TeleiiOl'nali A cura di lndex-Archivio Critico de~Informazione D i tanto in tanto cerchiamo di allargare l'interesse della nostra rubrica dall'informazione stampata ad altri veicoli di comunicazione; per ovvie ragioni, i telegiornali meritano un'attenzione particolare. Già lo scorso anno (in «Telegiornali e quotidiani», Alfabeta n. 26/27, luglio-agosto 1981) avevamo tentato, sulla base di due ricerche, una lettura comparata dei telegiornali e dei principali quotidiani. Ci sembra utile ritornare oggi sul ideologici dei notiziari. Piìl rara è invece una considerazione della «struttura profonda» dei telegiornali, che risulta alquanto rigida e refrattaria rispetto ai mutamenti di direzione e di confezione. Ed è su questo aspetto che vale la pena di insistere, proprio perché le polemiche partitiche, giornalistiche e anche culturali sull'informazione televisiva tendono costantemente a porre in secondo piano questo «nocciolo» della questione. contenuto dei telegiornali della Rai I soggetti dell'informazione (nessun telegiornale delle emittenti nei tre telegiornali private ha finora acquisito - come è La tabella 1 mostra la ripartizione noto - una incidenza paragonabile). I del tempo globale di trasmissione di dati da cui partiamo sono quelli rileva- ciascun TG, secondo il tipo di soggetti ti dalla Verifica Programmi Trasmessi delle notizie. I dati- che si basano sulla della Rai, servizio che effettua indagi- tipologia dei soggetti elaborata dalla ni regolari sui contenuti delle trasmis- Verifica Programmi - pongono a consioni della Rai; si tratta di indagini che fronto i risultati del 1980 con quelli sono destinate, innanzitutto, al consi- dell'anno precedente. Per una corretta glio di amministrazione dell'ente ra- lettura è necessario qualche chiaridiotelevisivo e della Commissione par- mento sui criteri di classificazione dei lamentare di vigilanza. soggetti. I soggetti politici esteri comI risultati sono però di pubblico prendono sia la politica intemazionadominio; vengono utilizzati in misura le, sia la politica interna dei diversi molto modesta dalla stampa, a riprova stati, sia l'attività della Chiesa cattolidella superficialità e del paternalismo ca. I soggetti istituzionali italiani cocon cui i media informano il pubblico prono gli organismi ufficiali dello Stasul loro stesso funzionamento. Mentre to italiano (Governo, Parlamento, cresce la propensione dei mezzi di magistratura, etc.). lsoggeui delpluracomunicazione di massa a divenire essi lismo comprendono partiti e sindacati stessi oggetti del proprio discorso, a italiani, nonché le loro relazioni reciincrociare immagini e personaggi di un proche. Anche i rapporti istituzioni/I media in un altro media, insomma a soggeui del pluralismo riguardano esprodurre i propri contenuti in una sor- elusivamente l'Italia, cosi come soggetta di incestuosa autosufficienza, non ti del terrorismo. Tutte le altre voci cresce proporzionalmente la propen- (soggetti della cronaca, economici, sione a rendere i media oggetto di un sociali, culturali, sportivi) comprendoesame critico, suffragato da dati e da no sia soggeui italiani sia soggeui strarilevazioni. nieri. Da questo punto di vista, il tanto Al di là dei problemi che ogni classivituperato ente radiotelevisivo pub- ficazione tipologica dei soggetti può blico ha almeno il merito - e l'obbligo proporre, dai dati emerge con evidenistituzionale - di radiografare il pro- za la