dell'ambiente, diretta da Vittorio Gregotti), dedicata alle riviste d'avanguardia, a cura di Jacques Gubler. L'occasione è perciò quella di ripercorrere - nel tentativo sempre destinato alla parzialità di fissare un repertorio ragionato - la rete dei motivi, dei rapporri e degli scambi, che caratterizza sempre il costituirsi e il coagularsi di un'avanguardia, non a caso da illlendersi come «movimento». Lo diceva, nel suo campo, anche Napoleone: ,di dovere di un'avanguardia o di una retroguardia non è avanzare o indietreggiare, ma manovrare». La manovra, se consideriamo il momento «storico» che arriva forse agli anni trenta e le situazioni meno note, è condotta anche attraverso uno strumento insostituibile, la rivista, supporto «leggero», ideale per il trasporto da un punto all'altro di un continente, pagando un modico pedaggio alle organizzazioni postali, di idee e opere di un certo peso, persino architetture. Le riviste sono del resto perfettamente consapevoli -di questa loro funzioSommario Francesco Leonetti Robbe-Grillet e Vittorini con Kuhn (Djin, di A. Robbe-Gril/e1;Le due tensioni, di E. Vittorini) pagina 3 Romano Luperini Moravia, Sahara, 1934 (Letteredal Sahara-1934, di A. Moravia) pagina 4 Anna Panicali La voce e la traccia (Foné, Firenze16ottobre1982 -23febbraio 1983) pagina 5 Fabrizio Rondolino Scrittori ebrei e Mitteleuropa (CulJuraebraicae letteraturamitteleuropea, Gorizia 6-9 novembre 1982) pagina 5 Adelino Zanini Machiavellerie (Scrittisu Machiavelli, di F. Chabod; Vita di Niccolò Machiavelli,di R. Ridolfi; Studi su Machiavelli,di G. Sasso; Studieson Machiavelli,a c. di M.P. Gilmore; Niccolò Machiavelli, di U. Volli; Machiavellerie,di C. Dionisoui) pagina 8 Prove d'artista: Fausto Melotti pagina 9 Antonio Porta Verso l'Africa pagina 10 Francesco Leonetti Drammaturgia, espressionismo pagina 11 Da Berlino a curadi Kurt Hingelberg e di Maurizio Ferraris pagina 12 Da Parigi a curadi Nanni Balestrini e di Maurizio Ferraris pagina 13 Omar Calabrese Architettura sovietica pagina 13 Andrea Calzolari Seminario di Baczko (L'utopia - Utopia, di B. Baczko; Il passalo e l'avveniredell'utopia, Parma 4-6 ollobre /982) pagina 15 Maurizio Ferraris Traurnzeit (La legillimazionedell'arte,di G. Carchia) pagina 15 Maria Caterina Ruta Teresa (Esperienzainterioreestorianell'Autobiografiadi Teresad'Avila, di R. RosComunicazione ai collaboratori di «Alfabeta,, Le collaborazioni devono presentare j seguenti requisiti: a) ogni articolo non dovrà superare le 6 cartelle di 2000 battute; ogni eccezione dovrà essere concordata con la direzione del giornale; in caso contrario saremo costretti a procedere a tagli; Riviste dell'avanguardia ne, se arrivano a pubblicare, come nel caso di Ma, vere e proprie mappe in cui si riuniscono riconoscendosi ed esibendo i propri legami. Come scrive Antoine Baudin, che analizza la situazione del/' Europa centrale e orientale, «la loro politica redazionale è in genere basata sulla pluridisciplinarità, la non classificazione delle pratiche e lo scambio internazionale. Si traua di una politica di aggressività e di provocazione, ereditata dal futurismo e dal dadaismo, che traspare nei titoli-manifesti che sottolineano con decisione la griglia o la lista delle riviste che pubblica, come segno di riconoscimento reciproco, ciascun membro della rete: elementarismo (G, ABC all'ovest, ma anche Disk, Punct, ecc., all'est); macchinismo (Mécano, Manomètre, ma Zwrotnica - la mànovra degli scambi, Dzwignia - la leva); simbolismo vario (Ma - domani, Praesens, Contimporanul, Zenit, Blok, Avantgarda, Pasmo- la Zone, quella di Apollinaire)». Le copertine di queste riviste, destinate a diventare «icone» del/' avanguardia altrettanto bene di quelle che pubblicavano al loro interno, firmano, e non solo col nosi; El arte literariode Santa Teresa, di V. Garciade la Concha;Teresade Avila. La libertàdelsublime, di G. Mancini; La fable mystique, di M. De Certeau) pagina 17 Testo I contorni in piuura di René Thom nota introduttiva e cura di Angelo Fabbri pagine 19-22 Sergio Manghi La nuova alleanza: discussioni (La nuova alleanza.Metamorfosidella scienza - Ordine/disordine,di I. Prigogine e I. Stengers;ControPrigogine,di A. BaraccaeA. Vulpiani;Il giocodelle perle di vetro, di M. Galzigna) pagina 23 Angelo Baracca / Angelo Vulpiani Otto punti pagina 23 Massimo Marzi Libertà e proprietà (Libertàeproprietàalleoriginidelpensiero borghese,di C.B. Macpherson) pagina 25 Paolo Vineis Le mal du siècle (Malattiacome metafora, di S. Son1ag; Psicoanalisie cancro,di L.A. Chiozza; Canee,. Science and Society, di J. Cairns; The Causes of Canee,, di R. Doli e R. Peto) pagina 27 Paolo Bertetto Il bagno nel neon (One from the Heart, di F. Coppola) pagina 28 Antonio Attisani Due Cechov (Il giardino, da A. Cechov, Piccolo Teatrodi Pontedera;1vanov,di A. Cechov, TeatroNiccolini - Il Granteatro) pagina 29 Cfr. Bibliografia analitica: La saggistica teorica (secondo semestre 1982) a curadi Maurizio Ferraris pagine 30-31 Mario Spinella Le nebbie del 7 aprile pagina 33 Roberto Guiducci La fine secondo Schell (Il destinodellaterra, di J. Schell;Culturaper la pace, di Autori vari; Morie nucleare in Italia, di A. Buzzati-Traverso) pagina 34 Roberto Di Marco Il silenzio degli intellettuali («Cronicaitaliana»6) pagina 35 Romano Canosa Il potere occulto («CronicaiJa/iana»7) pagina 37 b) tutti gli articoli devono essere corredati da precisi e dettagliati riferimenti ai libri e/o agli eventi recensiti; nel caso dei libri occorre indicare: autore, titolo, editore (con città e data), numero di pagine e prezzo; c) gli articoli devono essere inviati in triplice copia è l'autore deve indicare indirizzo, numero di telefono e codice fiscale. me, il loro progetto. Spesso sono d'autore, da El Lisickij a van Doesburg, MoholyNagy, Karel Teige, e sempre, nella loro «architettura», mani/ estano la consapevolezza del loro ruolo e la volontà di presentarsi con un'immagine qualificante. L'attenzione per laforma della comunicazione è perciò il dato immediato che ne vien fuori: dall'uso di lingue diverse, che sottolineano l'internazionalismo, alla creazione di slogan, neologismi e veri «gerghi» dell'avanguardia, alla grafica rivoluzionata e