Alfabeta - anno III - n. 22 - marzo 1981

Giornale dei Giornali Lastrettacreditiziae altre storieitaliane D opo lunghi mesi di assenzaritorna nelle prime pagine il tema della politica economica. Come al solito, questo ritorno avviene in concomitanzacon eventi «eccezionali»,anche se eccezionali non sono perché da lungo tempo in gestazione e largamente prevedibili. In superficie, questa storia inizia il 30 gennaio, quando il cambio della lira con il dollaro supera per la prima' volta «quota mille». Il giorno dopo, 31 gennaio, il Ministro del Tesoro Andreana annuncia provvedimenti di restrizione del credito particolarmente severi. Ne nasce un'aspra polemica che porta sull'orlo della crisi di governo. Il servizio di questo numero è una sorta di diario dei primi dieci giorni di febbraio: dietro alla polemica sulla strelta creditizia compaiono ancora una volta i segni di una diale11icapolitica «sommersa» che i asciasolo alcune tracce nella stampa. Tenteremo perciò di ricostruire la cronaca di questi giorni esaminando le possibili interpretazioni delle tracce di «politica sommersa». La vicenda della stretta creditizia si connelle così con «altre storie italiane» sullo sfondo di un nuovo e oscuro capitolo del romanzo italiano. Vediamo innanzitullo come la stampa accoglie la notizia dei provvedimenti presi da Andrealta e ne descrive il contesto politico ed economico. / 0 febbraio, domenica on tulli i giornali danno adeguato rilievo alle decisioni di Andrea11a. In alcuni si colgono segni di imbarazzo. II C,orrieredella Sera non ha invece esitazioni; il titolo di testa su sei colonne annuncia: Stretta al credito per difendere la lira di fronte alla forte impennala del dollaro. Vi è anche una sorta di intervista «informale» con Andreatta, dal titolo Andreatta: non ho ascoltato le sirene della svalutazione. La Stampa titola Andreatta stringe il credito per ridare vigore all'export, concelio questo alquanto oscuro dal momento che una politica monetaria «forte» non è certo adalta a favorire i prezzi all'esportazione, né una strella del credito è il modo migliore per finanziare le imprese esportatrici. La Repubblica titola più esplicitamente Lira, una stretta feroce/In vigore drastiche limitazioni del credilorTimori di recessione nel mondo dell'industria. Nel sommario una notizia «piccante»: Dissidio ira mi11istrodel Tesoro e La Ma/fa. Perplessità anche alla Banca d'Italia. l)uest'ultima frase è abbastanza sorprendente, dal momento che i provvedimenti, sul piano ufficiale, sono stati ado1tati proprio dalla Banca d'Italia, in consultazione con il Ministro del Tesoro. Con i primi segnali del dissenso tra La Malfa e Andrealla, ci sono anche segni di malumore in casa socialista. 2 febbraio, lunedì Le critiche alla stretta creditizia cominciano a farsi corali. Non è solo L'Uni1à a titolare Una scelta recessiva/ Minacce all'occupazione. Anche per li Messaggero sono Molti i posti in pericolo per la stretta creditizia. Persino giornali conservatori come Il Tempo non lesinano duri apprezzamenti; in un commento dal titolo Una strada pericolosa, in cui si legge: «l)ueste misure tampone sono soltanto distruttive ... È una scelta che si pone nella logica che ha portato l'Italia sull'orlo del disastro economico e politico di oggi» Persino Il Giornale esterna ora le sue Perplessità sulla stretta creditiA cura di lndex-Archivio Critico de/l'Informazione zia di Andreatta - Perché non abbiamo agito di concerto con la Cee?. Ma le reazioni più dure vengono forse dall'organo della Fiat, La Stampa. Sotto il titolo di testa Occhi puntati sulla lirarTimori per l'occupazione, c'è un articolo di fondo di Mario Salvatorelli, La corda del boia e un commento di Giorgio Rota, docente all'Università di Torino, Una strana politica economica. Salvatorelli scrive: « Il ministro del Tesoro Andrealla, prima si Slllpisce e poi si indigna perché l'imprenditore italiano non ci sta a farsi impiccare»; e conclude affermando che occorre «combattere l'inllazione con il rilàncio, non con l'impiccagione, dell'impresa». In questo quadro spicca la moderazione del Corriere, che in un articolo in fondo alla prima pagina si limita a chiedersi Quanto costerà alle famiglie l'energica ricetta antinflazione, evitando ogni critica ad Andreatta. 