N e/ 1985 potremmo vedere la «fabbrica flessibile con tecnologia laser», gioiello dell'industria giapponese. Durante l'inaugurazione di Tsu Kuba, città delle scienze, che si terrà appunto nel I 985, i visitatori po·- tranno ammirare e vedere in azione questo «modulo robotizzato». Si spostano i confini entro cui leggere e vivere la dimensione spazio-temporale. Obiellivo di questa « fabbrica automatica» è infalli la riduzione del tempo di fabbricazione di ciascun pezzo del 50 per cento: uno stacco nello con il tempo di lavoro oggi socialmente accettato. Èprobabile che una tale riduzione non abbia una traduzione sociale, ma sia tu/la «implosa» nel prodollo. Crescita della produ11ività, riduzione dei costi e aumento della «densità», del grado di concentrazione del tempo nel prodo110. La riduzione del tempo «libero» in tempo.coallo raggiungerà soglie tecnico-fisiche sempre più elevate. creando una discrasia profonda con il valore socialmente allribuito al tempo di lavoro. Questa incredibile «macchina del tempo», questa macchina che ingoia ecl assorbe il tempo, che ha la capacità di comprimere un elemento apparentemente rigido e di trasformarne lo stato chimico, esprime inoltre un'altra proprietà caralleristica: «l'invisibilità»: mentre si pud immaginare lo stravolgente effe/lo sociale che avrebbe una riduzione della settimana lavorativa a 20 ore se11imanali,una diminuzio11edel 50 per cento del tempo di fabbricazione passa quasi inosservata. L'implosio11e della dimensione temporale nel sistema delle macchi11e. determina le condizio11iper soglie di rollura sempre più catastrofiche: i dif ferenti gradi di densità del tempo condensato nella macchina e del tempo veicolato dai produttori coesisteranno sino al massimo grado possibile di squi• librio. Non è possibile divinare quale potrà essere l'effe/lo di questo automa del braccio-laser sul corpo operaio, ma è possibile osservare già oggi cosa a,,_ viene laddove si palesa l'archeologia de/I'automazio11e. Nella fabbrica automatica vi saranno macchine utensili a controllo numerico, alimentate da robot e pianificate e controllate da un sistema informativo centrale, ma già oggi la macchina a controllo numerico porta avanti la sua penetrazione nella composizione tecnico-socia/e della forza-lavoro. Con l'introduzione del controllo numerico si allarga l'area delle informazioni e delle conoscenze direttamente incorporate nella macchina, e di conseguenza si riduce lo spazio costitutivo della professionalità e quindi del potere.operaio. Si modifica la vecchia composizione del valore lavoro, mutano le risorse che vengono scambiate tra forza-lavoro e datori di lavoro. Per limitarci alla figura dell'operatore sulla macchina utensile a controllo numerico, possiamo enudeare alcune mansioni specifiche allinenti sia la parte meccanica che il controllo, le quali mutano trasformando le risorse costitutive del valore socialmente attribuito al lavoro. Nel segmento del controllo la componente attiva è molto rido/la: in alcuni casi si limita a/l'introduzione del nastro perforato o alla compilazione di un tabulato o ad allività di mera «sorveglianza»; si pud dire quindi che la presenza attiva de/l'operaio è inversamente proporziona/e a sistemi di regolazione sempre più complessi dell'unità di governo. Anche 11ella' rea del/'al/ività meccanica sono molto frequenti le operazioni manuali di basso contenuto professionale (es. montare e posizionare il pezzo), mentre sempre meno frequente è I' allività che richiede conosce11zee capacità tipiche delle macchine tradizioMacchinneuove na/i (prova primo pezzo, capacità di orga11izzazio11enell'attrezzatura, controllo e manute11zionein caso di guasto ecc.). La riduzione della quota di informazioni detenute dalla forza-lavoro e che vengono incorporate nella macchina si manifesta come riduzione della varietà delle mansioni e come allargamento della cooperazione formale. Infatti il grado di conosce11zee di comando insito nella tecnologia toglie spazio alla cooperazione spontanea, o meglio riporta nel formale il contenuto professionale del controllo, che nella situazio11etradiiiona/e è un paradigma autonomo del ruolo professiona/e. Il contro/lo diventa coatto mentre prima era criterio di discrezionalità. Il controllo e /'a11enzio11e diventano i nuovi contenuti dello lcambio Ira fur~a-lavuru I! ~fah!