rivoluzionaria per tutta la tipografia moderna. Per essere veicolo della nuova arte, la rivista si trasforma in oggetto estetico essa stessa e si propone come manifesto, dando forma a un lavoro di riflessione metalinguistica di cui ancora godiamo i frutti: basti pensare alla proclamata autonomia del significante. Scommessa davvero riuscita se, attraverso la loro «bellezza di superficie», siamo ancora catturati a indagarne la cifra e non poterne dimenticare la storia. Isabella Pezzini Giornale dei Giornali L'intrigo bulgaro pagina 38 Indice della comunicazione L'Onu, l'Unesco e l'informazione pagina 38 Le immagini Isabella Pezzini Riviste dell'avanguardia Errata corrige Il testo La coronanelpozzo di A. Kruèenych (Alfabeta n. 43) non era a cura della traduttrice Serena Vitale, come erroneamente indicato, ma di Pablo Echaurren. Ce ne scusiamo con l'interessato. alfabeta mensiledi informazioneculturale dellacooperativaAlfabeta Comitatodi direzione: Nanni 13alestrini, Omar Calabrese, Maria Corti, Gino Di Maggio, Umberto Eco, Francesco Leonetti, Antonio Porta, Pier Aldo Rovatti, Gianni Sassi, Mario Spinella, Paolo Volponi Redazione: Carlo Formenti, Vincenzo Bonazza, Maurizio Ferraris, Marco Leva, Bruno Trombetti (grafico) Art director Gianni Sassi Edizioni Intrapresa Cooperativa di promozione culturale Redazione e amminislrazione Via Caposile 2, 20137Milano Telefono (02) 592684 Coordinamentoeditoria/e: Carlo Formenti Coordinatoretecnico: Giovanni Alibrandi Pubblicherelazioni: Marco Pesatori Corlzposizione: GDB fotocomposizione, via Tagliamento 4, Milano Telefono 5392546 Stampa: Rotografica s.r.l. via Massimo Gorki, San Giuliano Milanese Distribuzione: Messaggerie Periodici Abbonamento annuo Lire 30.000 estero Lire 36.000 (posta ordinaria) Lire 45.000 (posta aerea) Numeri arretrati Lire 5.000 Inviare l'importo a: Intrapresa Cooperativa di promozione culturale via Caposile 2, 20137Milano Telefono (02) 592684 Conto Corrente Postale 15431208 Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 342 del 12.9.1981 Direttore responsabile Leo Paolazzi Tutri i diritridi proprietàleueraria e artisticariservati La maggiore ampiezza degli articoli o il loro carattere non recensivo sono proposti dalla direzione per scelte di lavoro e non per motivi preferenziali o personali. Tutti gli articoli inviati alla redazione vengono esaminati, ma la rivista si compone prevalentemente di collaborazioni su commissione. Il Comitato direttivo campagna abbonamenti 1983 Quarta annata Musica/Realtà Rivistaquadrimestrale diretta da Luigi Pestalozza Comitatodi direzione: Paolo Barile, Mario Baroni, Sylvano Bussottl, Diego Carpitella, Giovanni Cesareo, Rossana Dalmonte, Franco Fabbri, Enrico Fubini, Armando Gentilucci, Giuseppe Gherpelli, ~ioachino Lanza Tornasi, Luca Lombardi, Cesare Luporini, Giacomo Manzoni, FerrucciQMasini, Pier Franco Moliterni, Luigi Pestalozza, Maurizio Pollini, Fausto Razzi, lvanna Rossi, Edoardo Sanguinati, Piero Santi, Michelangelo Zurletti. Abbonamento annuo: Italia L. 18.000 Estero L. 25.000 A chi si abbonaentro Il febbraio 1983 verrà riservatoIl prezzopromozionai.edi L. 15.000 I versamenti vanno effettuati sul CCP n° 14724207 intestato a: Edizioni Unicopii via R. Bonghi, 4 20141 Milano Mariano Bianca L'ESISTENZA IMMAGINATA con una prefazione di G. Saviane RICERCHE

Robbe-Grllet e Vittorini -cònKuhn Alain Robbe-Grillet Djinn trad. it. di Roberto Rossi Milano, Gtianda, 1981 pp. 107, lire 7.000 •Elio Vittorini Le due tensioni Appunti per una ideologia della letteratura a c. di Dante !sella muta il-nome. Vittorini fa giochi sul nome: che è un punto dove oggi non è più possibile a un autore moderno non far giochi, nell'imbarazzo, nella rottura ... In tutto ciò entrano per lui comportamentismo, liricità, ecc. ecc. E insieme entra l'inquieta innovazione più radicale in Italia nel Novecento nell'antitesi al concetto di «rappresentazione». Francesco Leonetti Devo dire oggi che sui rilievi di Barthes ho un'impressione duplice: per un verso, sono strettamente connessi allo strutturalismo lin- •guistico crescente; per l'altro, hanno pur·essi un'incidenza epistemologica. Né si tratta di due valoti" contraddittori, certo; ma non sono la stessa cosa. In uno scritto Barthes distingue Robbe-Grillet da Butor (più amico suo, ricordo, in quegli anni); in- Milano, il Saggiatore, 1967, 198!2 pp. XVIIl-284, lire 12.000 pure l'assurdo», «La sua arte con- sul senso; però non sembra porre siste precisamente nell'operare un problema di fondamenti; osseruna decezione del senso nel mo- va che Robbe-Grillet tenta di non mento stesso in cui apre il senso», dare senso, pur sapendo che è im- «Morrissette mostra chiaramente possibile. E ciò si colloca, piuttoche il romanzo di Robbe-Grillet è sto, come·una verifica al contrario una 'storia'», «Come ogni autore, della sua tesi esposta nel famoso e nonostante le sue dichiarazioni saggio del '63, «L'attività struttuteoriche, egli si esprime sulla sua ralista», nella rivista di Nadeau, opera in modo costitutivamente mentre usciva la raccolta fondatiambiguo; inoltre la sua opera evi- va sul termine di struttura di R. -dentemente evolve» (Saggi c'!_tjyi. Bastide; dove appunto Barthes arr--------------------------------------------, gomenta che tale attività, di cui la I ntendo anzitutto ricostruire, in breve, alcuni motivi critici e teorici che sono riferibili a Robbe-Grillet nel principio degli anni sessanta. E intendo ricavarne un utile' attuale di valutazione nuova, e di ritocco complesso, confrontando il versante allora dibattuto, e poi trascurato più o meno, della teoria della letteratura (e, in essa, della tecnica narrativa) e il versante di crisi della ricerca scientifica a livello dei principi in questo ventennio. Riapro i polverizzati e insistenti pensieri di Vittorini, poi raccolti col titolo Le due tensioni: quella specifica letteraria, e quella teorica particolarmente politica, nel suo tentativo (fra gli altri) di sforzare il luogo comune del «realismo» in rapporto con la sinistra, sostanzialmente lukacsiano all'origine e poi deteriorato o fisso. C'è un capitolo intitolato «Cézanne: il bicchiere di Cézanne - (per Robbe-Grillet) - descrizione che è una ridefinizione». E cito più