Alfabeta - anno I - n. 8- dicembre 1979

vicina maggiormente ad una linea di e oggettività anglosassone,.. Il titolo, su tre colonne non di testa, è assai preciso: La Fiat sospende 61 operai accusandoli di aver procurato "danni materiali e morah"". Come si vede, la titolazione è stata desunta dal testo della lettera di licenziamento, traducendo solo il termine cnocumento,. con il più comprensibile cdanno,.. L'articolo, firmato da Giuseppe d' Adda, risulta assai equilibrato nel riportare !e valutazioni dell'azienda e quelle del sindacato (semmai risulta troppo stringato); soltanto l'inizio concede qualcosa alla ccontestualizzazione,. Fiat (cLa Fiat ha deciso di passare alle vie di fatto contro- cosl è stata definita - la 'violenza organizzata in fabbrica',.; dove la valutazione della Fiat viene anteposta alla esposizione dei fatti). Più scorretto Il Giornale sia nel titolo di testa in prima pagina (La Fiat sospende 61 operai per le violenze in fabbrica) sia nel contenuto dell'articolo, che inizia parlando dell'omicidio e del ferimento dei due dirigenti Fiat e prosegue: cA Torino molti si erano chiesti quando la Fiat avrebbe detto basta. Ci si chiedeva, insomma, se la reazione dell'azienda si sarebbe limitata ai comunicati ... La risposta è giunta oggi,.. La dose viene rincarata oltre ogni misura dall'eaitoriale, siglato i.m. (Indro Montanelli) dal titolo Contro la paura. In esso si afferma che cin realtà questa misura doveva essere adottata anche prima,. poiché ctutti sapevano che gli attentati nascevano all'interno dei capannoni,.. L'azienda non poteva perciò che cprocedere alla bonifica dell'ambiente allontanando gli elementi più indiziati di partecipazione a bande armate,. (accusa che la Fiat non ha rivolto a nessuno dei licenziati). Anche/I Giorno sembra accettare la ccontestualizzazione,. Fiat, soprattutto nella titolazione di prima pagina (Sono elementi coinvolti in episodi di intolleranza) dove si dà come notizia certa una informazione che, nel testo dell'articolo, è presentata con la frase ca corso Marconi fanno sapere,._ La Repubblica titola La Faatlicenzia 61 operai per indisciplina sul lavoro, ma l'occhiello dice: Una decisione da tutti collegata alle violenze in fabbrica (tutti chi?). Nel testo dell'articolo di Salvatore Tropea si legge inoltre: cNon ci sono nei confronti di questi lavoratori accuse di terrorismo, né palesi, né velate. Ma è inevitabile il collegamento fra questo atto e le vicende che hanno caratterizzato la vita della Fiat negli ultimi anni. Su questo a corso Marconi non fanno mistero,._ Questi elementi che tendono a recepire nella Repubblica la ccontestualizzazione,. della Fiat sono ancora più sottolineati dalla inchiesta di Pansa fra i lavoratori; l'inchiesta è iniziata all'indomani della notizia dei licenziamenti, 1'11 ottobre, con la famosa intervista a un ccapo,. della Mirafiori (Un caposquadra della Miraf'10riracconta-.). II quadro ivi tracciato della vita di fabbrica collima perfettamente con la ccontestualizzazione,. della Fiat e ne costituisce un obiettivo sostegno soprattutto per il momento in cui è comparsa l'intervista. li fatto che Pansa abbia nei giorni seguenti cbilanciato,. l'inchiesta con interviste a uno dei licenziati e a un operaio del Pci non ci sembra migliorare il metodo dell'inchiesta; è evidente, infatti, che le interviste vengono proposte come ctestimonianze emblematiche,., ma nessuno è in grado di dire fino a che punto siano effettivamente cemblematiche,.. A noi sembra che siamo di fronte a uno dei limiti tradizionali dell'inchiesta giornalistica canonica; un giornale che voglia rappresentare in modo minimamente adeguato una realtà complessa come la Mirafiori dovrebbe lasciar lavorare all'interno della fabbrica i suoi cronisti per un periodo di tempo sufficientemente lungo. L'improvvisazione