- ma tec11ologico-azienda/e, le nuove risorse entro cui si definirà la redditività socialmente attribuita allo scambio. Nel dialogo uomo/macchina precedente si era sedimentato storicamente un sistema empirico di calcolo costi/ benefici che permelleva una specifica valutazio11edella quantità e qualità dell'azione professionale richiesta dal particolare intreccio macchine/sistema di comando. Con l'introduzione delle macchine a controllo numerico so110 caduti molti elementi di quello scambio, per cui si va sedimentando un nuovo modello di calcolo entro cui laforzalavoro socializza ed esprime il giudizio sul nuovo livello e sul nuovo «comportamento» della tecnologia. Finora nel ciclo di sedimentazione iniziato con i nuovi valori di scambio non vi sono state situazioni «catastrofiche»; si configura piuttosto una di11amica invasiva della 11uovatecnologia per cui si possono definire diverse soglie di rottura, differenti gradi discontinui di penetrazione che sintetizzano la quantità e la qualità del nuovo sapere Oscar Marchisio incorporato e del differente grado di coma11do inglobato nella recnologia, se11zaperaltro arrivare alla soglia di rottura del/'orga11izzazio11feormale del processo produttivo. La se11sazionediffusa è quindi quella che non siamo a11coragiunti alla visualizzazione sociale di tutti gli effetti della nuova tecnologia, processo che sarà accelerato e reso esplicito dalla diffusione delle fabbriche automatiche. In questa fase non viene solo rarefatto e coartato il tempo di lavoro operaio nel sistema delle macchine, ma avviene t/11 capovolgimento. Infatti, come nel famoso sketch /'in11affiatore ve11ivainnaffiato, così oggi si tay/orizzano i taylorizzarori. I thinking departmentsono vivisezionati, analizzati, codificati; ad esempio u11'ultima inchil~stn americana fra i llllllWgers esen11h•i mostra come ven]Ja dettagliatamente suddiviso il tempo di lavoro, per cui emerge che solo il 5 per cento del tempo è dedicato lii lavoro di pianificazione e di progetrazione, me/lire il 15 per cento è speso al relefono, un'a/tro 15 per ce1110a riunioni e ben il 60 per cento allapreparazione materiale di docume111i,re/azioni, moduli ecc. La misura del rempo di lavoro si impone e si diffonde in quei segmenti della produzio11edove l'erogazione de/- /'auività viene rimodellata dal/'i11troduzione dell'informatica. La pervasività del nuovo sistema delle macchine assorbe e i11globauna quota del tempo flu11uante 11e/sistema sociale. Non è solo il lavoro di segreteria ma tutto il lavoro astrailo affere111ela comunicazione che potrà essere codificato e for1'nalizza10dal word-processing. L'introduzione di tec11ic/reautomatiche di raccolta, memorizzazione, tratramento, trasporto e difft,sione dell'i11formazio11e diventa un veicolo di formalizzazio11ee di strutturazione de/l'attività dei quadri. La «burotica» 11011 è solo legara all'inrroduzione di nuovi sisremi di macchine automatiche, ma è il dispositivo di rarefazione e compressione del tempo di lavoro i11tel/ettuale. Posra elettronica, agenda eleuronica, registrazione ele11ronicadegli affari in corso e loro successione temporale, dossier e/euronici, sono altre11a111e macchine del tempo e/re blocca110 e forma/izza110 la ges1io11edella co111u11icazio11e,del rempo e dei dossier, cioè le risorse base dell'attività dei quadri. Gli elememi costitutivi, lage11essi tessa del tempo di produzione, di comu11icazio11ee di proge11azio11sei defi11isco110 i11 base al ritmo di i111rod11zio1d1eel- /'i11formatica,cioè del passaggio di una quota di conosce11za, veicolata dal sistema sociale, ad un'altra quota, incorporata e delimitata dal sistema delle macclrine. La lllll(Thina informatica che merabolizza il sapere in tecnica rende sempre più visibile questo processo discominuo di accumulazione di 