oltre: «la pittura di Cézanne è una tensione che procura solo tensione, sforzo razionale, senza alcun conforto nemmeno accessorio di piacere, di edonismo, di godimento estetico ( ... ) immedesima chi guarda con la sgradevole, non distendente, non tranquillante posizione di chi compie una ricerca» (pp. 44 e 47). Ricordo di averlo letto nell'originale. • Robbe-Grillet non figura, dopo che il titolo l'aveva indicato fra parentesi ... Ma è compreso e implicitato in quella frase sulla ricerca ... E a lui fra taluni altri- con sospetto invece per le avanguardie - Vittorini si riferisce quando parla dei «congetturali». Il termine di congettura, che può valere come ipotesi, procedimento critico, ecc. ecc., nel suo senso corrente, ha veramente qui un'estensione maggiore di messa in dubbio, di messa fuori certezza. È ciò che in altra sede comincia a porsi esattamente con Kuhn nel '62. Va dunque notato che c'è in Vittorini un esplicito e assai tempestivo (anticipatore) interesse epistemologico, con sua lettura della querelle relativa nei primi anni sessanta (mentre Vittorini è oggi trascuratissimo). Lui stesso ha indagato problemi dell'identità e dei fondamenti, come autore. Si può vedere presso di lui il tormentato statuto del personaggio: che si chiama Coi Baffi o Senza Baffi, ecc. ecc., ma non ha la carta d'identità che lo costituisce in un finto stato civile. Il suo nome è connesso con l'azione, ne emerge al momento. del suo ingresso, che lo fissa, con una certa variabilità; nel ll'ateag,l· ol e, ra Jby60111 1p MHu11h: Xeana TH Cp6■jo nena· - Bram10 Ve Poliansky: La tace qui aiffle - Mi, ■jaH M11K1>U: hpRo oor1111e/be111k10Hnpy1<- u111y cnoaHa1e. aCHJIHje KHHAIIHCKM: Anc:Tpaa:- THa v•nHocT - Herwarth Walden: Oedlcht l'pHrop11R tl•THHKOH: llec•a - PHCTa Panro11111;:Mvae, - l:Tf'k8H )f{11~aHOHN16ip: vKa • UP Ha pyKa - f f eo M1111ea, Gh~oMilef-f ft-o MM11te:CrnTrMRpNI - 6p111tko Be llo- /b8HCKH: LB81CO j po CRHP~M - A11.11pa y-- TPOIIMh: foeop KMno111eTllpCIIR - eCIIIIK Y ,!IV.llHHUH - M. E. fO,llOHCICII; Hlll'I08 O -- BeK. ~cnHTalbe, y•eTHHKY JbyOo■■p M11u11h:Bapeapcky Kajra11y - LJparyTHHMapHI;: CallpaHa - Boj11cnae Aea1<v■oe■II: Hoaa - Mat<pOCkOn. INTERNATIONALE - • ..... - • .. t ·- ZENIT DIRECTEUR - L IOUBOM IR M ITZITCH L a linea interpretativa maggiore o più durevole per RobbeGrillet proviene da Barthes, come è noto, con rilievi che vanno al di là del noioso e inconcludente dibattito centrato già, per il nouveau roman, sull'oggetto e sullo sguardo... Noioso, devo dire, a mio avviso. E pensare che già Lacan, qui non presente, aveva esposto una idea folgorante: come lo sguardo precede l'ingresso nel simbolico e la rottura col tutto, nell'infante, e come, dunque, lo sguardo nell'artista è un ricupero de luto ... _un altro presenta Morrissette su Robbe-Grillet. Possiamo, per ricordo, estrarre alcune definizioni: «È il tentativo di mantenere la negazione al livello delle tecniche romanzesche», «Lo scacco è nella natura stessa di questo progetto (non c'è un grado zero della forma, la negatività gira sempre in positività)», «Questa negatività, tecnica e non morale» ('58). E ancora nel '62: «Il primo Robbe-Grillet (non si tratta di un' anteriorità temporale, ma solo di un ordine classificatorio) decide che le cose non significano nulla, nep- ·· ed. it. Torino, Einaudi, 1966 e 1972, pp. 49 e 130). Certo ho citato troppo, per puro piacere. E, per esempio tempestivo, nella rivista Il menabò di Vittorini e Calvino, la valutazione di Guido Guglielmi per Robbe-Grillet, la prima corposa in Italia, se non sbaglio, elabora pure Barthes, dice: «In realtà ciò che si attua è l'elusione sistematica del senso» (Il menabò n. 6, p. 258 - insieme con un mio Blanchot, con aura simile). Ecco, questo discorso di Barthes verte epistemologicamente letteratura fa parte, è un'attribuzione di senso, mentre «comporta due operazioni tipiche: ritaglio e coordinamento» ... S e ora pigliamo in considera-. zione il quesito tecnico, il tipo di costrutto narratologico con le sue leggi interne, che è pure un approccio possibile a Robbe-Grillet, ci potremo forse accorgere che esso è insoddisfacente. Si volle compiere vent'anni fa una contrapposizione generica fra il criterio della «rappresentazione» in senso tradizionale, e una narrativa giustamente moderna che rompe e scompone questo criterio (antinaturalistica). Non c'è dubbio che la rottura e la scomposizione, come nelle avanguardie artistiche alcuni decenni prima, è il nuovo. Ma, detto questo, oggi occorre una valutazione non schematica. E dunque: a) La rappresentazione può darsi «allargata». Come Brecht si diversifica da Lukacs sulla nozione di realismo, includendo il proprio espressionismo, possiamo comportarci ancora, scartando il fastidioso ricorso, naturalista sempre e non realista, alla rappresentazione. Aggiungiamo, su ciò, che il fastidio investe ormai ogni realismo, se non quello elaborato nel '76 da Putnam come «interno», contro quello metafisico, dove risulta che l'ambiente è sempre una costruzione simbolica dell'ambiente, ecc. ecc. b) La rottura e scompos1z1one (che giunge quindi, come è noto, alla disseminazione, quale abbiamo in Burroughs, e in Sollers anche) è stata assolutizzata: sia come gioco linguistico, sia come sintomo di crisi del soggetto. (E al confronto va oggi valutata la misura di Robbe-Grillet). Io non mi trovo d'accordo del tutto, per esempio, col recente scritto-intervista di Jean-Jacques Lebel per Burroughs (in Change), dove si pone inizialmente un confronto fra le tecniche innovative della pittura, divenute essenziali, e quelle rare e ritardate della letteratura (anche il Vittorini da me citato risente di un simile paragone, legge il Cézanne di Merleau-Ponty). Mi va benissimo che Lebel scelga Burroughs, dove c'è insieme tale tecnica e la liberazione di flusso che è attribuita da Deleuze alla letteratura come valore suo proprio e riferita al movimento beat. Tuttavia, qui nel movimento beat, come forse già in certi romanzi del vecchio secolo XIX con categorie di raffigurazione, si determina un uso della finzione che ha valori inattesi: appropriazione espansiva di un ambiente simbolico, legame e contraddizione fra tempo storico e passioni, ecc. ecc.