serve solo a costruire degli cscoop,. di incerta veridicità e passibili di strumentalizzazioni. Con Il Messaggero tocchiamo un altro dei casi-limite. Infatti il 10 ottobre IlMessaggero titola in primapagina: Terrorismo? Sospesi dalla Fiat 61 operai. Nel sommario si legge: cL'azienda ha motivato i gravissimi provvedimenti per comportamento scorretto (sic). Ufficiosamente, i dirigenti dicono che si tratta di una stàngata antiterroristica,._ Il Messaggero ha almeno il merito di chiamare le cose con il loro nome; gli lasciamo la responsabilità di costruire i titoli di prima pagina su quello che i dirigenti Fiat --------·-------------------- - - -- - - dicono cufficiosamente,._ Curioso il caso del Tempo che è l'unico, tra quelli citati, a non mettere in prima pagina le notizie sulla Fiat né il 10 (licenziamenti) né 1'11 (blocco delle assunzioni). li 10 ottobre compare in prima solo un titoletto di rinvio alla pagina economica, dove è pubblicato un breve articolo non firmato, col titolo La Fiat allontana 61 operai per gli episodi di violenza. Buona parte dell'articolo è fatto con brani del comunicato Fiat, senza virgolette e senza citare la fonte. È un altro caso-limite di totale adesione alla ccontestualizzazione,. Fiat. Nell'articolo si leggono frasi di questo tipo: cLa posizione del sindacato però è assai delicata: dopo la proclamata opposizione al terrorismo, non può difendere persone accusate di essere terroristi o di collaborare con questi,._ Ancora una volta la stampa accusa e condanna sulla base di accuse che la stessa Fiat non ha mai rivolto. Fin qui abbiamo analizzato il modo con cui la strategia informativa Fiat è penetrata nel modo di «produrre notizie,. dei quQtidiani, all'inizio della vicenda. Per brevità, non possiamo estendere l'analisi anche alle fasi successive. Tuttavia po~siamo vedere come la «contestualizzazione,. Fiat abbia operato negli editoriali e negli articoli di commento. Gli elementi che abbiamo individuato fin qui non sono certo «infortuni,. del primo giorno: sono del tutto omogenei alle linee di interpretazione politica delle diverse testate. Cosi Alberto Mucci sul Corrieredella Sera dell' 11 ottobre (D nemico è comune, occorre allearsi) esorta imprenditori e sindacati ad unirsi nella lotta comune contro la violenza: appello apparentemente «ragionevole> e neutrale che suona in realtà come un esplicito appoggio alla iniziativa Fiat, evitando di spendere una sola riga sullo voluta carenza di motivazioni specifiche dei licenziamenti. Abbiamo già visto in che modo Il Giornale abbia commentato l'iniziativa dell'azienda torinese e non ci sembra necessario tornarci sopra. Il Giorno ha pubblicato diversi commenti di prima pagina. Il 12 ottobre compare un «fondo,. di Pietro Rossi (L'intimidazione è inammissibile) in cui si attriGli avvenimenti (Le date si riferiscono ai giorni in cui le notizie sono state pubblicate sulla stampa) Ottobre IO, mercoledl: la Fiat sospende 61 operai per aver procurato all'azienda danni materiali e morali. Intervista ad Annibaldi (Dir. relazioni industriali Fiat) a La Stampa. ll, giovedl: I sindacati rispondono ai licenziamenti con tre ore di sciopero in tutto il gruppo Fiat. La Fiat blocca le assunzioni per la «ingovernabilità> delle fabbriche. Inizia sulla Repubblica l'inchiesta di Pansa fra i lavoratori Fiat con una intervista a un «capo». 12, venerdl: Incontro dei leaders sindacali con Cossiga: voci e smentite su una possibile mediazione governativa. Un operaio muore alla Fiat e un altro alla Teksid (gruppo Fiat). 13, sabato: Gli operai sospesi chiedono all'azienda di «annullare il provvedimento e indicare in modo specifico i fatti addebitati,._ I sindacati reagiscono al blocco delle assunzioni con il blocco degli straordinari. Si allontana l'ipotesi di intervento del governo sul caso. Intervista di Minucci (della segreteria del Pci) alla Stampa. 