Alfabeta - anno I - n. 5 - settembre 1979

'O -. " .s O<) " Cl.. °' I'- °' -. ~ ..e) E ~ ., "' .,.., ,: S! ., ..e) ~ " .. R I V I s T A s E M E s T R A L E di p s I e A N A L I s I ADALBERTO BONECCHI .Pratica analitica e sovversione del soggetto. ERMINIA LONGINOTTI .Le vicissitudini della domanda in un'istituzione. FRANCESCO PAZIENZA .Matematica di un passo. ANTONIO BARBI .Sofistiche proustiane: una traversata. IVANA CORTELAZZI .Ai bordi dell'immagine. ALEN CARRARO .Poesia. Teatro di un incontro. FRANCO AROEMAGNI .Pieghe del rituale. La prossima rivoluzione in arte: riappropriarsi della lingua, della cultura e dell'etnia. BEN PER UNA INTERNAZIONALE ETNICA SCIENTIFICA E CULTURALE. 1) Lo scopo dell'internazionale etnica è di operare per la conservazione di tutte le lingue e culture umane ancora viventi sulla terra. 2) Per ciò l'internazionale etnica ha come fine i seguenti obiettivi: 3) 4) a) Realizzare un atlante mondiale delle lingue autoctone come pure un inventario delle lingue del mondo continuamente aggiornato. b) raccogliere una bibliografia ed una biblioteca di opere fondamentali (vocabolario, dizionario e grammatica che possano servire all'insegnamento ed alla soprawivenza delle lingue). c) Diffondere con tutti i mezzi a disposizione le informazioni che avrà sulle culture e le lingue del mondo (limiti geografici, ecc.) laddove sarà più necessario per la soprawivenza delle stesse culture (lingue). d) Cercare di intervenire presso tutti i governi e le associazioni ogniqualvolta potrà in vista della conservazione delle minoranze culturali e delle lingue in via di estinzione od in difficoltà qualunque siano queste lingue e sotto qualsiasi regime esse si trovino. e) Accettare di arbitrare i conflitti etnici sulla stretta base dellalimitazione delle frontiere linguistiche e a condizione che venga richiesto dagli interessati. I membri dell'internazionale etnica non possono far parte di associazioni o di organizzazioni politiche il cui programma sia in flagrante contraddizione con l'art. 1. La prima internazionale etnica non è un'associazione o un partito politico, essa nondisporrà per la realizzazione dei suoi obiettivi di altro mezzo che la diffusione delle informazioni scientifiche e culturali. BEN VAUTIER Amico, voglio confidarti un segreto da molto tempo provò questo desiderio di avvicinarmi al tuo orecchio peloso di lupo sillabare tutte quelle parole che dicano quello che non riesco a sapere prima ho l'impressione che le parole fuggano da sole per la loro strada che il mio cervello sia un guscio vuoto di noce in navigazione o una foglia lunga di magnolia nel laghetto dei giardini che affonda molte volte ho provato a farla navigare da una sponda ali'altra senza rimanere troppo deluso pensando che un giorno ci sarei riuscito che avrei imparato Amico, avvicina la tua bocca languida e ferina che voglio soffiarci dentro le parole travasarci la diffusa essenza dell'ombra di una mattina di gelo ho avuto la certezza di vederla davanti a me un'ombra che ho sentito formarsi sulla pelle mi sono chiesto se ci fosse davvero in un mattino gelido di luce assente sono sicuro che l'ombra aveva una statura doppia della mia stabilizzata avanzando sul marciapiedi grigio di ghiaccio allora mi sono chiesto se era quell'ombra il segreto che volevo soffiarti negli occhi grigi ritaglio di quella materia impalpabile che ali'alba sospinge la luce l'inverno trattenuta dal gelo e veloce l'estate abbandona la notte senza resistenza. ma è sempre dell'ombra invernale che voglio parlarti e riproduco la mia immagine nel buio dell'acqua chino sulla riva di un canale lucente tenendomi con una mano al tronco di un albero lucido in un punto dove la luce sale dall'erba immersa nell'acqua riflessa da ogni lunga foglia d'erba intatta tra le immondizie che mi circondano per un istante cancellata la