A mio avviso, dunque, tutto il confronto sulla «tecnica» è riduttivo. Ciò che importa è piuttosto: a) la consapevolezza del linguaggio come non strumentale, b) l'immissione dei fattori costruttivi· della narrazione in una ragione culturale complessiva del periodo. E eco, a effettuare un brevissimo ritorno d'attenzione al testo di Robbe-Grillet, si osservi come la sua .singolare operazione, esemplare, con elementi costanti ed elementi in evoluzione, risponde proprio ai due punti: esclude ogni strumentalità del linguaggio senza costituirlo come essenz11(inevitabilmente estetistica); si rende operatore avanzato nell'àmbito della ragione culturale che si sta rivoluzionando nel suo periodo. Certo, questi sono rilievi che hanno una loro ovvietà; ma determinano un altro punto di vista. Possiamo semplicemente dire, a rigore, che Robbe-Grillet è scrittore con uno stile pieno di abrasioni, sbavature, stesure a più strati, come un pittore fra rastrattismo e l'informale. Si può vedere in questo senso Dijn11, con lo splendido inizio e col cieco condotto da un ragazzo, simbolo della vita ... Ma, per dire qualche cosa sul secondo punto, a distanza riscontriamo che è della data del '62 il libro di Kuhn sulle rivoluzioni scientifiche dove è posta la strana nuova domanda che la scienza, come l'arte, non abbia un progresso in avanti ... Di qui si apre una questione su cui ancora insiste Putnam, che ha perso ogni fiducia nella scienza ... Si sa bene che si tratta della perdita di certezza nell'esperimento come verifica, ancora al di là della critica di Popper. Ecco, in questa sfera nuova di un confronto possibile della scienza e della letteratura si trova a mio avviso la più precisa ragione attuale di riferimento critico-teorico a Robbe-Grillet. E ad altri testi - con una possibilità critica nuova. Se l'episteme, e cioè il sostrato o nucleo di certezza della conoscenza, viene sofisticata, derivando da ciò una tendenziale equivalenza di statuto della scienza e della letteratura, che si muoverebbero entrambe secondo la congettura, ci possiamo certo distanziare dall'intenso e semplificato dibattito del '60, ·ma possiamo formulare in rapporto anche con esso umr questione nuova. Questa, appunto, del valore cognitivo della letteratura, della conoscenza in letteratura, come qualche cosa che non è «contenutistica» e tocca radicalmente l'etica, la percezione, l'atteggiamento mentale. Moravia5,.~~ara, 1934 Alberto Moravia Lettere dal Sahara Milano, Bompiani, 1982 pp. 204-,lire 12.000 1934 Milano, Bompiani, 1982 pp. 272, lire 12.000 N elle Lettere dal Sahara (p. 105) il protagonista (in questo caso l'autore stesso, che parla in prima persona) si trova ingiro per Roma, frastornato dall'orgia del consumismo. Lì per lì decide di partire per Nairobi, lontano dalla ressa· dei «saldi» europei. «Detto e fatto - si legge. - Telefono a Nairobi ad un mio amico (... ) e lo prego di trovarsi all'aeroporto». Poche pagine dopo (p. 112) il protagonista, che è già in Africa, vede dalla finestra di un motel sopraggiungere «tre grandi autobus zebrati di una agenzia turistica». Subito si riscuote, corre dall'amico: «'Stanno per arrivare i turisti. Scappiamo a visitare il parco prima del loro arrivo'. Detto e fatto, dieci minuti dopo siamo già sulla pista, lontano dal motel». Ancora una fuga dal consumismo e ancora una formula: «detto e fatto». Pochissime pagine dopo (p. 116), il protagonista si oppone ad andare a vedere i leoni perché li trova troppo «turistici» e, per dir così, consumistici; ma l'amico lo convince del contrario, spiegandogli che invece sono animali tipicamente africani. «Detto e fatto, prendiamo a girare per il parco, alla ricerca di rocce (... ) in cui si mimetizzi il re della foresta». La formula «detto e fatto» ricorre tre volte nello spazio di poco più di dieci pagine a indicare una traslazione di piani: dal piano della società consumistica a quello dell'Africa, dal noto all'ignoto, dal mondo conosciuto e regolato dell'Europa al mondo sconosciuto e mostruoso dell'Africa. Si'suol dire che fra dire e fare c'è di mezzo il mare: questa, formula supera d'un balzo questo "!ar~.-C'è uno scatto - che è anche quello che passa fra il desiderio e la sua realizzazione, esattamente come nelle fiabe. Non manca, tuttavia, neppure l'esempio opposto. Poche pagine dopo quelle citate (esattamente al- • le pp. 140-41), viene descritta l'uccisione di un coccodrillo, il cui cadavere viene poi gettato sul tetto della Land Rover. La zampa del coccodrillo resta sospesa davanti al finestrino e pare che batta contro il vetro per richiamare l'attenzione del protagonista. È un appello vagamente minaccioso: quasi l'appello della morte. Ed ecco la conclusione: «Perché bussa al vetro questa manina catafratta? Forse per raccomandarmi che debbo ricordarla se. racconterò la morte del coccodrillo. Ecco fatto». Qui l'«ecco fatto» ha una funzione analoga al «detto e fatto», e insieme opposta. Dalla minaccia dell'ignoto ci riconduce al noto, al mondo razionale (per Moravia) della scrittura e della letteratura. L'anormale viene ridotto al normale attraverso l'atto scrittorio . Abbiamo qui, in nuce, il processo stesso con cui il libro è stato costruito. Da un lato l'Africa (ad esempio lo Zaire, pp. 170-71) è un «mostro incredibile e affascinante», un «altro mondo» da cui è esclusa l'umanità (vedi pp. B1b1101ecag1nooianco 203-4); dall'altro, questo «altro mondo» è letto, interpretato e conosciuto attraverso gli strumenti della letteratura (significativo il continuo riferimento al Conrad di Cuore di tenebra, durante il viaggio sul fiume Zaire) e comunque della ragione europea, la quale giudica ciò che le è semplicemente estraneo come mostruoso. Da un lato dunque il «diverso» attrae, dall'altro spaventa e viene esorcizzato attraverso la sua emarginazione a «mostro» e la sua riduzione a og~etto letterario. E un processo