14, domenica: Mentre inizia il picchettaggio contro gli straordinari, viene confermato un prossimo incontro fra Agnelli e i leaders sindacali. Secondo il Manifesto, Agnelli aveva preavvisato Pci e sindacati dell'operazione. 15, lunedl: Oggi incontro Agnelli-sindacati. 16, martedl: Nulla di fatto nell'incontro Agnelli-sindacati. Intervista a Massacesi sulla Stampa. 17, mercoledl: Spediti dalla Fiat i telegrammi che comunicano il licenziamento ai 61 operai. Assemblea dei delegati Fiat ieri a Torino, alla presenza dei leaders sindacali: decise due ore di sciopero dei metalmeccanici. Intervista di Pansa a Lama su Repubblica. /8, giovedl: Assemblee e corteo interno alla Fiat. Interpellanza alla Camera sul caso dei licenziamenti alla Fiat. /9, venerdl: Scotti conferma alla Camera che il governo non interverrà come mediatore sul caso dei licenziamenti. Denunciati 12 operai per i pieVa/da Seuer field buisce alla Fiat il merito di avere «rotto l'omertà», «giustificate o no che quelle lettere siano nei singoli casi»; la reazione del sindacato è definita «equivoca». li 14 ottobre appare un editoriale non firmato, dal titolo Diritto al lavoro o al non-lavoro? che definisce «positivo» sia il comportamento della Fiat, sia quello dell'Alfa Romeo che ha licenziato quattro operai accusati di assenteismo, sia quello della magistratura napoletana che ha ordinato l'arresto di 23 netturbini per lo stesso motivo. Lotta all'assenteismo e lotta al terrorismo vengono assimilate in un unico giudizio politico di consenso indiscriminato. Più articolato il quadro dei commenti sulla Repubblica, che ospita interventi sia di consenso sia di dissenso chettaggi durante la lotta contrattuale. 20, sabato: Continuano scioperi e assemblee alla Fiat. Intervista di Gianni Agnelli alla Repubblica. 21, domenica: Articolo di Turani su Repubblica: La Fiat ha perso 200 miliardi. Gli scioperi hanno impedito la vendita di 300 mila auto. 23, martedl: Oggi sciopero nazionale di due ore dei metalmeccanici per i licenziamenti Fiat. La Flm ricorre in Pretura e fa causa alla Fiat per comportamento antisindacale. li sindacato offre ai licenziati l'assistenza legale in cambio di una dichiarazione contro il terrorismo e contro ogni pratica di sopraffazione e di intimidazione. 24, mercoledl: Parziale insuccesso del~ lo sciopero dei metalmeccanici. 25, giovedl: Due licenziati iniziano lo sciopero della fame. L'Avanti riferisce che, secondo Bocca, la «lista dei 61» era stata originariamente compilata dal sindacato. 28, domenica: Polemica sulle «rivelazioni,. di Bocca alla tavola rotonda organizzata da Mondoperaio. Intervista di Trentin a Repubblica. In questi ultimi giorni avvengono una serie di attentati a concessionarie e filiali Fiat. ovembre 6, martedl: 50 licenziati accettano le condizioni della Flm per l'assistenza legale; gli altri nominano un collegio di loro preferenza; un'operaia accetta il licenziamento e trova un altro lavoro. 8, giovedl: Viene diffusa parte del testo di un articolo di Amendola che apparirà su Rinascita di domani: Inter• rogativi sul caso Fiat 9, venerdl: Il pretore decide che i licenziati debbano essere riassunti dalla Fiat, la quale dovrà corrispondere loro il salario dal 10 ottobre. I giornali commentano l'intervento di Amendola. La Fiat annuncia nuove lettere di sospensione. IO, sabato: La Fiat spedisce le nuove lettere che contengono addebiti indiverso il comportamento della Fiat. A nostro avviso, La Repubblica ha sostanzialmente appoggiato la «contestualizzazione» politica della Fiat, ma attraverso uno schema assai articolato: taglio delle notizie, inchiesta di Pansa, ordinamento dei commenti. La serie dei commenti è aperta da due articoli consecutivi di Bocca (il 12 Agnelli ha messo il sindacato al bivio, il 