Supplemento a Alfabeta n. 43 - dicembre 1982

:i 21 marono le lacune che rimnnevnno nell'orcheiitn., che noi vole- ...amo tale da poter haatare per nna. esecnzione pubblica. E qua,n. -do l'orchestra fa qwisi ultimata, io iniziai, negl'intervalli fra i dinrsi ln.vori, la compoawone di alcuni pezzi musicali da C!ll.'l;ffirecoi nnovi •tmmenti, le ricerche coloriltlcbe )Jer I di• VN1'i thuhri 1l'intou.. r11mori e quelle per snpcrnre le diftlcoltà che mi f<i prcocntnrnno nelln. grnfin musicale, date le J>O""ibilità -enarmoniche ormni raggiunte .... Si arrivò finn.lmente, nlla realizzazione della no.tra. orchestra totnlmcnte- composta d'inton1>mmori, e nll'eaecuzione pub• blica delle mie tre compoeizloni, o q,iroli di nimori : « Il rircc!Jlio <Il 1111a oitfù», «Si pranz1t 111ll1t tcrro:za <lcll'B6tcl», ·« Oonric!}no d'a..tomobUi e d'aeroplani 11. Lunghe e faticOIICfurono le prove. Solt&nto nlln. quarta, gli -,cntori comincfarono ad orientarsi. Devo pel'Ò ricon05Cerecbe ci miMCro J111J!tn. lmon:>Tolontà, e che nlle ultimr. prove riuscii nd ottenere una Cl!CCnzioucveramente ottlllll>. Alla proTn generale, a88lstettero 101tnoto pochi nmici Intimi. Tntto era pronto, ormni, quando la aera delln vigilia dell'eeecuzioue ten.trnle, la Qnestura vietò impl"l>1'Tlsamentequesta esecnzione, per rn,,"ÌOllid'ordine pubblico! Ci volle l'Inter• ...-nto •li tlnc tl1•pnt:1ti,pcrchè il Qncotore si decidl'f!"Cn revocare il divicln! • Ln Jirhna C!!CCUzionpeubbllc.-. dell'orchcstm d'intonnrumori ebbe luogo I& aera. del !ll aprile 191-l, al Tentro Dol Verme di llllruio. Il pubblico lii -lcò, lii ammaab nel vnstls,;lmo tentro, mn. non wllo udin,. - Quelli> folla immenm tumnltnnvn. giù, rumoroalalmn., mczz'ora primn che l'eaecozfone lncomlnclnue, •e I primi proiettili cominciarono :,. piovére dalle gnllerie •ul velario nncorn chioliO... COlllil pubblico"°" aontl nicHk, quella aem, eemplicemente perchè i rumori, non iotonnti, prcfrrl fnr11lui! Y,,cc.'o:rhc xi fiMchi. c·hr 11:i urli, rlir Ri gtttino nnche del -proiettili (qonntooqoe Il gettarli non sia no ILtt'> eroico!) dopo egli fece le apeae dell'il&rità d'un pubblico oomerosillsimo, fui eondan.nato ad un'ammenda; col perdono. ConclOBione: ona-cln· qua.ntina di lire di spese pl'OClellllDaèlinn lor.soche ci si può sem• pre concedere, per I& IOddiafazione di rompere il mnso n. nn vile dltramatore. Al Politenma di Genova, la aern del 20 moggio J!ll-l secon• da esecuzione coll'oreher.tra d'intonorumori. li contegno del pnbblioo non fo aaurdo e indecoroso come n Mila-no. I genovesi ebbero Il rnro buon een10 di wler udire. Non mancnrono i 101iti disturbatori, ma la mogglorauzn li fece tacere. Col!I, Il pnbbli· co genoveae potè farsi un'iden approssimlLtiva di quello che è la mia orchestra.. Purtroppo, a Genova l'esecozionè fo pessimo poi• chiì per nna. serie di circostanze biuarre e impre~edibili, mi vennero a mancare, all'ultimo momento, gli esecutori else aYe· vo già n.rnti a Milano e che già conoscevano bene gli strumenti. Fui costretto a rimediare con esecutori improvvi ..1ti in •olc qnnt. tro prove, e dOTettl rnssegnarmi all'imJl0$Sibilitt) di fnr risul· tare i migliori effetti dell'orcher.tra. Circa un mese dopo, gl'Intonammori furono spediti n Lon• dra, don nvevo cooclu10 nn cootrntto colla direzione del Oo• lùnm. .A Londra, mi trovai subito alle prese con enormi e 1·01111•l1-,.i;- 11e diftlcolt.). Non avendo potnto far ocrittun,rc i miei l'IIL-CII· Cori di llilnno, dovetti