Digos (o almeno così sembra) agli atti dell'istruttoria. Viene solo riportata una frase di 'uno degli inquirenti': .., I egri ha fatto il bello e il cattivo tempo per anni." Beninteso. La Repubblica non è il solo quotidiano a ricorrere a questo tipo di titolazione e di articoli basati su fughe di notizie nei giorni sucessivi al 17 aprile. Che la fuga delle notizie sia da porre in relazione con il trasferimento nella capitale dell'inchiesta. lo si può desumere da diversi articoli fra cui ci sembrano particolarmente espliciti quelli dell'Unità. lbio Paolucci sulla prima pagina dell'Unità del 28 aprile scrive: "Perdi più. da quando l'inchiesta è arrivata a Roma. sono cominciate a fioccare le indiscrezioni"; e ancora: "Ed ecco che appena l'inchiesta è arrivata alla Capitale. le maglie del riserbo si sono allargate fino all'inverosimile. Separare le indiscrezioni attendibili da quelle messe in circolazione per inquinare le indagini è. a questo punto. impossibile." - Il 20 aprile il quotidiano L'Eco di Padova dà la notizia. in esclusiva. che esistono due mandati di cattura per Gianfranco Pancino e Giancarlo Balestrini; entrambi sarebbero latitanti. Tutti i giornali del 21 riprendono la notizia e aggiungono. con toni più o meno dubbi. che Giancarlo Balestrini sarebbe lo scrittore noto come Nanni Balestrini. Il Corriere della Sera del 22 (O giallo Balestrini, p. I) afferma che "la notizia viene da Roma" (si tratta della notizia data dal giornale padovano). Non è possibile individuare la fonte della notizia. Sempre il 22 aprile // Messaggero pubblica in prima pagina il titolo Per i magistrati di Padova Nanni Balestrini non è ricercato e cita dichiarazioni dei giudici Fabiani e Palombarini. Lo stesso giorno. L'Unità, in un servizio in quinta pagina a firma di Michele Sartori. scrive invece: "Da Padova poche notizie. C'è la conferma che è proprio lo scrittore Nanni Baiestrini uno dei latitanti accusati di banda armata nell'istruttoria di Calogero." Non viene indicata la fonte della conferma. La "pista francese." e in particolare la notizia secondo cui la direzione strategica delle BR sarebbe a Parigi. si inquadra in uno dei capitoli più aggrovigliati delle indiscrezioni-notizie relative al caso Negri, quello.appunto delle piste internazionali. Già il 13 aprile La Repubblica scriveva che le telefonate dei brigatisti ai familiari di Moro "venivano dalla Francia, precisamente da una cittadina non distante da Parigi." Più tardi il capitolo si arricchisce di particolari. più o meno attendibili. È utile citare come esempio la titolazione della prima pagina della Stampa del 19 aprile. L'occhiello annuncia: "funzionari dei servizi di sicurezza partiti per Parigi." Il titolo è: Negri simulò viaggi in Francia durante grosse azioni delle BR? Nel testo dell'articolo il quadro si complica ulteriormente: si ricorda che nei comunicati BR durante la vicenda Moro si erano notati strani errori dei dattilografi che facevano pensare a una "mano francese;" si parla di canali francesi utilizzati dal noto Viglione per contattare un "brigatista pentito." li 24 aprile la "pista francese" esplode sulle prime pagine. Questo il titolo di testa del Corriere della Sera: Secondo i servizi segreti era a Parigi il quartier generale delle Brigate Rosse. Nel sommario si legge: "Un ex operaio, brigatista pentito, già militante nel PCI, avrebbe fornito al giudice Calogero le indicazioni per scoprire il legame internazionale del "partito armato" - Agenti d'Oltralpe avrebbero collaborato con gli inquirenti italiani trasmettendo informazioni sui partecipanti alle frequenti riunioni della Direzione Strategica che avvenivano in una "brasserie" parigina - Forse in Francia gli archivi delle BR e di Prima Linea." Anche altri giornali danno ampio rilievo a queste notizie, indicando però fonti diverse (almeno apparentemente). La fonte più sconcertante è quella indicata dal Corriere: "L'uomo del Sisde che si lascia scappare la clamorosa indiscrezione svela la