che collega Moravia al reportage della prosa d'arte degli ex rondisti: non per scelte di linguaggio e di stile, beninteso, ma per un rapporto col «diverso» che è in parte simile a quegli esempi. Nel capostipite di questo genere, infatti, il Cecchi di Pesci rossi, descrittore di pesci dall'aspetto mostruoso se visti di fronte, ma eleganti e delicati se colti di profilo, o degli animali dello zoo in Bestie sacre, il disordine, l'ignoto, l'abnorme, filtrato attraverso gli schemi dell'umanesimo fiorentino, viene trasferito nell'ordine, nel noto, nella norma. Va da sé che il riferimento vale solo fino a un certo punto. Giova,, infatti, ritornare alle considerazioni fatte a proposito della formula «detto e fatto». È una formula fiabesca. E non solo perché della favola ha la virtù semplificante, l'annullamento delle mediazioni, ma anche perché ne pone in rilievo un procedimento: attraverso la favola l'ignoto trova il suo lasciapassare - benché limitato dalla coscienza che appunto di favola si tratta. Così succede, a volte, che Moravia (di cui, d'altronde, è noto l'interesse per il racconto fiabesco) spiega una scena «diversa», strana, proprio riducendola a una favola conosciuta. Quando descrive i pigmei, dapprima ricorda Biancaneve e i sette nani, poi osserva: «I pigmei intonano una loro canzone che risuona curiosamente canzonatoria e maliziosa nel silenzio della foresta. E allora, ad un tratto, il già visto, il già immaginato si rivela. Sto vivendo la favola tedesca degli gnomi che fanno il girotondo intorno alla loro minuscola casetta sepolta nel cuore della foresta» (p. 199). Appunto: il mai visto viene ricondotto - e ridotto - al déjà vu attraverso la favola, la diversità africana agli schemi della cultura favolistica mitteleuropea. Di nuovo, insomma, è al mondo della scrittura e della letteratura che viene deputato tutto il potere della mediazione - e della neutralizzazione. Esattamente come nell'esempio della zampa del coccodrillo. Ma il ricorso alla favola, se semplifica l'approccio all'ignoto nel momento stesso in cui gli lascia un varco ove può legittimamente manifestarsi, è pur sempre indizio di un'ansia non risolta, di una minaccia esorcizzata eppure incombente. Il mistero del «diverso», per quanto tenuto sotto controllo, sembra in parte sfuggire alle maglie interpretative della letteratura. A volte il confronto-filtro col mondo occidentale e con la sua cultura non basta, o non regge. Si veda la conclusione di «Tamburi nella notte», ove il ricorso a immagini e situazioni del mondo infantile europeo (la «bambola leggera») non serve, e alla fine gli europei si ritrovano «quasi increduli, nel silenzio e nell'oscurità della boscaglia» (p. 41). Questo «quasi increduli» è una spia significativa. Sta qui la chiave del libro: nella presenza di un irriducibile doppio-fondo. Moravia tende sempre a ridurre la vita alla sua superficie spiegabile: insegue sempre un meccanismo semplice di causalità, che lo induce a razionalizzare, a semplificare, a schematizzare. La sua scrittura è una macchina stritolasassi che tutto macina e riduce a proporzioni mi-· nime e note. Eppure qualcosa resiste, s'oppone, fa gorgo. E proprio in questo incepparsi del meccanismo c'è il Moravia più inquietante e moderno. Vale la pena d'aggiungere che a tale incepparsi corrisponde anche un allentamento - o una temporanea messa in cri.si - della funzione mediatoria e neutralizzante della letteratura. A nche in 1934 il mistero della duplicità della civiltà occidentale - esemplata sul suo cardine, la coltura tedesca - viene .,,,_ ridotto a un gioco di maschere, allo scambio-identità di Beate e Trude, scambio reso addirittura più verosimile e razionalmente accettabile dal fatto che Trude è un'at- .$! trice di professione. Ne deriva il l§ solito meccanismo a incastro, ba- ~ sato sull'implacabilità dell'intrec- "<> . ~ ao, sulla scorrevolezza caus.µe de- ~ gli avvenimenti e sulla spiegazione minuziosa e razionale di ogni episodio. Moravia probabilmente non si è

.......................................................................... , 5 • --. Lavocee latraccia •5 ■ Anna Panicali ■ ■ ■ : 11 c:icJo «Foné, la voce e la trac- poverimento nei confronti dellarie- Aristotele - dei «patemi nel/'ani- lia nella letturadi passi poetici, in ne, fino al mormorio della natura. ■ ■ eia»,_promossodall'assessorato chezza, della vivezza della parola ma». francese e in italiano, dal Libro Anche la sezione dedicata alla ■ ■ alla Cu/Juradel comune di Fi- parlata?» Anziché correre dietro Un grande avvenimento è stato delle interrogazioni (curato dallo poesia come pura sonorità ci è ■ ■ renze, è ormai giunto a metà del alla moda, si sente che all'origine costituito dalla presenza di Ed- stesso Scalia·per la sua nuova atti- sembratafelice: indimenticabilere- : ■ suo cammino. Molte novità lo han- del progetto c'è anche la riflessione mondlabès, con il qualesi è aperta vità di edizioni di «In forma di pa- sterà l'improvvisazione musicale e ■ ■ no contraddistinto sia rispetto ai sulle recentiesperienzedelle letture la sezione del ciclo intitolata alla role»)e da Le petit livre de la sub- il concertoper voce, sintetizzatore ■ ■ convegni e seminari di studio cui poetiche in pubblico e sull'espio- voce e alla scrittura. Per il pqeta version hors de soupçon (Paris, e nastromagneticotenuto da A/vin ■ : sianw abituati, sia rispettoai festi- sione di oralità in vari modi con- francese la voce, non «complice» Gal/imard, 1982). Curran. ■ ■ vals di poesia- modelli, entrambi, nessaal trionfo delle comunicazio- (non intesa, cioè, come puro stru- Enzo Mandruzzato, trasferendo Dunque ci sarebbe di che esser ■ ■ che gli organizzatorisi erano rifiu- ni di massa e della civiltà dell'im- mento di comunicazione) ma il testo scritto (le sue belle versioni contenti, anchese non si può fare a ■ ■ tali fin dall'inizio di mimare, op- magine. Si chiedono, infatti, i pro- «creatrice»,è la voce di Dio-di un daHolderlin, Pindaroe Catullo)in meno di notare che l'eco della ■ ■ tando piuttosto per un'accurata motori del ciclo che senso possa r---------------. voce, ricreandolodentro di sé pro- stampa è risuonatacon vocepiutto- ■ ■ concertazionedi criticae letturadi avereoggi il prorompere dell'ora/i- (11 •q •.