Quandoarr.ivala luce S i è celebrato nel 1981 il centenario della nascita di Lu Xun (18811936). Del grande scrittore cinese il pubblico italiano conosce l'opera narrativa, tradotta per intero da Primerose Gigliesi e pubblicata nel volume Fuga sulla luna (dal titolo di una delle Vecchie leggende rielaborate), che comprende le tre raccolte: Alle armi (1923), Errare incerto (1926), Vecchie leggende rielaborate (1936) (Bari, De Donato, 1969, e Milano, Garzanti, 1973 ). Dal primo racconto di Lu Xun nel 1918, Diario di un pazzo, si data l'inizio della letteratura cinese contemporanea, non solo perché in lingua volgare (dalla fine del medioevo già largamente impiegata nella narrativa) ma perché rompe radicalmente con i modi della scrittura fino allora adottati. Tuttavia Lu Xun dopo il 1927 cessò quasi del tutto di scrivere racconti (con l'eccezione di tre o quattro rielaborazioni di antiche storie, negli anni trenta), e si dedicò interamente alla saggistica - che in Cina comprende generi diversi, al confine con la-poesia da un lato e con i testi filosofici o politici dall'altro. Tradusse pure molti testi letterari giapponesi e occidentali, fra i quali Le anime morte di Gogol', e compilò una Breve storia della na"ativa cinese (1924, 1930), tradotta in italiano ;i ..:, dall'inglese, col titolo Storia della leJteratura cinese (Roma, Editori Riuniti, 1960). I saggi, pubblicati in numerosi periodici, alcuni dei quali redatti da lui stesso, furono raccolti dal 1922 al 1937 in sedici volumi, più uno di prose poetiche e uno di lettere scambiate con la moglie Xu Guangping. Gli scritti di Lu Xun sono stati ripubblicati più volte, singolarmente e in raccolte e in serie. Delle opere complete abbiamo le edizioni di Shanghai, 1938, in venti volumi, ristampata a Shanghai, 1946, e a Pechino, 1973; e quella di Pechino, 1956-58, in dieci volumi. Quest'ultima non comprende le traduzioni, ed è corredata di note, vi si trova qualche testo alterato, ad opera di politicanti che Lu Xun aveva attaccati. In entrambe le raccolte sono inclusi alcuni scritti minori,i versi (Lu Xun scrisse anche versi, come i letterati cinesi di ogni tempo), e un certo numero di lettere. Fra le raccolte di lettere altrimenti pubblicate, le più ampie sono quelle di Pechino, 1952, e di Pechino, 1976. Il diario (19121936) è stato pubblicato a Pechino, 1958, 1962 e 1976. Saggi di Lu Xun sono stati pubblicati in italiano in tre raccolte: Cultura e società in Cina, Roma, Editori Riuniti, 1962 (traduzione dall'inglese a cura di Teresa Regard); La falsa libertà, Torino, Einaudi, 1968 (traduzione dal cinese a cura di Edoarda Masi); Letteratura e sudore, Milano, Mazzotta, 1978 (traduzione dal cinese a cura di Anna Bujatti). Su periodici sono comparsi singoli scritti, il testo quasi completo di Erbe selvatiche (prose poetiche), in Cina n. 10, 1973 (traduzione dal cinese a cura di E. Masi) e dieci poesie, in Artecontro n. 5, 1976 (traduzione dal cinese a cura di A. Bujatti). Al racconto Un incidente si è ispirato Francesco Leonetti per un libero rifacimento in versi, già pubblicato in Che fare? Anche se la produzione saggistica - la più importante di questo scrittore- è troppo vasta, e a volte legata a spunti troppo specificamente cinesi e contingenti perché sia possibile almeno per ora tradurla per intero, un maggior numero di scuoi scritti dovrà esser conosciuto dal nostro pubblico, affinché si abbia un'immagine adeguata della sua personalità ricca e complessa. Nell'angolazione e negli argomenti le prose che seguono' appaiono attuali e immediatamente fruibili, come è quasi sempre di questo autore e specialmente dove adotta la forma a lui più congeniale del saggio breve. Attuali in che senso? Dei due poli entro cui si muove la storia della Cina contemporanea - quello che associa la riscossa della nazione all'emergere di un ceto medio di cultura modernizzante e cosmopolita con gli occhi rivolti all'Europa vuoi capitalista vuoi socialista, e quello che individua nei contadini il soggetto alternativo al vecchio ordine da rovesciare e da ereditare - Lu Xun si colloca nel primo per origine e per formazione. Eppure da oltre quindici anni (e già prima) viene assunto, dalle opposte correnti del ceto urbano che si propone classe dirigente, in un servizio di «attualità» a sostegno delle reciproche tesi, quanto meno fuorviante. Attualità ad uso degli intellettuali di Shanghai, negli anni della rivoluzione culturale; attualità ad uso dei conservatori di Deng Xiaoping, negli anni più recenti. Falsificazioni l'una e l'altra: giacché negli scritti di Lu Xun quasi ogni parola è diretta contro quel ceto nei suoi aspetti diversi e nelle opposte correnti, contro la sua cultura, la