Alfabeta - anno III - n. 24 - maggio 1981

Rosa Rosà Conflagrazionegeometrica (in «L'Italia futurista», 11, 30, 1917) Rosa rosa' (pseud. di Edyth van Haynau in Ama/di. Vienna 1884-Roma 1978) Pubblica su L'Italia futurista disegni, parole in libertà, prose e articoli; illustra alcuni volumi futuristi di A. Gianna, M. Carli, B. Corra. Pubblica Una donna con tre anime, Milano, Studio Editoriale Lombardo, 1918; e Non c'è che te!, Milano, Facchi, 1919. li suo primo romanzo, con l'aggiunta di scritti e disegni, è in pubblicazione presso le Edizioni delle donne. Magamal (pseud. dj Eva Kuhn Amendola). Collabora a L'Italia futurista ed è citata a proposito di problemi di riforma fondiaria da Marine/li nel suo Democrazia futurista, Milano, Facchi, 19 I 9. Ha inoltre pubblicato Vita con Giovanni Amendola, Firenze, Parenti, 1960. (Magamal, da «L'Italia futurista», J, 1 O, 1916) VELOCITA Parole in libertà A Giacomo Balla velocissimo «Moto esterno ... Moto interno ...» (Dalla conferenza di Umberto Boccioni) 1 Direttissimo. - Wagon restaurant. .. Nervi elettrizzati. Via X 100. Senso del divino (parole di F.T. Marinetti) Staccarsi, staccarsi - nè angoscia nè pensieri. .. Cervello elettrizzato - apparecchio telegrafico Marconi: spedire, ricevere telegrammi senza fine. Lavorio febbrile. Voluttà crescente. Telegrammi Marconi sempre più voluttuosi. Desiderio erotico. Fiamme: eruzione del vulcano. 2 Velocità interna: superare crisi dopo crisi velocemente con equilibrio matematico. Trasformare lava rovente in ghiaccio. Giungere vertice e giù di nuovo precipitarsi nell'abisso - volontariamente e come un fulmine. Ora lampi feroci, ira, IRA - ora serenità ghiacciale. Rinnovarsi in un attimo. Qistruggersi. Creare in un batter d'occhio un universo. Ritirarsi dal tumulto della vita in un deserto ghiaccciale e poi in un attimo balzare fuori sulla piazza rumorosa, tuffarsi nel vortice, godere, GODERE. A volontà mutare velocemente il ritmo interno: ora torrente feroce, ora un largo fiume - calmo e maestoso. Direttissimo sempre pronto per fuggire la stasi, i chiari di luna! Velocità interna - sei Mia! sempre, downque. Sono Dio! Magamal futurista P.A..I\OLt I~ LIIJUtl.\ STRADA I\ (En;zmaMarpÙ/ero, da «L'Italia futurista»_, 1, 4, 1916). alba ore 4 BIANCA lrufrufruu,111111111 11i:,11 ESERTA EN/Jl.d. MARPILLERU t I ll•hl'I \ Enif Robert (Prato 1886-Bologna 1976). Collabora a L'Italia futurista con anico/i e parole in libertà, pubblica con Marinetti il volume Un ventre di donna, Milano, Facchi, 1919. Enif Robert Premessa a Un Yentredi donna (in collaborazione con F.T. Marinetti) Milano, Facchi, 1919. CORAGGIO + VERITÀ Non abbiamo ancora ben compreso, mi sembra, ciò che vuol dire «Donna Murista». Questo aggettivo non deve aver l'aria di atteggiamenti cinici o audaci, di pose ribelli, di corsa frenetica verso le cime impennacchiate e multicolori della Notorietà ad ogni costo. E neppure vuol dire un diversivo da «détraquée» per -frugare Aella nausea della vita con !'.ultimaIUusionedi una «novità» che valga la pena di essere vissuta. Va inteso, invece, come un'energica cura di Coraggio + verità Sarebbe dunque l'ora di smettere il tono civettuolo e inconcludente che è caratteristico della letteratura muliebre d'oggi, e di cominciare con energia l'enunciazione vigorosa di realtà anche non estetiche, delle anime nostre. Via le tiritere di stati d'animo velati, graziosi, assurdi, quali la contemplazione aeriforme delle stelle luminose, delle notti lunari, la descrizione meticolosa delle quattro stagioni rifritte in tutte le prose e le poesie maciullate da generazioni e generazioni di grandi, mediocri, infimi prosatori e poeti!