nu,eegnn.rmi ad ucontentnrmi d<'gli esecntori nppartenenti all'orchestra ordina.rin del Coli,cu,n meslli a min dioposlzlone dal1& Direzione del Tentro. Poichè qulllli tnttl erano inglesi nutentici, qnn•i tutti ero• no nMni Jontnni dall'n~crt'. mu·•icnlmente pnrlnndo, le qnnlitt\ neceanrie per comprendere bene che cOl!a.fossero gl'Intonaro• mori e per onperne trarre gli effetti voluti. L'a,,..iJitt\, la rapi· dii,), la fncoltà di pronto adattamento che in quel caso f!Dreb• bero state iodispenmbili, manca.va.no roro in m0tlo q1u1kiaR.,o. lntn. llu.ti dire, infatti, che dopo dieci o undici prave, i'eeecuzione fn molto peggiore di quella che nvCToottenuto o. -Oenova con quattro prove! e 3. Principii possibilità fisici pratiche. Lu 11Clenzu ocoatlca, che fra le scieme 11aicbe è i11dubbin111cnti, In nwno pn,gn,ditu, tii è applicato. opecinlmcntc nllo ~t11<\io dei suoui 1mri e lu1,c·ow1•letuwc.utetrutenritto ftnorn, lo stmlio dei rDlllOri. Qoet1lo, forMC, J><'rebè ha creduto di dover diTidere trol'J>O nettamente i ,,wui dni rumori: dh·iisioue ::ussurdn,ebc eomc Yc· drcmo in seguito non ha. 1)($811nnrngi.one di esistere . ,·,~iurnu, auzit.uttu, come veugouo definiti, M01itumentc, i suoni ecl i rumori. Si chiama ,uono quello dovuto ad una succèssione regolnre b periodica. di vibrazioni; rvmore, invece, quello dovuto a movimenti irregolari tanto per Il tempo, qon.nto per l'intensità. o Una scn8tlzione ,~nsicale, dice Belmoltz 1 appnre all'orecchio come 1111Kno110 [K!rft"ttmoentcculmo, uniforme, in,·o.riul>ile ». Qu~ carattere di continoitù. che hn. il suono rispetto o\ mmore, il quale appnre invece frnmmentario e irregolare, non è però on elemento sufficiente per poter fare una distinzione nett& fra suono e rumore. Noi sappiamo che perchè si produca un suono è necesf!Drio che un corpo vilJri regolnnuente non solo, ma che qneste Yihru• zioni siano tanto r.•J•ide, cla,far persistere nel nen-o udith·o ln ICM8zione delln. primn vibrazione fino all'nrrivo della vibrnzio· ne segueute: allora le impulsioni )Jeriodiche si fonderanno in• sie:ue per formare un suono musicale continuo. Occorre per questo, che le vibrazioni siano non meno cli 1(; nl minuto secondo. eca Gi ian 22 aver sentito qualche cosn che non è piaciuto, Ki i,11ò capire .... Er diftlcile, invece, capire cbe si vndn a tentro, ()<lg"dndio posti, per "°" wlcr ,c,otirol! Afa, ,·er.unente, non fu il pubblico, il gros,,o JJ1tblnico,che fece questo. Nella •f'l·1tl11 11I 1'11l ,·t'rul<:. funmo J(tJ/trfll1tllo ,1,.; pro/t'J(• .ari del R. Co1111oroatorio di 4.lihwu e: ,td llfllJ(ic:ixli, che dalle foro poltrone iniziarono il bnccano, e furono ..,.; i più Yiolenti nell'im·cire e ncll'in10lcntirel Furono però rngi;iuntl dnl pugni formid11uili e infollibili dei miei o.miei futurieti M.oriuetti, lJOCcioui,A1·mnndo .lln,_,.ne Piatti, che mentre io continuu-vo a. dirigere l'ultimo lX:'U.0: Ooti• wgno d'automobili • d'aoroplani, piombarono in plutrn e impe•· guarono una terribile mischia, che continuò poi 0ancbefuori del teatro. Undici penone donttero andare t>fnr11inrndicnr<•.mentre i fnturir,ti, tutti io<»lunti e triourn.nti, nmlu.,·nno ;1,sorhh-e· trnoquillamcptc quulche bibita t>lC',,rrè a--."·ini. La aerata fo veramente memorobile, cd ellbc dei dct<erittori brillantiaimi. Credo interessante, riprodurre qui In descrizione che ne fece un corriRpoodente di giornali parigini: « Bolla acena, 23 intonarumori, cioè !l3 stranil!Sime cmisctte, di colori vivi e diveral, irte-di tubi, di nu111ovellc ~ di leve. Dietro a. ognuno, un professore d'orchcgtra, pallidiK>Cit1m10>l·· l'imminenzn dcli:>bnttni;lia. Nel centro delh• sceni._ Lnii.