sua etica, la sua politica. Anche Mao Zedong a Yan'an esaltava Lu Xun, ma Lu Xun non appartiene a Yan'an con la sua opzione di isolamento, né alla rivoluzione contadina. Ad essa rivolse la speranza negli anni trenta ma come alla nozione di un futuro, distante e inattingibile dalla sua scrittura, se pure profondamente sepolta anche in lui. Direi allora che l'attualità di Lu Xun si collega al riemergere della rivolta della massa immensa degli esclusi dalla storia e dei colonizzati e all'estendersi di questo futuro possibile non più nei confini della Cina e del Terzo Mondo ma nelle zone periferiche della metropoli e fin dentro l'Europa, esposta oggi al paradosso di venire essa colonizzata o immolata a interessi altrui. Lu Xun guarda in faccia la sua condizione di colonizzato con la forza di una cultura cosmopolita, senza abbellire in nulla la propria miseria e in polemica costante con quanti vorrebbero abbellirla o aggirarla o dimenticarla - «i padroni, quelli che sono contenti della vita di schiavi, e gli schiavi che hanno da lavorare meno e hanno smesso di soffrire». Credo che questo ci riguardi: gli altri aspetti della sua attualità - il nietzschianesimo rovesciato a favore degli sconfitti e degli oppressi, l'ironia sulle proprie ideologie, l'insofferenza verso i politicanti - derivano tutti da quella premessa. Nota . Edoarda Masi ' Tradotte dal cinese,dalle raccolte: Sotto il baldacchino (1925), La falsa libertà (1933), Letteratura mer/e((i (I 934), Saggi di Qiejieting (1934, 1935, 1936).Sonoinedite in italiano, ad eccezione dei due brani «Capodanno» e «Morire in segreto>, già inclusinellaraccolta Letteratura e sudore, a cura di A. Bujatti. I.a GraDde Muraglia Maestosa Grande Muraglia! questi ordini si avanzano ragioni'che toccano s()/o l'aspett~verbale, non la sostanza. Sono partiti {'ricchi.a cavallo del/{!cultura, ~ Qui resta vuota la cultura la città. Di questa costruzione restaancora un segno, sulla cartageografica..e forse chiunque al mondo possiede un po' di istruzione ne sa qua1cosp. Di fatto è servita solo a massacrare per nieme tanti operai, non certoad arrestare i barbari. Ora è una rovina archeologica, ma non si può anniemare d'un tratto; o forse verrà ancora conservata. Mi sono sempre sentito circondato da ogni parte da una Grande Muraglia. È costruita di vecchi mattoni de/l'antichità, con l'aggiunta I di mattoni nuovi. Uniti insieme, formano la muraglia che racchiude la gente. Ma quan.do smetteranno di aggiungervi nuovi mattoni? Maestosa e maledetta Grande Muraglia! li maggio I 925 (Sotto il baldacchino). Rispettare i fatti Spesso i fatti non sono cosi belli come il loro aspetto verbale. Per esempio, queste «chiacchiere in libertà> in realtà non sono libere, e quando le si chiama cosi si tien como di quale libertà disponiamo qui per parlare. O per esempio: oggi si portano viada Pechino le amichità e non si consente lo sfollamento degli studenti universitari: pro e comro Biblio aginobianco Dire che questi oggetti sono tesori perché molto amichi e unici e bisogna affrettarsi a portarli via, naturalmente è sensato. Turtavia anche Pechino è unica, ed è anche più antica di tulle le antichità oggi esistenti. Pernon parlare del tempo di Yu, che era un verme2 , questo luogo esisteva già al tempo delle dinastie Shang e Zhou. Perché allora non ce lo portiamo dietro, e trasferiamo solo le antichità? Siamo franchi: non è perché sono «amiche», ma perché perduta Pechino possiamo ancora portarcele dietro e far soldi vendendole al momemo buono. Anche se sono la «spina dorsale», gli studemi non hanno valore sul mercato; se sul mercato europeo o americano fossero valutati cinquecemo dollari a testa, di certo verrebbero imballati anche loro e spediti fuori Pechino su treni speciali insieme con le amichità per essere conservati nelle casseforti delle banche straniere nelle concessioni. Ma gli studenti, ahimé, sono troppo ,:umerosi, e nuovi. Meglio non parlarne, e compiangerli cosi, sul metro della « Torre della gru gialla» di Cui Hao: È andata la cultura e non tornerà, L'amica città è tutta fredda e nuda. Treni speciali in fila alla stazione di Qian Men, Mala sorte pesa sugli studenti. Tramonta il sole dieiro il passo di Yu Guan, non c'è resistenza. Nesrnno ha paura nel quartiere delle prostitute. 3 I gennaio 1933 (La falsa libertà). «Quando arriva la luce ... » La tortura nelle carcericinesi è un segreto pubblico. Ilmese scorso la Lega per la ture/a dei diritti civili ha sollevato la questione. Ma il Quotidizno della Cina del Nord gestito da stranieri ha pubblicato il I 5 febbraio una corrispondenza da Pechino, dove si li nuovoAermacchi Veltro 11
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