1ee11ologiain1el/e11ua/ed,i ribaltame1110 di quesr'ultima i11 «dispositivo materiale» e la completa reificazio11edel tempo di lavoro. Le nuove tecnologie 1101a1ssorbo110 e formalizza110 solo il lavoro imel/ettuale esterno, ma a11c/rqeuello interno; infa11i i codici logici e linguistici del software 110nsolo ve11go110percepiti, vissuti e giudicati come vi11colimateriali da altri ruoli e da altri se11oride/l'azienda, ma l'aumelllo della domanda di programmi complessi spinge anche verso la formalizzazione della stessa produzione di software. Nel breve volgere di un decennio· questa a11ivi1àimel/euuale è passata dallo stadio della ma11ifatturaa quello della taylorizzazione auromatica. La produzione del software espropria codici linguistici esterni e li autoespropria. La produzione viene scomposta e gerarchizzata: segmenti, moduli, subprogrammi diventano le tappe per una razio11a/izzazione della programmazione. Come sempre la struttura gerarchica della «macchina» (in questo caso il programma) impone e legiuima l'adozione di uno specchio sociale, simbolo esimulacro dellapropria impote11za. /11 questa fase di «auto-rispecchiamento» è sco/1/a/O che l'attività di scomposizione dei programmi venga fatta con altro software, per cui si elaborano programmi per parcellizzare altri programmi; laproduzione imellettuale si auto-parcellizza in una spirale senza soluzione di co111inuitàQ. ui /'auto-divisione e la riduzione del tempo acquisra110un ritmo frenetico analogo alla suddivisione e implosione dello spazio che si verifica nel «chip» (componente eleuronico miniaturizzato). Il ritmo con cui cresce la de11sitàdei circuiti integrati appartiene alla schiera dei fenome11i «socialmente invisibili» 1110 gravidi di effe11isui circuiti sociali informativi. La storia inizia nel /957 quando parecchie funzioni ele11roniche furo110 unificare ed integrate su una piastra di silicio e si snoda sino ad oggi nel rapporto fra bir e chip: ovvero qua/I/e unità minime di informazione possono essere messe in un chip. Dall'«integrated circuii» del '57 si è passati alla Large Scale lntegration, co11più di I 00 bit, per giungere al balzo tecnologico della «memoria ad accesso cas11ale»della lntel 11e/I 971. La I K Ram - I K sta per 1.000 bit, o meglio I .024-apre il dece1111isoeuama, che si chiude co11le 64 K passando per la 4K del 1974 e la 16K nel /977.) La dilatazione interna dello spazio realizzata con questa i11cessanteminiaturizzazione, rappresenta non solo simbolicamente la raggiunta sawra:ione di og11i«poro» della società lavorativa: og11isuo nuovo passo in avanti rapprese11tau11aincorporazione di sistemi informativi sociali 11elsistema delle macc/ri11eo; gni salto e/reduplica o q11adruplicale densità riduce la discre- :ionalità dei lavoratori e accresce la capacità i11vasivadi questo dispositivo e/re assorbe funzio11i decisionali. A questa implosione corrisponde 1111 massimo di flessibilità sul territorio: con la diffusio11e della telematica si possono già individuare gli elementi che scardineranno lo spazio della fabbrica. Come co11la crescita della densità di circuiti integrati si dilata lo spazio «micro» della produzione, così con l'informatizzazione del territorio si apre lo spazio «macro» della produ- :io11e. Miniaturizzazione e flessibilità sono gli strumenti per una riprogella- :ione dello spazio produ11ivoche scardinerà /'attuale architellura ottocentesca della fabbrica: i 2.500 utellli del Teletel di Velizy, alla periferia di Parigi, rappresenta110un esempio privilegiato della 11uovaplasticità spazio-temporale che assumerà la macchina pensante-fabbricante dopo aver divelto la Kabbia obsoleta del/'offici11a-ufficio. J. Le Quéneut Les robots, enjeux économiques et sociaux La documentation française, Paris, 1981 L. Gallino «Produzione di software e qualità del lavoro•, in Quaderni di sociologia, n. I, 1980- 1981 L.J.E. Cooley Some socia) implications of C.A.D., C.A.D. in medium and small industries J. Mermet (ed.), North-Holland Publishing. Company, Micado, I981
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