Sindacat,i1pzaoperai Relazione al Colloquio Internazionale di Marsiglia (8-9 novembre I 980) sulla situazione dei lavoratori in Urss. Come già ricordavamo in occasione della pubblicazione della relazione di Jean-Paul de Gaudemar (Urss, il lavoro come sistema, Alfabeta n°25, giugno '81), gli atti del convegno sono in via di pubblicazione presso le edizioni Seuil. I I Non è raro notare che all'ordine '' del giorno delle assemblee sindacali, tanto a livello di impresa che a quello di reparto, si inscrivono ogni mese gli stessi problemi, e che i relatori sono sempre gli stessi. Molte assemblee si svolgono senza organizzazione, in fretta e furia, durante l'intervallo per il pasto e nei momenti di avvicendamento fra le squadre, più che altro per pura formalità, Sovietskie profsojuzy (Rivista sindacale), Mosca, febbraio 1967. «Perché il movimento sindacale che è la più importante organizzazione di massa è giudicato tanto negativamente? Ma vi è di peggio: i sentimenti di molti, moltissimi lavoratori nei confronti di questa organizzazione sindacale che éonta milioni di membri sono di assoluta indifferenza. Se essi sono membri del sindacato, si tratta di un'adesione puramente formale» Obdorar (Rivista sindacale), Praga, aprile 1968. Le pagine che seguono tentano di formulare un abbozzo di risposta ad un interrogativo semplice ma più che mai attuale dopo )"'estate polacca": perché i sindacati ufficiali sono cosi poco stimati da poter essere abbondanti da un giorno all'altro praticamente da tutti i loro iscritti operài appena se ne presenti l'occasione? Questa indifferenza degli operai nei confronti dell'organizzazione ufficiale non è limitata alla Polonia. Essa è infatti ricorrente in tutti i paesi dell'Est, in Urss come in Polonia, in Ungheria come in Cecoslovacchia e in Romania. Per chi si sia interessato al problema più da vicino, si tratta di un fatto evidente e non di una semplice ipotesi. Per render conto dell'universalità e delle proporzioni dell'indifferenza o dell'ostilità operaie (e dei salariati in genere) nei confronti dell'istituzione sindacale ufficiale non basta attenersi alle tradizioni e ai caratteri «nazionali» e nemmeno ai fattori congiunturali (come le crisi economiche, l'aumento dei prezzi, la penuria di certi generi, ecc). Naturalmente questi elementi possono giocare un ruolo nell'avvio di una rivolta. Ma per render conto dell'indifferenza generalizzata (in «tempi normali») e delle periodiche rivolte, conviene mettere in luce le caratteristiche permanenti, le specificità istituzionali dei sindacati di tipo sovietico. In altre parole dobbiamo analizzare soprattutto gli elementi distruttura e le regole organizzative comuni ai sindacati di tutti i paesi dell'Est. Questa analisi consentirà di capire meglio non solo perché gli operai rivendicano sindacati "liberi", ma anche e soprattutto perché questi ultimi si fondano fin dalle origini su nuove strutture e regole organizzative. I. Strutture di base dei sindacati uffi. ciali Prima della formazione del sindacalismo sovietico (di un nuovo tipo di sindacalismo cioè} parlare di classe operaia o di sindacati era praticamente la stessa cosa: il sindacato era soprattutto e innanzitutto la classe operaia stessa. Ma dopo il 1917 in Urss, e dopo il 1945 in tutti gli altri paesi dell'Est, fra queste due nazioni, fra queste due entità prima così convergenti, tende progressivamente a prodursi una frattura. Frattura che possiamo così riassumere: i sindacati non sono più operai e la classeoperaia non hapiù sindacati. Come si è potuti arrivare a questo punto? Attraverso quale dispositivo istituzionale, attraverso quali misure organizzative è stato possibile «espropriare» la classe operaia dei suoi sindacati in tutti i paesi dell'Est, senza attività sotto la direzio)ìe del Partito comunista dell'Unione sovietica,( ...)» (Preambolo dello Statuto dei sindacati dell'Urss) «Il Partito è la forza dirigente di tutte le organizzazioni della classe operaia e dei lavoratori, delle organizzazioni dello Stato e delle organizzazioni sociali» (Preambolo dello Statuto del Partito della Germania Est) «Nella nuova situazione (allusione alla riforma economica) dato che ai sindacati vengono attribuite competenze più estese, sarà loro più che mai mato a dirigere il sindacato e a decide- - re in merito alla struttura, alle sue regole organizzative, al suo programma d'azione, come pure alla sua attività quotidiana. Ma in realtà, questa situazione di diritto e di fatto, questo potere di una minoranza sulla maggioranza degli operai cosiddetti senza-partito non.è il prodotto di un malinteso o di una semplice deviazione dottrinale. Si tratta di una supremazia voiuta, pienamente meditata. Il motivo pratico e teorico addotto per spiegarla è relativamente semplice: la «massa» operaia Illustrazioni per le Metamorfosi di Ovidio. Incisione in rame di Hieronimus Sperling (/695-1777). distinzione di livelli di sviluppo economico, e di tradizioni sociali e culturali? Senza pretendere di venire a capo dell'interrogativo in poche pagine, sembra possibile affermare che tre fattori, tre gruppi di provvedimenti concreti sono all'origine di questa incontestabile espropriazione di una delle essenziali conquiste della classe operaia del XlX0 secolo. Punto capitale: si tratta di provvedimenti praticamente identici per tutti i paesi interessati. 