Alfabeta - anno IV - n. 34 - marzo 1982

Giomale dei Giornali NotiziedalSalvador A cura di lndex-Archivio Critico de~'Informazione A prima vista, il binario di una stampa coerente con i principi liberali è univoco: dare notizia di tutti i tentativi di soffocare l'autodeterminazione dei popoli e di sopprimere le libertà civili, in qualunque parte del mondo si manifestino; non privilegiare o mettere in ombra una situazione per ragioni di schieramento; fornire una analisi sufficientemente approfondita del background politico, economico e strategico di ciascuna situazione di crisi. L'invasione dell'Afghanistan, il golpe militare in Turchia, l'autoinvasione della Polonia, la «vietnamizzazione» del Salvador sono stati i banchi di prova più recenti su cui è stato possibile misurare l'effettiva applicazione di questi principi. Della Polonia ci siamo . occupati nei due numeri scorsi. Nel frattempo, la situazione nel Salvador - che in effetti è «critica» già da molto tempo - ha assunto un peso crescente nel flusso dell'informazione. Ci sono diversi parametri per analizzare il comportamento della stampa nei confronti .del Salvador. Il più immediato è costituito dalle prese di posizione esplicite. La quasi-concomitanza con gli avvenimenti polacchi seguiti al golpe del J 3 dicembre ha offerto un interessante termine di confronto. Assumiamo come primo campione di analisi un gruppo di tre articoli. Il primo è un articolo di fondo della Repubblica del 7 febbraio, Ma Reagan prega ad un solo altare di Sandro Viola. La tesi di fondo è assai chiara. «Qual'è la sostanziale identità tra la scelta compiuta dai dirigenti moscoviti •a proposito della Polonia e quella fatta dall'amministrazione americana a proposito del Salvador? La risposta non è difficile. Questa identità consiste nel non aver preso in considerazione le attese e le volontà dei polacchi e dei salvadoregni». La conseguenza che se ne trae è altrettanto semplice: «Schierarsi da una parte o dall'altra dei due grandi sistemi mondiali sta diventando impossibile...». La doppia equazione Polonia = Salvador e Urss = Usa proposta da Sandro Viola viene energicamente rifiutata da Indro Montanelli in un editoriale del 9 febbraio (Li salverà il Salvador?). Montanelli scrive che «è assurdo e scandaloso il paragone fra la repressione nel Salvador e quella in Polonia ...». Asserire che «i dibattiti alsindacati per la Polonia, in quanto la manifestazione non si sarebbe contemporaneamente schierata sul problema del Salvador. «Chi di noi ha pubblicato con orrore, letto con raccapriccio le notizie sui massacri di Duarte? Eppure questo richiamo, apparentemente cosl ovvio, oggi mi dà un disagio. Come se fosse qualcosa di non vero. Come se, puntando l'indice 'Tu non parli del Salvador!' si volesse non già protestare con più forza per il Salvador, ma sollevarlo come una quinta sanguinosa davanti ad 'altro'. Un 'altro' che sarebbe meno grave, meno Mario Stau.ieri, chitarra T. K. l'interno del Politburo, ammesso che urgente. Di cui non parlare. Oh, non ce ne siano, equivalgono a quelli che si scandalizziamoci davanti a queste svolgono nel Congresso di Washing- parole brutali, anime belle della siniton e che il New York Times gode della stra. Ci conosciamo da un pezzo». stessa libertà di opinione e di critica La politica della quinta sanguinosa della Pravda» è inammissibile: «que- denunciata dalla Rossanda si situa in sto solo un truffatore può dirlo e solo uno dei meccanismi cruciali del sisteun imbecille pensarlo». Per il direttore ma informativo. È una politica in cui si del Giornale il problema è, ancora una può cadere molto facilmente, in modo volta, «turarsi il naso», come in un più o meno volontario. Il meccanismo celebre appello a votare Dc alcuni stesso dell'attualità - da noi criticato in anni fa: Reagan «non è affatto entu- queste pagine-crea automaticamente siasta di avere come 'partners' delle l'alibi per politiche di «copertura». Giunte militari. Se le accetta, è perché L'attualità