-iRus• 10)0, mngro, ngile, •moting, faccia nguzzn, bnrbettn n puntu .. roll!iocin., domina tutto coll'altissimn bncchett:,, pronto n dnrell primo segnale. "A destra, ecorginmo aubito, ritti e pronti nlln difesa-, i auoi compagni futuristi, In un gruppo eerrnto dnl qnnlc si •fac• ca Afarinctti, che ai a.vllllza alla ribn.ltn. Nelli>1111hf>o,lla enor• me. Palchi, pinte.o-,loggione rigurgitanti. Nel pit\ n8801uto SÌ· lenzio, Marinetti, con accento vibrnto, domnndn nl pubblico la bnonnfede necessari:,. per gindieare Il\ gmndc scoperta artisti• ca di Rn8501o. Le sue pnrole decise e piene di sorde mlnaccic, sono applnuditillllime. lla dopo poche bnttute delln- prima spi25 L'interesanmento e l'aspettativa del pubblico erano enormi. Io ero continuamente nSl!edintodo.·intervistatori, avidi di parti· colari e di spiegazioni. Le. st&mpa londinese, dnra-nte il periodo delle prove, si occupò qootidinnn.mente e diffusamente dell'Arte d.ei rumori, COl<icchètutto contribui a prcpn.rnre per In. prima esecnzione, un puhlllico enorme, attento, ben disposto nd asco!• tare e a. cercar di capire. Le esecuzioni furono dodici consecutive e Il successo andò continuamente crescendo, dall'una. all'altra, anche perchè gli esecutori fecero dei notevoli progressi. Alle due ultime ese• cuzioni, nnzi, ebbi dei risultati buoni, r,e non ottimi, e il pubbli· co se ne accorse, poichè gli n.pplanal furono più nutriti e pro• longuti, tnnto che doTetti pnrecchle volte presentarmi nlL-i ri• b&lta. Focosa veramente inspernfa. l'essere riusciti nd imporre, e n far applaudire gl'Intonnrumori nl Ooli•eu11, di Londra, 10 un teatro cioè che 1101h1a nessue n.ltro ecopo che queHo di di~er• tire il proprio pubblico, io nn tentro che non ha mai arnto In.pre-· tena di fare delle battllglie a.rtiotiche, e che nes&"unspettacolo diede mai che non fosse già stato npprovn.to e applaudito in tutti i teatri del continente. Si &"1, che gl'lntonaromori non sono precisrunentc come del• le belle gambe di ballerina da nmmirarc! Il fare uno sforzo per entrare io una cosl n.vanzatn.senoibilit:l, in noa. cosl completa- e rndicale innovazione, doveva procurare al buoni ini;l~i del Oo. liac11mno profondo stupore, una meraviglia ina.odita ! Un grnndissimo va.ntaggio dell'eaaer riusciti a dare le nostre 12 esocuzionl d'intoonrnmori ol Ooli•e11in-f,u certo-mente questo: che in nessun nitro tentro, nè n.Londrn nè altrove, si sarebbe po• tuto avere una cosi enorme mas.'!a di pubblico - di tutti i ge• neri - da!Jlapiù altn aristocrn.zia al semplice operalo - e di un pubblico, inoltre, che si rinnovavo. ogni sern. Dnto cbe il tc.,tro ern. sempre completamente pieno (e si ""' quali dimensioni enormi esso nbbin) unn straordinaria quantità di persone potè sentire questn cosa 1tra1oa, bizzarro, incompre,,. .ribile che è l'orchestr1> d'intonarumori. 