chiave per capire quel che è accaduto in questi mesi di indagini ...." Per il Messaggero la fonte è invece "un rapporto della Digos. .. frutto di molte note informative dei servizi di sicurezza francesi;" il giornale romano aggiunge che sono state svolte indagini "su un gruppo di elementi italiani residenti in Francia e collegati al terrorismo nostrano" (questa notizia avrà ulteriori sviluppi nei giorni successivi). Per Paese Sera le rivelazioni sono contenute "in un rapporto consegnato settimane addietro ai giudici romani e padovani" dai servizi segreti francesi. Il giorno dopo. 25 aprile. la Repubblica titola la prima pagina: Il vertice operativo delle BR in una scuola di Parigj. Il sommario dice: "Sospettati tre docenti dell'istituto Hypérion: Vanni Molinaris. Duccio Berio e Corrado Simioni. La polizia francese ha registrato una serie di conversazioni telefoniche." Nell'articolo la notizia è però riferita con il punto interrogativo e si aggiunge che "è rimbalz.ata da Padova e ancora non confermata." Cristina Mariotti. nell'Espresso datato 6 maggio. scrive invece che la notizia è arrivata nelle redazioni dei giornali con un dispaccio della agenzia "più diffusa e autorevole" che ci sia in Italia - siglato da uno dei corrispondenti a Parigi. Sembra fuor di dubbio che si tratta dell'ANSA. Intanto l'ufficio istruzione del Tribunale di Roma smentisce di aver ricevuto un rapporto dai servizi segreti francesi. Ma il Corriere della Sera, insieme con altri giornali. porta in prima pagina un'altra notizia: I servizi segreti consegneranno presto agli inquirenti un dossier sugli incontri di Toni Negri a Parigi. Nell'articolo si precisa che si tratta di un dossier del Sisde "raccolto con la collaborazione degli uomini della Sdece il controspionaggio francese." La notizia è stata diffusa in forma ufficiale dall'agenzia Ansa. Si noti però che la notizia è sensibilmente diversa da quella di ieri: non si tratta di un rapporto sulla direzione strategica delle BR. ma sui viaggi e gli incontri a Parigi di Negri. Intanto ieri il portavoce del ministero degli interni francese ha detto: "Ufficialmente a noi non risultano le notizie riportate dalla stampa italiana. Non esiste una commissione di inchiesta. né è stato interessato l'Interpol. Aspettiamo chiarimenti" (dal Corriere della Sera). La stampa tuttavia ritiene poco significative queste smentite. considerate d'obbligo. A Padova il giudice Palombarini ha dichiarato: "Se ci sono collegamenti con Parigi ... nelle carte che mi ha inviato Calogero io non li ho visti. almeno finora." (La Repubblica, p.2). La Repubblica scrive anche che "un alto funzionario del Sisde è a Parigi. per seguire la parte francese dell'inchiesta su Toni Negri." Il giorno 26 i giornali danno rilievo al fatto che i tre titolari dell'istituto Hypérion sono stati nel '69 con Curcio in "Sinistra Proletaria;" inoltre erano stati accusati di attività clandestine nel cosiddetto "memoriale Pisetta." A Parigi gli interessati affermano di avere abbandonato da tempo ogni attività politica e di non conoscere Toni Negri. La Repubblica, in una corrispondenza da Padova, avanza l'ipotesi che a Parigi ci sia soltanto "un punto di appoggio di strategie eversive che potrebbero rivelarsi più complicate e potrebbero superare i confini del continente." Più esplicito// Tempo che in prima pagina porta il titolo La "pista francese" porta oltre oceano: "quella di Parigi - scrive - sarebbe una "centrale in seconda" e ancora "realtà i 'centri nervosi' potrebbero situarsi oltreoceano. In definitiva, ritorna a proposito la 'pista americana' come il motore centrale di questo movimento del quale ogni giorno di più si vanno localizzando le nervature internazionali." Il 27 aprile la "febbre parigina" cala bruscamente nelle prime pagine; piovono le smentite che talvolta i giornali riportano con scarsa evidenza o in modo ambiguo. Innanzitutto è la procura generale a smentire la notizia secondo cui era imminente una trasferta a Parigi