di oggi (il Salvador) «scacl'America Latina sembra incapace di eia» l'attualità di ieri (la Polonia), in produrre di meglio. E se le aiuta, lo fa modo apparentemente «neutrale». ~ turandosi il naso». Breznev, invece, Ma l'attualità di ieri aveva a sua.volta «scarica sui satelliti il tanfo della ditta- scacciato l'attualità dell'altroieri: goltura come profumo di democrazia». pe in Turchia o massacri nello stesso Sul Manifesto del 13 febbraio Ros- Salvador, che certo non sono coming1 sana Rossanda esprime invece il timo- ciati nel febbraio del 1982. re che, a sinistra, il Salvador sia usato Si provi ad immaginare quale sensao per «turàrsi il naso» •sulia Polonia, zione desterebbe nella nostra stampa ~ ovvero che gli avvenimenti nel primo un ipotetico attentato contro il prima- ; paese servano da «contrappeso» a te di Polonia; ma quando nel marzo ,.,., quelli nel secondo. Lo spunto dell'arti- del 1980 fu assassinato il vescovo del ::: colo, intitolato Polonia e Salvador?, è Salvador, Romero, la notizia non de- ~ offerto dalla decisione del movimento stò molto scalpore. In quella occasio- ~ per la pace di partecipare «criticamen- ne, La Repubblica fu tra i pochi quoti- Bi btei otecatg1n Obi aneo italiani a riportare la notizia con grande rilievo, collocandola nei titoli di testa. Nulla è più facile che praticare la politica della quinta sanguinosa, sia lasciando che un evento «cancelli» un altro, sia attraverso il procedimento contrario di porre in sordina notizie che potrebbero mutare lo scenario precedente. È facile prendersela con l'aperta parzialità di Montanelli, ma bisogna riconoscere ancora una volta che Il Giornale ha il coraggio di esplicitare le proprie scelte. Ed è questa la funzione che vorremmo vedere più spesso utilizzata nei commenti e negli editoriali. Accade invece troppo frequentemente che l'articolo di commento serva a dichiarare una «linea» editoriale che non trova nessuna rispondenza nella prassi giornalistica. Sulla Repubblica, ad esempio, abbiamo letto in occasione del terremoto in Irpinia editoriali bellicosi di Scalfari e perfino una intelligente autocritica come quella di Viola; ma La Repubblica si è ben poco discostata dalla linea degli altri giornali sul «terremoto che non fa notizia». Al di là dei commenti e delle prese di posizione, è nel meccanismo quotidiano dell'informazione che occorre verificare - come ben sanno i nostri lettori-i comportamenti della stampa. Una prima verifica si può effettuare sui giornali del 2 e del 3 febbraio, quando- all'indomani di un ennesimo massacro nel Salvador - la stampa italiana ha prodotto qualcosa di assai vicino al blackout informativo. All'alba di domenica 31 gennaio reparti dell'esercito salvadoregno irrompono nel quartiere di San-Antonio-Abad, uno dei più poveri della capitale, e uccidono una ventina di civili. Fra le vittime un ragazzo di quattordici anni; cinque donne, fra cui una di sedici anni, vengono violentate. Il ministero della difesa ammette l'operazione, ma dichiara che si tratta di un'operazione anti-guerriglia, si felicita per il suo «successo>, attribuito al «professionismo> e ali' «addestramento> delle truppe. Queste sono le notizie riportate da Le Monde del 2 febbraio, sotto il titolo L'esercito ha massacrato una ventina di civili in un quartiere povero deUa capitale. Le fonti indicate sono le agenzie di stampa internazionali Afp, Ap, Upi. Non esiste perciò alcun dubbio che la notizia sia pervenuta anche alla stampa italiana, in una forma che lasciava pochi dubbi sulla sua attendibilità. Vediamo che cosa è successo. Nell'Unità la notizia è nel titolo di testa, su tre colonne: Salvador: nuovo atroce massacro / Gli Stati Uniti decidono ulteriori aiuti militari. Anche li Manifesto porta in prima pagina un titolo molto evidente: Massacrati per strada in Salvador. Reagan raddoppia gli aiuti a Duarte- Entrambe le testate portano in prima pagina anche le notizie della Polonia (internamento di Walesa, nuove misure repressive a