13 Spettabile operaio che ti vuoi ribellare); entrambi non entrano nel merito della vicenda dei licenziamenti (se non per dire che la «motivazione dei licenziamenti è ambigua, ma non troppo»). La Stampa, infine, ha forse fornito l'informazione più ampia e articolata, ma - ad eccezione dell'editoriale già citato - ha evitato il più possibile di commentare in modo diretto la vicenda. Il modo di «fare notizia» della Stampa è certamente organico alla strategia informativa Fiat (e non vediamo come poteva essere diversamente); ma, nel complesso, l'informazione della Stampa risulta più corretta e meno unilaterale di quella di molte altre testate. In sintesi, tutta la grande stampa nazionale ha appoggiato abbastanza apertamente l'iniziativa della Fiat, fino a configurare una vera e propria campagna-stampa. Ciò è del tutto lecito sul piano dei commenti, un po' meno per quanto riguarda il modo di produrre e presentare i «flussi informativi». Considerando che il caso dei licenziamenti Fiat ha costituito il primo massiccio impiego dello «sfondo» terroristico sul terreno delle relazioni industriali, si ha l'impressione che la strategia informativa della Fiat abbia incontrato scarse resistenze. Anche le testate, come La Repubblica, che, su altri terreni, avevano fatto sfoggio di atteggiamenti «garantisti», sono apparse poco disponibili a mettere in luce la evidente strumentalità della strategia informativa Fiat, basata su una attenta miscela di omissioni e di allusioni «contestuali». Se insistiamo sul concetto di «strategia informativa» Fiat è perché appare del tutto evidente che l'obiettivo della Fiat non era tanto quello di «liquidare» 61 operai turbolenti, ma quello appunto di suscitare un caso, viduali e più articolati. 11, domenica: Assemblea dei delegati comunisti torinesi con intervento di Bruno Trentin. Intervista di Umberto Agnelli a L' ll/ustrato Fiat sulla situazione produttiva dell'azienda e sui licenziamenti. Lama tisponde ad Amendola su L'Unità. I 3, martedì: I licenziati si presentano ai cancelli dell'azienda per riprendere il loro posto di lavoro, vengono fermati e viene loro consegnata la seconda lettera di sospensione. La Repubblica e Il Giornale nuovo rilevano «disinteresse» ed «indifferenza» degli operai nei confronti dei licenziati. 15, giovedì: Comunicato della Flm nazionale e provinciale contro le motivazioni di sospensione, ritenute ancora del tutto generiche. I 6, giovedì: È il giorno fissato per la seconda udienza sui licenziamenti, in cui si discute sulle motivazioni contenute nelle prime lettere; i giornali di informazione pongono in risalto il «sabotaggio> alla linea di montaggio della 127. 17, sabato: La Fiat rinuncia a proseguire l'azione legale relativa alle prime lettere. li caso è «formalmente chiuso», le nuove lettere in realtà lo proseguono. 19, lunedì: Telegrammi della Fiat comunicano i licenziamenti ai sessanta operai. 20, martedl: I cinquanta operai difesi dal collegio sindacale, in una conferenza stampa, leggono un documento, • in cui contestano al sindacato una scarsa mobilitazione e chiedono alla Flmdi presentare ricorso in base all'art. 28 dello Statuto dei lavoratori, denunciando di nuovo la Fiat per attività antisindacale. 21, mercoledì: La Flm decide di far ricorso all'art. 28 . Il Pretore trasferisce alla Procura della Repubblica di Torino gli atti relativi a undici dei licenziati, riscontrando nelle lettere inviate dalla Fiat accuse che configurano reati da codice penale. capace di colpire l'opinione pubblica e di mettere in difficoltà il sindacato. Omettere le motivazioni specifiche dei licenziamenti, ricorrendo a una generica lettera collettiva, era essenziale ai fini di questa strategia. Una franca ammissione in proposito si trova in una dichiarazione rilasciata dallo stesso Annibaldi: «Avevamo di fronre a