~, ......I-li'.."'.,, J prio come fa il traduttore, ha fatto sto fievole e sommessa. È vero che ■ ■ testi poetici, di colloqui e messin- tà, «dal momento che si presenta J I ._11 ;J I~ "11 riviverea un uditoriofolto e attento il ciclo è tuttora in corso e attende ■ ■ scena del discorso. come spontaneità e immediatezza, _\ I••,, I,'• 'l'.\I{ I . 1 lo spirito delle antiche rapsodie. poeti, musicisti, mimi, criticie atto- : ■ I momenti che scandiscono que- mentre non è che voce registratae _ ,...r I' Jacques Derrida, la cui opera si ri, i cui nomi sono di rilievo inter- ■ ■ sta sorta di viaggio nel linguaggio memorizzata nello scritto». può senz'altro dire laprima ispira- nazionale (da Baudrillard a Julia ■ • , n1 t ~ •• •1.-·1•1••.••.1 b letterarioe poetico si sono imposti E difficile recensirein breve spa- • JI" • .(I trice del ciclo, ci ha fatto ascoltare Kristeva, da Giorgio Agam en a ■ ■ come essenziali alla comprensione zio le riccheserateche si sono sue- la scrittura - una scrittura molto Uvinas, da FerruccioSo/eri a Lu- ■ : dei fenomeni più significativiin cui cedute, anche perché - grazie al- originale, in cui ilpensiero anziché ciano Berio, a Mario Luzi, a Gior- ■ ■ la vocesi manifesta:dall'epicagre- l'impegno e allapassioneche i criti- .:-r---r---i procedere secondo laforma. logica gio Caproni, alla ballerinaValeria ■ ■ capreletterariaallascritturafoneti- ci, i poeti, gli attori o i concertisti "-;S~:di\ de~'argomentazione, si è espresso Magli), ma è altrettantovero che lo ■ ■ ca; dall'actio come retorica del ·intervenutihanno dimostrato - si come oratorio a più voci nel com- erano anche quanti sono già inter- ■ ■ 'porgere'allapoesia come voce del deve riconoscere che tutte, per un mento polilogo allafrase «Il y a là venuti. Viene quasi il sospetto che ■ ■ Sublime e dell'Abietto; dal trionfo verso o per l'altro, si sono rivelate cendre». gli orecchideigiornalistio deipoli- ■ ■ del 'significante' nell'esperienza notevolmente interessanti.Il ciclo è Non si possono tuttaviapassare tici siano ormai diventatisordi alla : ■ dell'avanguardia, al recupero del stato inaugurato con grande sue- sotto silenzio gli esperimentianche poesia, alla musica o alla fil.oso-■ ■ senso segretoe misteriosodellapa- cesso da Piera Degli Esposti, che ~~~II:l;;;~ inediti sulle funzioni degli ana- fia ... a meno che non si colorino e ■ ■ rola negli anagrammi. Quanto al- ha dato espressionee coloreallefi- grammi nel linguaggio poetico, si mascherinoa mo' di carnevaleo, ■ ■ l'ultimo punto, - la voce di Narci- gure poetiche da lei interpretate: presentati con lucidità e chiarezza viceversa,non diano luogo ai clas- ■ : so, l'ascolto della propria voce al dallapazza di Chaillota Milanella lr .• !n 4 .,~.,Jllil~lrH• 'f• da Giampaolo Sasso;l'acuto collo- sici convegni-lampo(speciedi ritiri ■ ■ di là della musica e dellaparola, - Figlia di Iorio, da Ermione nello ~ ••• r. t'I 'A J ., quio di Paolo Fabbrisullepassioni spirituali), latori magari di glorie ■ ■ spiace l'assenza di Carmelo Bene, scespiriano Racconto d'inverno a ~------------- come azioni e sull'originarsi della accademichee istituzionali a chi vi ■ ■ che tra i primi era stato invitato, Medea nella versione di Corrado dio assente, che ha interrottoil suo voce dal brusìo, anziché dal silen- partecipa, ma anche di tanta noia ■ ■ assieme a Klossowski. Alvaro, fino al soliloquio della parlare e ha lasciatosolo traccesi- zio; la letturada Il trionfo e l'esilio per chi li ascolta. : ■ La sceltaè subito apparsaseriae Molly joyciana. Chi l'ha ascoltata, lenziose da leggere, decifrare e di Piero Bigongiari;la finezza cri- ■ ■ oculata,forse perché è nata da una è stato spinto a riflettere(nel parti- comporre inparole, in scrittura.In tica con cui Adelia Noferi ha de/i- Foné, la voce e la traccia ■ ■ vera domanda: «Che senso ha la colarecontesto creatodal ciclosul- una scritturache trasportanellapa- neato alcunefigure che la voce ha Conferenze, letture, spettacoli ■ ■ voce? ll senso trasmessodallapa- la phoné) sulla voce come articola- gina la memoria di un conoscere e assunto nella tradizione letterariae e concerti ■ ■ roladetta è differenteda quello de- zione dell'interiorità,quasi materia di un sentirepersonali e insieme di poetica: da quella del Logos a Comune di Firenze, ■ ■ positato nella scrittura?Quest'ulti- sonora e corporeadi sentimenti ed tutti. La bella serataha visto alter- quellaprofetica, dalla voce del nu- Università di Firenze, Magistero ■ ■Lma rappresentaunaperdita, un im- emozioni, segno - per dirla con narsi Edmond Jabès e Gianni Sca- me ispiratoreoppure dellaseduzio- (16 ottobre 1982-23febbraio 1983) ■ ........................................................................... accorto (o non si è accorto a sufficienza) d'aver scritto un romanzo politico sulla duplicità della borghesia (e della sua cultura), e dunque sulla duplicità della civiltà tedesca e occidentale. Proprio per questa carenza di consapevolezza si è lasciato deviare da motivi facili e semplificati (come il tema della disperazione e della sua «stabilizzazione» - dove già il termine giornalistico getta una luce banalizzante su tutta la problematica) e non ha esitato a far ricorso a espedienti che talora sembrano solo dei riempitivi (penso alla figura di Shapiro o anche a quella di Sonia, pur meno estranea alla dinamica narrativa, proprio a causa della dimensio- • ne politica che la qualifica). Eppure anche qui, come nelle Lettere dal Sahara, qualcosa non torna e fuoriesce