notevole stabilità strutturale dei prio operato e di rendere pubblica la contenuti dei telegiornali. Per quanto dotti. Fra i due telegiornali esiste una omogeneità di fondo nella gerarchizzazione degli argomenti. In entrambi, circa il 60 per cento del tempo è attribuito ai soggetti statali, ai partiti e ai sindacati. Questo livello sale ulteriormente nelle edizioni serali, quelle piìl importanti e piìl seguite dal pubblico. Ciò che si conviene di chiamare «società civile» risulta relegato in spazi ridotti o sussunto entro il quadro politico-istituzionale. Si può ancora notamoto in Irpinia ha provocato solo un lieve aumento nella incidenza dei «soggetti sociali») dimostrano che nei telegiornali si è stratificata un'ideologia, una visione del mondo che opera indipendentemente dagli eventi: sono questi che si debbono adattare a quell9 e non viceversa. È nostra convinzione - e i dati sembrano suffragarla - che questa «ideologia» operi alle spalle delle strutture direttive, anche se queste risultano Tab. 2 • Gnduatoria dei leaders politici italiani intervenuti nei telegiornali 1980/1979 Nome del Leader Totale 1980 Totale 1979 Interventi TGl TG2 TG3 Interventi TGl TG2 TG3 1 Pertini S. 79 38 28 13 28 16 12 - 2 Craxi B. 77 26 32 19 66 35 31 - 3 Piccoli F. 73 37 22 14 4 Cossiga F. 71 33 21 14 39 25 14 - 5 Foschi F. 64 38 17 9 6 Forlani A. 62 26 19 17 7 Berlinguer E. 59 16 22 21 54 31 23 - 8 Lama L. 56 21 13 22 37 16 21 - 9 Camiti P. 52 31 9 12 20 11 9 - 10 Benvenuto G. 52 27 13 12 30 13 15 2 Il Rognoni V. 44 20 11 13 39 25 14 - 12 Spadolini G. 38 21 14 3 21 13 8 - 13 Longo P. 37 15 13 9 56 32 24 - 14 Jotti N. 34 15 9 5 15 Reviglio F. 33 12 13 8 16 Zamberletti G. 32 12 12 8 17 Bisaglia A. 30 17 11 2 18 13 5 18 Colombo E. 27 14 10 3 19 Sarti A. 26 13 8 5 20 La Malfa G. 23 14 8 1 21 Fanfani A. 22 10 6 6 19 10 9 - 22 Aniasi A. 20 10 6 4 23 De Michelis G. 19 9 7 3 24 Pandolfi F.M. 19 11 8 - 28 19 9 - Legenda - Laddove non siano citati valori per il 1979 significa che in quell'anno il Leader non aveva raggiunto la quota di 15 presenze complessive. Fonte: Rai - Verifica Programmi Trasmessi Tab. 3 • La valorizzazione dei leaders oolitici esteri nei telHiornali (1980) Nome del Leader Totale Qualche numero fa, abbiamo provato ad applicare all'analisi dell'impiego degli inviati speciali nei quotidiani un modello interpretativo basato sui modi con cui l'organizzazione giornalistica riduce alla propria logica operativa ilcampo degli eventi «prevedibili• e «imprevedibili». In un certo senso, l'organizzazione del lavoro giornalistica serve appunto a ridurre tutto ciò che accade alla dimensione del «prevedibile•, categorizzando gli eventi in forme che consentano di mettere in moto tines standardizzate. rou I ca risultati dell'indagine della VerifiProgrammi della Rai costituiscono a importante conferma di questo dello interpretativo. Nel lungo pcun mo riodo, gli eventi sono trattati come una ateria prima» la cui qualità comrta differenze non rilevanti nella rottura del prodotto finale: le deternanti di questo giacciono piuttosto cm po st mi nel processo produttivo, non nella teria prima, nella «notizia». ma (liv L'alto livello di «istituzionalith elio che tende a crescere, se si comrano i dati del 1979 con quelli del 80) che sembra caratterizzare i telernali, e che ha attirato l'attenzione diversi commentatori, non dovrcbsorprendere piìl che tanto. Non ci pa 19 gio di be se mbra che