noi due strade: o affermare che da oggi in poi si cambia, o licenziare quegli operai uno ad uno, quasi in sordina. Ma in questo modo non avremmo avuto risultati. E abbiamo preferito non informare preventivamente i sindacati per affermare che questa responsabilità è nostra, non materia di incontro o di scontro. D'altra parte, se ci fossimo messi a discutere, come risultato avremmo avuto il solito palleggiamento di accuse e contraccuse, i tentativi di mediazione. Tutto sarebbe rimasto come prima. È vero che così abbiamo rotto un equilibrio, ma è meglio uno squilibrio che il perdurare di questa situazione. Meglio far gridare il sindacato, purché si arrivi a un chiarimento» (L'Espresso n. 43, E se la Fiat chiude?). • Per valutare in pieno le conseguenze e la natura della strategia Fiat è opportuno richiamare un altro episodio importante: l'articolo di Giorgio Amendola, Interrogativi sul "caso" Fiat, comparso su Rinascita dell'8 novembre. Daremo qui per noto il contenuto dell'articolo e richiamiamo l'attenzione del lettore su un altro punto: le reazioni dei dirigenti della Fiat. L'intervento di Amendola è reso noto quasi contemporaneamente alla decisione del pretore di Torino di considerare nulli i provvedimenti di lic,rnziamento. Ed ecco che cosa scrive Salvatore Tropea, solitamente bene informato su ciò che accade in casa Fiat, nella prima pagina della Repubblica del 10 novembre: «In corso Marconi c'è chi lo ammette esplicitamente e chi lo pensa ma non ne parla. Tutti sono comunque convinti che l'articolo di Giorgio Amendola su Rinascita, di cui negli ambienti Fiat circolano centinaia di fotocopie, abbia messo in ombra il decreto del pretore di riammissione in fabbrica dei sessantuno licenziati... È questo il tema centraledella discussione all'indomani dell'annuncio da parte aziendale della riproposizione in termini meno vaghi dei licenziamenti. E nella cornice politica disegnata da Amendola alla Fiat probabilmente sta bene collocare la discussione sui licenziamenti e sulla governabilità della fabbrica. Sugli aspetti burocratici prevale il dato politico» (Ora la Fiat presenta le accuse contro i 61). Se il resoconto di Tropea è attendibile, appare chiaro che la vicenda dei licenziamenti è ormai ridotta a un «aspetto burocratico». A questo punto l'azienda fa partire le nuove lettere di licenziamento, indicando gli addebiti per ciascuno degli operai. La «cornice politica» è cambiata dopo l'intervento di Amendola e il «buco nero,. sui licenziamenti può essere riempito. La campagna-stampa ha prodotto i suoi risultati, il dibattito esploderà qualche giorno dopo nel Comitato Centrale del Pci. Il sindacato non è più posto sotto accusa soltanto dalla direzione Fiat, ma da un autorevole membro del Pci. I grandi quotidiani di informazione appoggeranno, più o meno apertamente, le posizioni di Amendola, aprendo un nuovo capitolo della campagna-stampa aperta dai licenziamenti del 9 Ottobre. Il caso dei licenziamenti alla Fiat prosegue. Il giorno in cui chiudiamo questo numero il Pretore invia alla Procura gli atti relativi a 11 dei licenziati. Riportiamo stralci del comunicato che la Segreteria nazionale della Flm ha diffuso in proposito: «Nessuna notizia poteva confermare in modo più pesante quanto è stato più volte sottolineato dalla Flm, e cioè l'estrema ambiguitàdellaFiatneiconfrontideltettotismo: alcuni addebiti mossi dall'azienda configurano l'organizzazione e la propaganda per il terrorismo ed è gravissimo che la Fiat, qualora ritenga che simili fatti sussistano, non abbia sentito il dovere di rivolgersi senza ritardi ed esitazioni al magistrato penale ...(/'azienda) gioca anche con il terrorismo pur di poter recuperare parte di quel potere arbitrarioche le è stato tolto dalla lotta dei lavoratori».

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