28 Ora se io riesco a riprodurre un n1m01·econ questa rapiditù, ottengo un .tu0no fatto dnll'lnsleme di-tn-nti rumori, o meglio un rumore il col onccessivo -ripeterai snrà snf!lcieptemente rnpi• do per dare unn eensnzione di continuità pMi n.quello del suono. Questa dunque .a,:ebbe In.diffcren•.1>tra suono e rumore, ..,_ condo il tempo, cioè secondo In. durn.tn detle ,•ibrn•ioni. Vedin• mo orn. la dilfe~ di timbro, cioè di qualità delle vibrazioni. Innanzi tutto, .bi10gOnconsiderare qunll sono le differenze -di timbro fra suono e su"ono. Noi sappillmo che tre sono i carntteri dei snonl: l'intensità, l'acltezza, ed il timbro. Tutti s.1nnopure, che l'intensità del auono dipende dnll'nm• picu;n delle vibrazioni, l'altezza da\ loro numero. Il timbro ci fa dilltinguere una stewi nota-esegnitn. dn stru• menti diTersi. Questo prova dunque che il timbro è indipenden• te dalle cnose fisiche che modificnno l'inten•it:\ e l'nlt.1.1,, del snon~. cioè indipendente dn.l:l'n-mpiezzae ,lnll:> durato. delle vi· bnizioni. Il timbro dipende invece dalla forma di queste. Noi snppinmo che nn corpo il quale compia delle oscilln1.io• ni &emplici, dà il triiccinto di unn. cun·n JK>ri0<lirn~•mplice, ,1:\ cioè nnn. ttinnsoide. Cosi un corista cbe vibra. d,\ qnestn e1m·11. Mn. &e n0i ~n·iamo invece il tl'ncchlto drlla s-:tr~~tnota -datdrda no violino trovinmo che mentre In lnoghrzr.n <l'onda ~ perfettamente eguale, In forma della cm~•n noi>è pnnt.o regolare. Se dunque le vibrnzioni del corista erano sempliri. queste che banno d~ito nna sinusoide continnnmcntc nltci-otn f<:0110 invece vibrazioni composte. E E;e osscrvinmo le c111·,·ct1-nrr.intc (sem~ pre per In stess., notn) dn. nitri strumenti tro\"iamo rhc In curva periodica l! ancora- nlterntn., mn. non nllo strS!ò-Omodo <'hc Pl'r la noto dntn dal violino. Ciò prova che solnmente il corist..'\ d;) YiU1·n1.io1~1mi ,lli<'i; mn, come l!noto, il suo suono l! leggerissimo. 'f11Ui :;li alti-i suo• ni danno in,rece nna curva periodica oltèn1ta,, la •1na.lerivela -che la loro vibrazione è composta. 23 rnlc di l"umori: Hi11n:yfio ,1; ·una città, i passatisti, che si sono cootcnnti per un poco, Yogliouo o.tl ogni costo interrompere l'e· scc111.ionc. Il fr:1stuo110diventa assordante; i futuristi resistono impnS><iuilpi er un·om ... 1:csecuzione delle spirali continua. « Al principio dclln terza nTTiene nna cos., strnordinnria: M:irilu•tti. Ht111·1·io11i. Ar111,111tlollau.a e l~iat.ti. ,,;pat·iM·o110 ,l:d palc-Ot'Ccuit·o, MIH1cu11uc.l~L mu1i porticiwl- uo'll'orchcb-1.rn, vuotn, l'nttrnversa-uo correndo, e si sla.nciano tra le poltrone, n""Dlcudo 11. pugni, a 8èhinffl e a bastonate gl'innumerevoli pna• sntiati, ubriuchi d'lmbecillitù. e di rabbia tradizionale. « I,:,. bnttnglla duro in platea, circa mezz'ora, mentre Luigi RnJS>J,oJiom, pca-turhul,ilc, continua. n. dirigere, sul palco,sccnico, In Hu·uOl'CheHtn1d'intonornmori. « Formidabile simultaneitù di facce insanguinate • di ~nor• ruonic l'Umoristichc, in un frastuono infernttle. Lu, tmttnglin. d' Emuui din-nta COM d1Lnulln- n. paragone di questa mlticÌ,ia-. i<<Tnhlf le~hat.t.a~li••rnt111·ii!lH'teienmo &volte,fiuo n,quel ,::ior110, nelle ,·ie, nei corl"idoi dei teutri e dopo gli spettacoli. Per la pl"iwn volltn, degli artisti, dopo eseere stati per un'orn sulla ecena, si clil·isero impronisamente in due groppi, uno del quali continuò n fare dell'arte, sol palcoocenico, mentre l'altro scen• devo. in plnten nd asso.lire c :,. bastonare il pubblico ostile e ·fi. echi1111te.C0t<l ln 11Cortndi nnn cnrovana si difende contro I Tua1-cga"del dc-.c,·to; cosi In fanteria., in ordine spnr,,o, dlfen• de tnlvoiltn. lo. co,;truziouc di un ponte militare. « I futuristi che MODO bozcm·a allenatissimi, uscirono da-I• Il• lotta Knni e f!Dh•i,con qunlche grafflaturn solta-nto. I pnss.,tisti ebbero undici feriti che furono condotti alla Gnardln )fo. dicn». Stnudco ed eviloi,:o, no sonoro schiaffo da.to dn me a un de• pntnto clericale, critico d'un giornale pretino e austrincante di )[ilano, 1>erchèsi cm. perme850 di scrivere delle ingiurie e delle sciocche diffnmnzioni contro di me e contro I miei a-miei futurù;ti. L'onorevole che non l! un mostro di coraggio, sporse querela, e dopo un piccolo dibattimento in pretura-, nel quale 26 Ebbi occasione, in quei giorni, di conoscere il musicista Strawinski, che ,'interessò moltissimo degl'iotonarumori e venne più ·tn.rdi a.Milano, per studiarne pit\ da. vicino gli effetti POI!