questa impronta sia dovusoltanto all'ufficialità dei servizi ~stici Rai e alla loro sudditanza ,e pie> dal governo e dalle segrce ilei partiti. Per esempio, non siaaffatto sicuri che i futuri telegiorta o Ieri mo n na ali delle emittenti private siano destiti a scostarsi necessariamente e siificativamente dal modello della . Perché appunto di «modello• si ta. Un modello che, in Italia, si è ato consolidando nel lungo pcriom cui esisteva un unico telegiornagn Rai trat and do le. pri radiografia. Su questo piano, i grandi riguarda in particolare il TG 1e il TG2, interventi mezzi di stampa privati fanno ben le variazioni dal 1979 al 1980 appaio- 1 Giovanni Paolo II 88 poco che sia utilizzabile dal pubblico no complessivamente modeste: la ge- 2 Carter J. 13 TG! TG2 63 10 6 - TG3 ~ 10 7 ~. m La nascita del secondo telegiornale ma, la riforma che portò alla sepaazil di rete e testate, pi0 tardi, non an intaccato in profondità tale od o. Nel tempo, al modello praper controllare illoro comportamento. rarchia fra i diversi soggetti appare Gli ultimi dati disponibili sui tele- sostanzialmente immutata e stabilizzagiornali sono stati pubblicati alla fine ta. Il TG3 - la cui nascita è recente - dello scorso anno e riguardano ancora mostra invece una struttura piìl instail 1980. Nonostante il tempo trascor- bile. Questi dati rivelano che - almeno so, sono dati indubbiamente utili per per quanto riguarda la ripartizione fra comprendere quali sono il modo di i soggetti dell'informazione - la strutoperare dei telegiornali, l'immagine tura dei notiziari dipende in misura del mondo da essi prodotta, la struttu- molto modesta, nel lungo periodo, ra di tale rappresentazione. Troppo dagli avvenimenti rispecchiati, e molto spesso l'interesse per la grande infor- piìl dalla cristallizzazione di uno schemazione televisiva si riduce agli spo- ma di organizzazione dei contenuti. stamenti nelle cariche direttive e agli Anche gli scarti percentuali fra il 3 Walesa L. 8 4 Reagan R. 7 5 Capucci I. 5 6 Gardner R. 5 Fonte: Rai - Verifica Programmi Trasmessi re che - nell'ambito dei soggetti della società civile-i soggetti della cultura e dello sport sopravanzano i soggetti della cronaca, dell'economia e delle situazioni sociali in genere. • Le modeste oscillazioni quantitative nella ripartizione fra le diverse catego6 - 2 2 - 5 3 1 1 2 1 2 dut tivo si è andato associando inevitamente un modello di consumo e di tese di consumo• non solo nel pubco, ma anche nel pubblico «qualifio• (politici, opinion-leaders) e nestessi redattori dei telegiornali. Il bil «at bli cat gli modello si è incarnato in una prassi, in una stnittura. organizzativa, in un sistema di routines - saldando produaspetti piìl grossolanamente politico- «menu» del TG 1 e del TG2 sono ri- •rie di soggetti (per esempio, il terreconsensuali e omogenee a quella ideologia. In altri termini, gli avvicendamenti di poltrone e di personale non sembrano capaci - di per sè- di intaccare una prassi che, nel tempo, si è sedimentata nelle routines professi; nali e nelle forme di organizzazio del lavoro. , • ...----. ... ~- ' ' . ...,... ( I -~ ~ • , • r· .• /~!, • I) ,;. ~:~'):;i,,~·;7 ·: .. ' /, • I : • ' . "!/ . ,, . ··- \ -~\ -----~ / ' \ 't \~. (~- ~)\ >-------- ., . -~ ,, _·•.;>,_\ • j, e;:~ , \~J-~~, ·.. ·rt • --. / • , . ))1 .". j' _y )•. I ~ . _;..:_r '-\___ .r I .,· :. --~;-~ ) y1 t
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