spazzatura fatta eterna così quell'immagine si sovrappone all'ombra quando un soffio di vento increspa le acque e la cancella e mi risucchia alle spalle Amico, ripenso alla piccola frase che volevo dirti soffiato via col segretò che non esiste con l'ombra e voglio cercare di pronunciarla a tutti i costi: è l'ombra è l'immagine scomparsa nelle acque increspate è la voglia di nascere provarti che in qualche luogo ci sono o ci sarò tra poco in aperta campagna, forse, di fronte alla città sepolta dai veleni comparire al tuo fianco stringerti al petto dirti generiamo i figli non-nati ( altri ne hanno impedito la nascita e noi continuiamo a chiederne notizie ) Amico, più vado avanti a parlarti adagio più mi sembra il segreto chiuso in parole sigillate nel labirinto dell'orecchio la bocca mi si apre la lingua ora si muove stiamo abbracciati aspettiamo il giro delle nuove stelle è vicino all'alba la capra smette di lottare offre la gola al nemico la terra ricomincia a generare... non indichi semplicemente una ragazza; e il secondo potrebbe venire riassunto così da un lettore frettoloso e superficiale: il signor China lascia l'amico Giovanni Zevi addormentato in un albergo fiorentino, va al caffé a leggere il manoscritto di tale Pom Aprico e qui si trova invischiato nella conversazione (seduttrice? ricattatrice?) dell'avvocato Artan. Evidentemente, tutto sta nell'intendersi sul valore di quel- !' «accade». Un romanzo come Barcelona si può definire senza esitazione il trionfo dell'immaginario. Proprio dell'immaginario è. dirò così. la vischiosità delle figurazioni. per cui il racconto sembra rigirarsi a fatica. e sur piace. dentrounaseriedi ripetizioni,di ri• mandi speculari. Il «romanzo d'avventure» di Lombardi salta. ma coerentemente. dall'immaginario al reale. Il reale. secondo una famosa definizione. è l'impossibile giacché non ci sono parole per dirlo (mentre l'immaginario ne ha fin troppe). In Lombardi l'impossibile diventa un'infinità di possibili. di inizi possibili. che naturalmente si definiscono tali non in rapporto al mondo quotidiano ma al racconto. Molteplici inizi di «storie» che non vengono troncate, abbandonate, piuttosto vanno in fading, dileguano in altre storie, affiorano d'improvviso per nascondersi di nuovo. Le prime trenta pagine di Chi è Beatrix sono un esempio lampante. Quel troncamento (castra torio). quella reticenza di cui si è parlato. scompare. Se ia struttura narrativa presenta ancora dei bianchi, come un crivello. non è perché qualcosa ne sia stato amputato; all'opposto, i bianchi non sono che altri inizi di storie in uno stato allotropico. Il segno che non c'è più censura (relativamente, s'intende) sta proprio nell'affermarsi di questi slittamenti, dissolvenze, riprese instancabili. Le «famiglie di personaggi»proliferano.s'intreccianos. i espandono; la nozione logico-rigorosa della «trama» cede il campo a un viluppo precario e inflessibile di «relazioni parentali». Trovo nel saggio di Rivière sul romanzo d'avventura una indicazione che va bene qui: nel roman d'aventure. dice Rivière. ogni capitolo s'apre en excès sul precedente. Questo eccesso. con il suo valore ultimamente euforico. mi sembra il sintomo più pertinente della narrativa di Lombardi come è arrivata a conformarsi; allora il (17/2 -281211979) passaggio depressione/eccitazione, più su adombrato, risulta meno incongruo. Si scopre che un grande importo di energia, di piacere è in equilibrio instabile. continuamente rilanciato, in questo Lombardi. Non imbarazza affatto che dietro tale importo di piacere venga a spuntare una vecchia conoscenza, l'onesto (e mistificatorio) piacere di raccontare. Nessun male. Di piacere. come di «bon sens» cartesiano. tutti pensano, sbagliando, di essere così ben provvisti da non doverne desiderare di più.

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