dagli schemi: la macchina del romanzo non riesce a divorare e a digerire un residuo solido, che fa groppo e rende 1934 il romanzo più interessante di Moravia dai tempi della Noia. Questo quid irriducibile sta tutto nella duplicità di Beate-Trude, nelle due anime - quella intellettuale e quella volgare, quella ebraica e quella nazista - della borghesia e dello stesso ceto intellettuale (ed è esemplare la discussione dei professori ospiti della pensione, che rifiutano tutti la qualifica d'intellettuali). Moravia non riesce a spiegare questa duplicità: cerca di ricondurla a termini consueti e persino banali (la professionalità di Trude, la sua psicologia) o, al solito, di filtrarla attraverso il mondo della pittura (Diirer, ad esempio, citato sin dalla prima pagina) o della letteratura (Kleist) o della filosofia (Nietzsche); ma fortunatamente l'operazione di riduzione e di semplificazione non riesce del tutto: non avviene cioè come in La vita interiore, dove si realizzava perfettamente a prezzo di un razionalismo cerebrale e artificioso. Qui un doppio-fondo resta. Moravia è uno scrittore che seri- .ve, dall'interno della borghesia, sulla borghesia. Quando si muove dentro questo circolo chiuso (senza le alternative del populismo o del sovversivismo giovanile), il meccanismo della riduzione del «diverso» al normale non regge più, mentre non è neppure possibile confinare il «diverso» nel mostruoso. Qui è il normale stesso a essere doppio, a essere, in quanto normale, anche anormale. La civiltà occidentale è normale, e tuttavia anche barbara, in un nodo insolubile. Il meccanismo di semplificazione, allora, gira a vuoto e, nel suo inceppamento, lascia intravvedere gorghi inesplorati e non razionalizzabili: troppo insufficiente si rivela il filtro di una cultura che dovrebbe essere, a un tempo, oggetto dell'analisi e suo soggetto. La letteratura fa cilecca. Come Kleist e Nietzsche non spiegano tutto, così neppure l'implacabile meccanismo narrativo di Moravia esaurisce l'ignoto nel noto. La barbarie resta, l'orrore resta: non è riducibile. Avveniva così, in sommo grado, negli Indifferenti e nei racconti giovanili; è ancora così, in parte, in Agostino e nella Noia; ritorna a essere così, seppure a un grado ancora diverso di rigore e di concentrazione espressiva, in 1934. Questi due scritti, di Leonetti (parte di un saggioteoricocomplessivo, «Linguaggio, scienza e leueratura») e di Luperini, sono stati letti dagli autori, fra gli altri interventi, nei convegni per Moravia e per Robbe-Grillet organizzati dal «PremioMonde/lo»nell'Università di Palermo, /'Il e 12 novembre 1982. Scrittoreibreiri,W@/ ...itteleuropa Cultura ebraica e letteratura mitteleuropea Convegno organizzato dall'Istituto per gli Incontri Culturali Mitteleuropei (Gorizia, 6-9 novembre 1982) 11 Baal Schem Tov, fondatore del chassidismo, quando aveva di fronte un compito particolarmente difficile, andava in un bosco, accendeva un fuoco e pregava: così otteneva i risultati sper.: rati. Dopo di lui, il Maghld di Me- ! seritz usava andare nello stesso ~ posto, e diceva: «Il fuoco non pos- ~ siamo più accenderlo1 ma pregare Bib1otecag1no61a lo possiamo ancora», e i suoi desideri venivano soddisfatti. Ancora una generazione dopo, il Rabbi Moshé Leib andava nel bosco e diceva: «Non possiamo più accendere il fuoco, e non conosciamo più le preghiere; ma conosciamo il posto giusto». E ciò bastava a esaudire le sue richieste. Passata un'altra generazione ancora, Rabbi Ysrael di Rishin, di fronte a un compito da assolvere, stava seduto nel suo castello e diceva: «Non possiamo accendere il fuoco, non possiamo dire le preghiere, e non conosciamo più il posto nel bosco: ma di tutto questo possiamo raccontare la storia». CO E il suo racconto aveva la stessa efficacia delle azioni dei suoi predecessori. È. tipica dell'ebraismo la forma della narrazione. Il racconto chassidico, che non intende tanto dimostrare una tesi quanto indicare un mondo, si sviluppa in forma circolare, affastella gli elem_entidella narrazione gli uni sugli altri, in una foresta di simboli in cui non è particolarmente importante la loro completa decifrazione, quanto piuttosto il senso complessivo che il lettore (ma più spesso l'uditore) può derivarne. I racconti di Nachman di Breslav, tra i più belli che siano mai stati scritti, non conducono in nessun luogo ma custodiscono un senso che balena oltre la conclusione del racconto stesso. La circolarità della narrazione, che è speculare alla circolarità del commento talmudico, diviene metafora dell'esilio e del-suo dolore. Perché l'esilio stesso ruota senza fine intorno a un'assenza: il nome di Dio, che si è perduto con la distruzione del Tempio e che, fuori dal Tempio, non potrà mai più essere pronunciato. Il Nome perduto è il bianco della carta su cui si scrive la storia de.)popolo ebraico. La ricerca, comune a tanta letteratura di ·questo secolo, di una scrittura che raggiunga la pienezza perduta e che possa parlare della vita senza pietrificarla in formule o espressioni ben riuscite ma sostanzialmente vuote, così come il senso di insicurezza e di disincanto proprio di chi riconosce inutile questa stessa ricerca, sono elementi in qualche modo ebraici: la perdita del centro e l'esilio, l'analisi minuziosa del particolare e la sommessa rinuncia alla totalità sono caratteri tanto mitteleuropei quanto ebraici. Edmond Jabès, nel suo Livre des Questions, ha scritto che «ebraismo e scrittura sono la stessa attesa, la stessa speranza, la