• Sappiamo ormai a sazietà che la primavera ci porta il fiorellino blu; che in estate c'è la cicala che frinisce sull'olivo dell'orto; che l'autunno è languido e voluttuoso nei semi-toni appannati delle foglie estenuate; che l'inverno è buono, passato presso il fuoco mentre fuori la neve non cade mai abbastanza a «larghe falde». È veramente l'ora di passar oltre questa decadenza di tritume letterario e di adoperare le sottigliezze di stile, in alcune donne di oggi veramente singolare ed acuto, per far conoscere A nudo la forza vera delle nostre possibilità di affermazione. Coraggiosamente dunque, quelle fra noi che abbiano il dono di esprimersi con facilità e con ardore, mettano da parte i comodi languori della letteratura-fremito a base di erotismi mascherati di grazie cesellatrici, e compiano il bel gesto nuovo di parlarci dawero di loro con serietà audace e forte. Non più, per carità, sprecare tesori di bello stile per dirci che il sole è un amante divino, o che un giardino autunnale è capace di dare la vertigine del piacere più intenso! Vien voglia, leggendo queste magnifiche cretinerie, di prendere per un braccio la fluttuante scrittrice, scuoterla ben bene per riportarla in pieno verismo quotidiano, e dirle forte: «No, cara: tu fai una sostituzione bestiale di pensieri e di cose. Un bel giovanotto dalle maschie fattezze è il tuo sole e il tuo giardino. Ma di, dunque, con rude franchezza il tuo desiderio umano e carnale, quale te lo suggerisce la tua sensibilità legittima e consapevole; parla del tuo diritto sensuale e fecondo, senza impasticciarlo con analogie di raggi e di profumi assolutamente estranei alla tua nudità che canta l'amore. Sei fuori della vita e del verosimile; cammini per vie già battute da passate decadenze romantiche, e perciò non hai nemmeno l'attenuante di portare, sia pure in un campo mellifluo di assurdità inorpellate, la parola nuova». No! tutto già detto, di sentimenti estetici, di ondeggiamenti aerei nello spazio azzurro: tutto da dire, invece, delle realtà d'ogni giorno, delle sinuosità che la vita torce e ritorce senza posa nelle anime nostre tormentate. È questo, dunque, che dobbiamo affrontare. Rendere laverità, Lave-ri-tà, senza il groviglio di veli e di lievi accomodamenti che la deformano rendendola ... graziosa. Ecco: la verità non può essere soltanto graziosa. Una bella signora miaamica era da molto tempo ammalata. A me, a tutti, raccontava di disturbi nervosi, di. .. febbri del pensiero (testuale!), di angosciosi stati d'animo che le davano alte temperature, ecc. Si faceva, insomma, credere affetta da una malattia interessante. Infatti, quel povero sistema nervoso vibrante, sensibile, scosso di continuo da fremiti elettrici, com'era ... estetico! Quanto il bel viso pallido, quanto la bella persona sdraiata in posa pittoresca di sofferente... intellettuale! Per caso, parlai col suo medico curante, che mi disse con semplicità: «Povera signora! Soffre molto. Ha un tumore rettale che sarà difficile estirpare anche se riusciremo a vincere le molte ritrosie». Il ridicolo dei suoi inauditi sforzi estetici per velare il suo vero male, uccise in me la compassione. Trovo un formidabile nesso logico fra la mia amica languidissima, affetta da tumore rettale, e le scrittrici azzurre. Emi sono convinta che una non ultima ragione di quelle sue pietose pose plastiche andava ricercata nel genere letterario ch'ella prediligeva. Libri, giornali, riviste, dove le donne letterate sfiorano «condita d'azzurro» le più inconcludenti rarità del senso che vuol parere raffinatissimo e sedicente vibrante; dove la ricerca di snobismi spirituali è cosi intensa da raggiungere a volte incredibili spunti di ridicolo. Siate sicure: nessuno più crede, ormai, alle nostre divertenti giravolte di belle parole dal ritmo elegante - Nessuno - neppure gli studenti liceali malati di adolescenza. Cerchiamo quindi di cambiare strada e di convincere, raccontando d'ora in poi la nostra vita vera, intessuta di realtà non sempre sorridenti che mai più dobbiamo diluire nel sogno. Facciamo che «donna futurista» voglia dire Coraggio + verità Marzo 1918. Enif Robert futurista

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