Danzica). Fra gli altri quotidiani da noi rilevati, solo il Corriere della Sera reca la notizia del nuovo massacro nel Salvador. Essa risulta però seminascosta in fondo alla pagina degli esteri, con un titoletto su due colonne che recita: Aiuti urgenti da Reagan aUagiunta del Salvador. La notizia del massacro è richiamata solo dall'occhiello (Mentre continuano i massacri) e collocata in coda alle notizie da New York. La Repubblica, Il Giomale, li Giorno, li Popolo, A vanti! e Lo1ta Continua ignorano l'avvenimento. La Stampa del 2 febbraio non esce per sciopero; il giorno successivo compare un articolo intitolato D Congresso attllccaHaig sui naovi aillti al Salvador, ma non la notizia del massacro. Il 3 febbraio si registra un «recupero> della notizia da parte di alcune testate. In effetti, solo in Lotta Continua il recupero è sostanzioso (tutta la seconda pagina con foto); nel Giorno un breve articolo in fondo alla pagina degli esteri annuncia In Salvador nuovi massacri. Nell'Avanti! la notizia del massacro va in pagina interna sotto il titolo Reagan aumenta gli aillti 111111 1i1111tdai Duute. Analogo il caso della Repubblica, mentre La stampa e Il Giornale non si preoccupano neppure di coprire il «buco> del giorno precedente. Interessante è il caso del quotidiano Dc Il Popolo. Nella pagina 3egli esteri c'è un breve pezzo dal titolo Nuove forniture militari statunitensi al Salvador; nell'occhiello si legge: Non confermate le voci di massacri della popolazione civile. Il testo dell'articolo così si esprime: «Si infittiscono le notizie di massacri che nel Salvador sarebbero stati compiuti dai militari... Da San Salvador le autorità di governo smentiscono decisamente che si siano verificati tali massacri e si riportano le uccisioni (non comunque nel numero denunciato dall'opposizione armata) ai normali e ricorrenti scontri con gruppi di guerriglieri. Anche fonti dell'amministrazione americana hanno dichiarato a Washington di non aver trovato prove che confermino le informazioni relative a presunti massacri della popolazione civile>. Le smentite ufficiali del governo salvadoregno (come dimenticare che Duarte è democristiano?) e la sibillina dichiarazione ufficiale Usa sono quindi sufficienti, per il Popolo, a classificare come semplici «voci> notizie riferite come tali dalla stampa internazionale più autorevole.// Popolo, tra l'altro, dimentica di precisare che massacri da parte delle truppe sono stati documentati - come vedremo - dai due maggiori quotidiani americani. Se il giornale Dc rappresenta, per così dire, il caso-limite nel comportamento della stampa italiana, bisogna però sottolineare che una analoga operazione di «declassamento> delle notizie dal Salvador è stata effettuata, senza esplicitarla, anche da giornali «indipendenti> come La Stampa o 11 Giornale. L'Unità e li Manifesto ritornano sul Salvador con grossi articoli di prima pagina. L'Unità, che titola Si prepara un intervento americano in Salvador?, pubblica anche un corsivo editoriale che chiama in causa il comportamento ·deigrandi mezzi di informazione itaÌiani: «Inutilmente ieri si sarebbe cercato un commento, una notizia, una foto, anche una sola riga su giornali che pure vanno fieri per la completezza dei loro notiziari. Neppure il TG 1 di lunedì sera, nè il GR 2 di ieri mattina hanno detto una parola. Perché? È solo perché un paese povero e lontano 'non fa notizia', perché il destino tragico di migliaia di poveri contadini del Terzo Mondo 'interessa' meno, 'commuove' meno che il destino di altri l'opinione pubblica del nostro civilissimo continente? Certo, una spiegazione è questa. C'è un razzismo inconsapev~le in certe omissioni. Ma c'è anche dell'altro ... silenzio indifferente, ritardi, implicita preoccupazione di non urtare le suscettibilità del 'grande alleato' sono il riflesso di silenzi, ritardi e preoccupazioni del governo del nostro paese>. La dinamica delle notizie dal Salva-

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