CHARLESDARWIN L'ESPRESSIONEDELLE EMOZIONI DUE TACCUINI PROFILO DI UN BAMBINO L'opera che ha gettato le basi dell'etologia moderna, con i taccuini sulla trasmutazione delle specie e il Profilodi un bambino, inediti in Italia. A cura di Gian Arturo Ferrari Nella primavera 1983 uscirà inoltre: HUBERTC. KENNEDY PEANO La prima monografia d'insieme sulla vita e le opere di uri protagonista della scienza italiana di questo secolo. STORIA DELLA TECNOLOGIA ·-•"°"""'~ ·e,]. H.p,,_-1 A.•· H,,/1 T. /. ur..,_, IL VI..-TUUIO UCOI.O L'l'1UCIAl:Lr&l50Ut STORIA DELLA TECNOLOGIA A CURA DI TREVOR I. WILLIAMS volume 6: 1900-1950 Lo sviluppo tecnologico del nostro secolo in un'opera di vasto respiro, che non dimentica gli aspetti economici e sociali. In questo volume: il petrolio, l'energia atomica, l'agricoltura, l'industria manifatturiera. In preparazione per l'autunno 1983 il volume 7, dedicato alle comunicazioni, ai trasporti e all'industria scientifica. ALICEMILLER IL DRAMMA DEL BAMBINO DOTATO A quale prezw psicologico si ottiene un bravo bambino? 150 000 copie vendute in Germania. Nel prqgramma 1983 di "Prove. Saggi scientifici": BERNARD D'ESPAGNAT ALLA RICERCADEL REALE In quale misura gli apporti della fisica contemporanea consentono di affermare l'esistenza di una realrà oggettiva, accessibile alla ricerca? Il fisico francese fornisce un importante contributo alla filosofia della scienza. '°"'°"' EMANUEL WINTERNITZ GLI STRUMENTI MUSICALI E IL LORO SIMBOLISMO· NELL'ARTE OCCIDENTALE Da Gaudenzio Ferrari a Carpaccio, da Raffaello a Tiziano, l'arte del Rinascimento è una preziosa fonte di informazioni per la storia della musica e delle idee. Nei "Saggi" 1983: HENRY CORBIN L'IMMAGINE DEL TEMPIO Il grande iranista francese ricostruisce magistralmente la presenza dell'imago templi nella cultura ebraica, cristiana e islamica, dalla Ka 'ba al castello del Graal. KAROLY KERÉNYI STUDI SUL LABIRINTO Il labirinto come traduzione visiva di un'idea mitologica. MARIE-LOUISE VON FRANZ IL FEMMINILE NELLA FIABA La situazione della donna nella società occidentale, così come emerge dalle fiabe, espressione dell'inconscio collettivo. MARIANNE KRULL PADRE E FIGLIO VITA FAMILIARE DI FREUD I rapporti del giovane Freud con il padre e la famiglia: un documentato studio biografico che illumina in modo sorprendente gli inizi della psicoanalisi. In preparazione: SIGMUND FREUD . LOU ANDREAS-SALOME LmERE In queste lettere, la storia di un'amicizia e l'approfondimento dei grandi problemi teorici della psicoanalisi. 81biotecag1no1anco M - M. DETIENNE J.-P. VERNANT LA CUCINA DEL SACRIFICO IN TERRAGRECA Il sacrificio cruento a scopo alimentare come luogo cruciale del mito e dell'organizzazione sociale della polis. G.E.R. LLOYD MAGIA RAGIONE ESPERIENZA Nascita e forme della scienza greca: la critica della magia, la ricerca empirica in medicina e in astronomia, lo sviluppo degli strumenti concettuali. M. AUSTIN P. VIDAL-NAQUET . ECONOMIE E SOCIETA NELLA GRECIA ANTICA L'agricoltura, i commerci, le tecniche belliche, i conflitti sociali: un quadro ampio e ragionato, con un corredo di fonti originali. WALTER BURKERT HOMO NECANS Antropologia del sacrificio nella Grecia antica: la ritualizzazione dell'aggressività, la genesi dei culti religiosi e la loro funzione sociale. Seconda edizione. Nel 1983 la collana "Società antiche" ospiterà inoltre: CAVALLO DE LANGE FEDELI GENTILI LANZA LA PENNA LONGQ MANACORDA ORALITA SCRITIURA SPITTACOLO Introduzione alle culture antiche voi. 1 A cura di Mario Vegetti Una grande opera collettiva che si propone di offrire una sintesi del profondo rinnovamento che ha investito gli studi classici. In questo volume: le strutture della comunicazione culturale (oralità/ scrittura, rito e festa, spettacolo, scuola), le figure centrali (il sacerdote, il poeta, l'attore, il filosofo, il maestro di scuola) il sapere sociale (corpo e anima, cielo e terra, numeri e figure, la divinazione). MARCEL DETIENNE L'INVENZIONE DELLA MITOLOGIA Chi ha inventato la mitologia? Quali sono le frontiere di un territorio in cui storia e piacere del racconto sembrano inseparabili dell'interpretazione critica? I .F/'.l( ):\"! I >I \\TIT< ;1-::\"STI-J:\" -.;t ·1 H ):\"I)_\\IISI"I I )Li .I..\ \ I. ffL\ I. ffl< :_\ LEZIONI DI WITIGENSTEIN SUI FONDAMENTI DELLAMATEMATICA Nelle lezioni tenute a Cambridge nel 193 9 Wittgenstein discute con i suoi allievi i rapporti tra filosofia, logica e matematica. SAUL KRIPKE . NOME E NECESSITA "È raro che un libro di filosofia divenga un classico in poco più di dieci anni. Sulla cosiddetta nuova teoria del riferimento di Kripke sono già stati scritti più di un centinaio di articoli. La teoria interessa, ovviamente, filosofi, epistemologi, logici, matematici e linguisti, ma essa ha già avuto i suoi effetti su cultori di discipline piuttosto lontane, come la psicologia, l'antropologia, la neuropsicologia e la fùosofia del diritto." (Massimo Piattelli Palmarini, "La Stampa") Nella collana "Lectio" uscirà nel 1983: LEZIONI DI BROUWER SULL'INTUIZIONISMO A CURA DI D. VAN DALEN Le lezioni del fondatore della logica e della matematica intuizionista. GOTTI.OB FREGE ALLEORIGINI DELLA NUOVA LOGICA L'epistolario scientifico con Hilbert, Husserl, Peano, Russell, Vailati. A cura di Corrado Mangione. BORINGHIERI DIZIONARIO DI ECONOMIA POLfflCA diretto da Giorgio Lunghini con la collaborazione di Mariano O' Antonio Quaranta voci dedicate ad altrettanti concetti basilari dell'economia, e ordinate secondo le grandi epoche dell'analisi: i classici, Marx, i neoclassici, Keynes e i contemporanei, Di ogni concetto la voèe registra come si è sviluppato e come è arrivato a noi, e illustra come esso funziona nella teoria economica e nell'economia politica moderna. Sono finora usciti cinque volumi. D.W. WINNICOTI 1PIGGLE1 : UNA BAMBINA La storia del trattamento analitico di unà bambina: una registrazione dal vi/lo, di grande interesse teorico, tecnico e umano. HEINZ KOHUT . LA RICERCADEL SEuna scelta significativa della riflessione teorica dell'ultimo Kohut. M. MASUD R. KHAN LE FIGURE DELLA PERVERSIONE Feticismo, masochismo e pornografia nell'interpretazione di uno dei maggiori psicoanalisti d'oggi. 1982-83

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==