· sibili e utilizznbili in una orchestra comune. . Da Londra, n.vnmnno dovuto pu.ssn.rc •ii- Liv<.•1·rt00nI., nuhli• no, o. Olnsgow, a Ediwl>nrgo, indi n, Yic111u1e poi iuizins-c 111H\ lungn tournée per Mo.."CRP,ietrogrado, Uel"lino, Parigi. Lu. guerra fece rima-nda0re tutto. lntt111to a'lnizia.va. in Italia Il periodo hmgo d1•1l111e11t1·11litol e subito cominciarono le ooetre lotte per l'interwnto, che dnrn· rouo fino nl maggio glorioso ehe ho. imp&.o1tloa gncrrn. Allora., abbandoouto tutto, per a,1·ruola.l'mi,,o)ooto.rio. io partii per il fronte io&iemecoi miei amici f11t111·it1)tliui-inf!tti, -Boceioni, Piatti, Snnt'Elia e Sironi. Ed ebbi L,. fortunn di combattere, in mezzo nlle men,,•igliosc e g;nncli e tragiche sinfonie della. guerra moderna-. 29 Ogni suono dunque ç io realtà un compoeto di r,iù ,uoni, che stanno fra. di loro in no <1atorapporto. LII, serie di 'questi suoni (detti armonici) è rispetto al suono fo~dn.mcntnle io un rapporto beo definito perchè i numeri· delle loro villrnzioni sttmno rispetto n quelle del suono fondn• llU!U~tlt, IJl'l""u (K!I" nnib\, come la serie dei uumel"i interi 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. ll ecc. Ogni corpo vibrante, dunque, oltre alla vibrazione più lunga, che corrisponde a.Ila noto. fondamentale, si suddivide in al· tre parti aliquote, le quali vibrano aeparatamente pur seguendo le vibrazioni delll'insieme, con onde più corte dell'onda. fon• dameotnle. Si vengono cosi a. formare diversi nod, e ,;cnt,·i, e In diversità e le va.rie combinuioni di questi, determinando vibra,. zioni secondarie (suoni ormonici diversi a seconda dei casi) moditlcano il timbro delln. nota fondamentnle. Ebbene : nel produrre il rumore, In forza. e l'irregolarità. con cui un cor.po è posto in vibrazione determinano una prodozior.t di suoni armonici va.rin.ti6sima..Questa è la ragione della variett\ grandissima dei timbri dei rumori, rispetto a quella limitato. dei suoni, nella. quale i va.ri timbri si riducono alle po• che varietà dei componenti n.rmonici che un corpo vibrante puòtln.~'C nelle dctcnniuatc comliz.ioni nocc.ss..-irieper produrre il 8U0110. Se io tocco o bntto violentemente on& lastra di metn.llo, produco un rumore. Se io invece fermo questa lastra nel mezzo e la strofino con un nrchetto produco un suono. Ta-nto nel prl• mo caso che nel secondo io ho messo in vibrazione In Jnstra. me• tnllicn.. Ma nel primo cnso In. vibrazione che ba ricevuto la la.- stra., dntn la violenz.1,dell'eccitnzione, è stnta irregolare; nel secondo caso invece, ho messo In. la.strn neite condizioni più op• portone per dnre una vibrazione regolare e periodica. Nel primo cnso, l'eccitazione e...~ndo violenta-, Ja lnstra r,i è _mrs.~'\ a. v_iUra.rciu pi1ì scusi, ha. cioè prodotto m:iggioa~numero dl noù1 e dt vcutri, e si l!cosi divisa in parecchie parti vibranti serarnt.umente. Nel secondo caso invece, i nodi e i Tentri sono

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