3 febbraio, martedì Le critiche diventano un fiume e uniscono nella protesta i settori più diversi. Il giornale della Confindustria Sole-24 ùre titola: Divisi sulla stretta/ Negativo il giudizio della Confindustria/Il sindacato'minaccia lo sciopero generale. E aggiunge: Dissenso di La Malfa ma anche nella Dc non mancano dubbi. // Giorno pubblica l'ennesima intervista di Andreatta, ma con un commento di Siro Lombardini dal titolo eloquente La stretta però fa male.// Tempo rincara la dose: Imprese, banche e sindacati contro la «cura» di Andreatta/Là Malfa colto di sorpresa minaccia di dimettersi. La Stampa ribadisce: Paura di recessionenell'industria. Mentre La Repubblica si rifugia in una intervista a Guido Carli piuttosto sfuggente, il Corriere della Sera presenta un curioso titolo di testa su cinque colonne: Spaccatura fra ministri sul «giro di vite»/Rockefeller: il dollaro avrà giorni di gloria. Segueuna intervista al banchiere americano, in visita in Italia. Intanto il fronte dei partiti è in pieno movimento. Mentre L'Unità indurisce ulteriormente i toni (Saltano tutti i piani/I lavoratori chiamati alla lotta), anche L' A va111i! titola ora Sulla stretta creditizia aumentano le perplessità. In casarepubblicana si riproduce la spaccatura: seda una parte La Malfa vuole dimettersi e Spadolini riesce a stento a dissuaderlo, dall'altra, come riferisce il Corriere, Per Visentini, presidente del Pri, i provvedimenti del Tesoro erano inevitabili. II quotidiano Dc// Popolo si trincera dietro al titolo Una strada dura ma obbligata. 4 febbraio, mercoledì Continua il marasma nella maggioranza e nel governo. Craxi, Longo e Spadolini fanno sapere a Forlani di essere «perplessi», seguiti da un buon numero di ministri. Si chiede un vertice dei partiti della maggioranza per un «chiarimento» sulla politica economica. Intanto Craxi si fa intervistare dalla S1ampa e Gianni Agnelli, nel suo Ie110 d'ospedale, dalla Repubblica e dal Giorno. Craxi dichiara: «Tra l'altro di queste misure nessuno ne sapeva niente. E un metodo che non funziona. II Psi non appoggerà provvedimenti contro i lavoratori e una politica che provoca disoccupazione»; e aggiunge: «Ho l'impressione che i cinquanta capitani coraggiosi che impallinarono il governo Cossiga stiano tornando all'arrembaggio ... stavolta, per la compagnia che ha armatp i 50 capitani coraggiosi, sarà tulio molto più difficile. on prevarranno». Agnelli si limita a far sapere che le cose non migliorerebbero cambiando Andrealta con Spaventa (Pci). 5 febbraio, giovedì Dopo un improvviso «vertice» di Forlani con i segretari dei partiti di maggioranza, Le misure economiche deciseda Andreatta saranno «integrate» con il piano triennale ( Corrieredella Sera). Ovvero, secondo La Repubblica, Forlanj ha salvato tutti/Compreso La Malfa-Andreatta. Ovvero, secondo Sole-24 ùre, Confermata la stretta e ribadito anche il Piano. Ovvero, secondo La Stampa, Fortani ha convinto Andreatta a ridurre la stretta del credito. 6 febbraio, venera, La Stampa intervista il Ministro del Bilancio e titola La Malfa: è passatala mia linea/L'economia non sopporta la «stretta». L' Unilà titola invece La Malfa rivede il piano/Obiettivo crescita zero? Anche La Repubblica ospita una intervista a La Malfa. 7 febbraio, sabato Forlani-sindacati lunedì lo scontro è il titolo della Repubblica, Sindacati contro la stretta/Altro vertice sull'economia è il titolo di So/e-24 ùre, mentre L'Unilà annuncia Scioperi regionali contro la stretta. Il primo incontro fra govérno e sindacati chiarirà ben poco. Il Ministro del Tesoro Andreatta non si presenta neppure. Dopo la riunione del 9, neppure quella del 12 porta a nulla. Governo e sindacati ai limiti della rottura è il titolo di testa della Repubblica del 13 febbraio. A poco a poco la vicenda si smorza ed entra nella penombra. Ma che cosa accadrà dopo il «salomonico compromesso» decretato dal vertice dei partiti? E qual è l'autentica portata dello scontro in allo sulla politica economica? Dietro il «divertente duello accademico» In una intervista Andreatta ha definito il suo contrasto con La Malfa un «divertente duello di origine accademica». Forse si può trovare «divertente» la situazione, ma è difficile trovarla «accademica» o ridurla a un duello tra due ministri-professori. In una intervista rilasciata alla Repubblica subito dopo il vertice di governo. La Malfa ha detto: «Le misure di Andrea11a. nei loro de1tagli tecnici. le ho conosciute ieri sera durante il vertice. Essehanno ségnato, per il modo con cui sono state accolte, una brusca rollura di rapporti con quelle forze che avevano contri- • buito al Piano. Infatti, in questi mesi, avevamo stabilito un dialogo costruttivo non solo con gli imprenditori e con le forze sindacali. ma anche con l'opposizione dal Pii al Pci... Le severe restrizioni creditizie di Andrea Ila sono state considerate una svolta gravida di conseguenze a pramente recessive, concentrate nel se11oreproduttivo ...> La principale nm ità della ,itua7ione sta appunto nel fatto che sindacati e Confindustria si sono trovati d'accordo nel valutare la manovra Andreatta come un duro attacco alla produzione e all'occupazione, una vera e propria svolta verso la recessione. Ecco che cosa scrive il direttore di Sole-24 Ore, Mario Deaglio, in un articolo di fondo del 3 febbraio, contestuale alla presa di posizione negativa della Confindustria. «L'Italia degli anni Ottanta deve, secondo il Ministro del Tesoro, accettare quanto meno un rallentamento, se non una vera e propria caduta della produzione, pur di realizzare importanti modificazioni strutturali nel suo tessuto economico. È un'impostazione che potremmo definire "thatcheriana· che sta trovando proseliti anche negli Stati Uniti ... Secondo Andreatta, è opportuno che l'industria sia costretta da un cambio relativamente elevato della lira a riorganizzarsi in modo più produ11ivo, piuttosto di essere aiutata con una medicina effimera come la svalutazione... La posizione di Andreatta è certo molto diversa da quella ormai tradizionale che postula come necessario un 'patto sociale' per uscire dall'inflazione. l)ui invece le parti sociali sono messe, con molta energia e con una certa brutalità, di fronte a scelie non evitabili: o risolveranno i loro problemi, sterilizzeranno la scala mobile, aumenteranno la produttività. oppure la stretta creditizia sarà molto severa. Per converso, quanto più si realizzeranno gli aumenti di produttività, tanto meno severi risulteranno i limiti di credito. Il problema è di vedere se un uomo solo, sia pure in una posizione importante, avrà la forza di imporre al Paeseun'impostazione delle suescelte che è comunque sgradevole e che molti pongono in dubbio sul piano concettuale ed operativo». Ma Andreatta è un «uomo solo>? Non è neppure concepibile che effettivamente il Ministro del Tesoro sia sceso in campo isolato contro sindacati e imprenditori privati, comunisti e socialisti. repubblicani e socialdemocratici. avendo alle spalle l'incerto appoggio di una pane della Dc e quello pieno di riserve del governatore della Banca d'Italia. Le ripetute uscite di Andreatta contro il «partito della svalutazione» mettono inoltre a nudo un contrasto, che non si può sottovalutare, con gli interessi della Fiat e del gruppo Agnelli. L'atteggiamento della Stampa e l'aperta posizione assunta nella scorsa estate da Umberto Agnelli a favore della svalutazione della lira lasciano pochi dubbi in proposito. Così come esistono pochi dubbi sul fatto che La Malfa rappresenti nel governo un'ala molto più vicina a questo «partito>. Torniamo ancora sull'intervista che il Ministro del Bilancio ha rilasciato il 6 febbraio alla Repubblica. Domanda: «In sostanza il varo del Piano triennale doveva avvenire, que- ~to è il suo parere, con una preventiva ~valutazione della lira>. Risposta: «Guardi, sui tempi di attuazione non faccio alcun commento. La fissazione di un cambio stabile e più idoneo della lira nello Sme, l'ho chiesta per iscrillo alle autorità monetarie ( ... )» Domanda: «La sua risposta è chiara, fatto è che anche autorevoli giornali stranieri come il Financial Time hanno iscritto, lei, signor ministro, al partito della svalutazione>. Risposta: « La lotta all'inflazione non si fa con generici annunci di riduzione del tasso di aumento dei prezzi, né tanto meno si fa impegnandosi a

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