1) Istituzionalizzazione della supremazia del partito sui sindacati li famoso «ruolo dirigente» del partito nei confronti di ogni organizzazione che si definisca sociale (quindi in primo luogo del sindacato) è oggi indubbiamente il principio più noto perché incessantemente sottolineato e riaffermato nei testi e nei commenti ufficiali. Si tratta dunque ad un tempo di un principio teorico e di una regola permanente dell'azione dell'apparato del Partito sui sindacati. Eccone alcuni esempi: d sindacati svolgono tutta la loro indispensabile la direzione del Partito» (Rivista del Partito, Ungheria I 966) «Inoltre è sempre al Partito che spetta-di diritto e di fatto- la nomina e la revoca (al pari della promozione,- dell'istruzione e dell' ''educazione' ) del personale dirigente dei sindacati. Questo diritto - tradotto dalla nomenklatura del Partito- riguarda i dirigenti più importanti a tutti i livelli dell'apparato sindacale, federazioni e consiglio centrale dei sindacati compresi (per un esame dettagliato dei principi generali e della procedura concreta applicati in questo campo, che riguardano tutti gli apparati esistenti - organismi amministrativi ed economici,- sindacati, mass media, ecc - cfr. T. Lowit, «Y a-t-il des Etats en Europe de l'Est» in Revue Française de Sociologie, n° 2, 1979, pp. 431466 )_ Si giunge così ad una situazione apparentemente paradossale: per esempio in Urss, laddove, pur essendo solo circa un affiliato al sindacato su dieci iscritto al Partito, è tuttavia l'apparato di quest'ultimo che viene chiaha per definizione- dal punto di vista del regime, s'intende- un basso livello di «coscienza». Non potrebbe quindi essere lasciata a sé stessa, decidere da sola. Poco «matura» (sempre secondo la stessa teoria), essa dev'essere metodicamente posta e tenuta sotto tutela permanente e compiutamente istituzionalizzata da parte di una minoranza «cosciente», cioè dell'apparato del Partito. In altre parole, al di fuori di questa tutela, i sindacati che riuniscono la «massa» operaia tenderebbero a divenire «anti-socialisti» (o per essere più precisi anti-Partito ). Anche ad una minima riflessione appare chiaro che qui risiede il fondamento stesso del principio del ruolo dirigente del Partito nella «società» e nei confronti dell'istituzione sindacale. Ma si tratta anche, al tempo stesso, della prima regola organizzativa del sindacalismo di tipo sovietico. 2) Supremaziadel personale dirigente delle imprese sugli operai negli organismi La seconda regola organizzativa dei sindacati ufficiali è il loro carattere «misto: ogni sezione sindacale d'impresa deve obbligatoriamente riunire in modo indifferenziato tu/le le categorie socioprofessionali, dal manovale al direttore. Ogni aggregazione del cosiddetto personale esecutivo in seno alla sezione sindacale è rigorosamente vietata. Gli operai si «riuniscono» al direttore e al personale di inquadramento (capiofficina, capireparto, quadri medi e superiori) e quindi sottoposti ai loro «ordini», come precisano le due citazioni seguenti: «Il direttore concentra tutti i poteri di direzione.( ...) Sceglie il personale di . base, stabilisce le modalità di lavoro, verifica i risultati e l'avanzamento del lavoro, controlla che siano rispettate le discipline del lavoro, del Piano e finanziaria. Gli ordini del direttore d'impresa sono rigorosamente obbligatori per tutti i lavoratori» (Citazione da un trattato sovietico sul sistema gestionale). «La direzione dell'impresa è assicurata dal direttore.( ...) È il motivo per cui i suoi ordini sono obbligatori per tutto il personale. È la condizione indispensabile del buon andamento dell'impresa (...) Gli ordini del direttore '(del caporeparto, ecc.) arrivano così, passando per un certo numero di gradini, fino ai lavoratori il cui compito consiste, conformemente ad una rigorosa divisione del lavoro, nell'eseguirli. Per esempio, l'ordine di eseguire un determinato compito rivolto agli operai segue questo percorso: direttore-ingegnerecapo-capodipartimento-caporeparto-capoofficina-operaio (posto di lavoro). (Citazione da un manuale polacco destinato agli allievi delle scuole secondarie tecniche~ Grazie al carattere misto dei sindacati i quadri possono perciò esercitare contemporaneamente funzioni di direzione nell'impresa e funzioni di responsabilità in seno ai comitati sindacali. Questo cumulo di funzioni può quindi essere considerato come una caratteristica fondamentale del sindacalismo di tipo sovietico. Tale regola organizzativa- anch'essa obbligatoria in tutti i paesi dell'Est - è concepita essenzialmente per assicurare la supremazia del personale d'inquadramento sugli operai negli organismi sindacali. Si tratta di una misura che tende ad espropriare la classe operaia di una rappresentanza effettiva. Ecco, a titolo puramente illustrativo, i dati monografici sulla composizione socioprofessionale del comitato sindacale di una grande impresa metallurgica in Romania, nelle quale gli operai costituiscono il 90% di tutto il personale: 7 ingegneri (fra cui l'ingegnere capo) 8 tecnici 3 "economisti" 9 capiofficina 18 capisquadra I impiegato 21 operai (vale a dire il 31% del comitato) 67 totale I dati, raccolti in occasione di una serie di visite ad imprese che ho compiuto in Romania e negli altri paesi dell'Est, mettono in luce lo stesso fenomeno, vale a dire una debole rappresentanza operaia nel comitato sindacale, sempre molto più bassa della J; percentuale operaia di forzalavoro E nell'impresa. Ma anche supponendo ~ (il che in certe imprese può effettiva-, ;; mente accadere) che gli operai costi- "" tuiscano la maggioranza dei membri r--.. -, oO °' dei comitati sindacali, ciò non cambierebbe il problema di fondo. È infatti evidente che il «peso» di un capooffi-
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