di alcuni magistrati e anche "l'esistenza di rapporti con autorità francesi in ordine ai fatti di cui al noto procedimento ... al quale non è acquisito alcun elemento che possa giustificare una richiesta di commissione rogatoria alla magistratura francese." (da// Giorno); da Parigi il ministero degli interni fa sapere che "fino a questo momento la polizia italiana non ha domandato alcun intervento alla polizia francese a proposito di eventuali attività delle Brigate Rosse sul territorio nazionale" e aggiunge che tale collaborazione non è stata possibile "in quanto non c'era nessuna materia di collaborazione." Il quotidiano Le Monde precisa che tale smentita riguarda tutti i servizi di sicurezza francesi, anche quelli "speciali" (da La Repubblica). Ma il Corriere della Sera in un articolo di prima pagina di Antonio Ferrari scrive: "Sino a ieri mattina si parlava di quattro nazioni: Francia, Germania, Irlanda e Belgio. Ora si è aggiunta la Svizzera. Ma si ritiene che altre strade portino più lontano. precisamente oltreoceano. Si parla di telefonate intercontinentali. di disposizioni provenienti dal continente americano. di indicazioni - insperate. inattese e sorprendenti - piovute nell'inchiesta che il giudice Calogero sta conducendo." Il 28 aprile la "pista francese" svanisce quasi completamente dai giornali; alcuni riportano. per lo più con scarso rilievo. una secca dichiarazione del ministero degli interni francese: "la pista parigina non esiste;" il contatto stabilito mercoledì scorso con le autorità italiane ha permesso di "stabilirlo nel modo più chiaro'' (Il Tempo, p.20). Il 30 aprile vi è una "coda" inaspettata·c ambigua nella vicenda delle "piste internazionali." In un servizio in settima pagina dal titolo Tante troppe voci nella Padova domenicale si legge che fra i "segnali incontrollati" uno "riguarda un nome. quello di Philip Agee. ex-agente della CIA. allontanato dopo la pubblicazione di un libro. Il nome di Agee potrebbe essere legato ad indagini svolte dalla Cia sul terrorismo. oppure a presunti contatti tra la centrale americana e le BR. Fantacronaca? Fantapolitica? È probabile." Più ampia e un po' più esauriente la versione di un altro giornale. Stampa Sera, che in seconda pagina pubblica un pezzo dal titolo Una pista Cia?; dopo aver formulato le due ipotesi già avanzate dal Corriere (Agee ha rivelato o scoperte fatte dalla Ciao un "contatto" fra Cia e BR) aggiunge: «La "pista" di Philip Agee. infatti. fa parte di uno stock di notizie incontrollabili che si erano diffuse circa due mesi fa. cioè ben prima che il giudice Calogero spiccasse i mandati di cattura ... La famosa vicenda della "direzione strategica delle Brigate Rosse localizzata a Parigi" ne è un esempio. Era stata prospettata. in modo molto confuso. nelle ultime settimane di febbraio. Nessuno l'aveva presa sul serio. Poi. improvvisamente. una settimana fa è comparsa sulle prime pagine di alcuni importanti quotidiani ... Gli stessi nomi che ora figurano nell'elenco degli arresti ordinati dal giudice Calogero. erano "/ mormorati" almeno un mese prima del "blitz" padovano della Digos». I commenti La stampa allo specchio In questa breve rassegna. limitata alle testate cosiddette "indipendenti." abbiamo cercato di condensare giudizi e notizie che la stampa stessa ha dato sul proprio comportamento. anche in rapporto alla situazione informativa in cui ha operato. - Corriere della Sera. 11 aprile. corsivo editoriale Né mostri né martiri. Espone la "linea" che il giornale dichiara di voler seguire. secondo il concetto esposto nel titolo. esortando ad "attendere, secondo le norme civili. che la magistratura dica di più di quello che ha detto." - Corriere della Sera. 13aprile, articolo di fondo Che i giudici possano lavorare senza ricatti di Leo Valiani. I giudici, scrive Valiani, "devono sentirsi liberi. altresl. dai ricatti. Non possono liberarsi. invece. del segreto istruttorio. Si devono perciò respingere gli ultimatum ricattatori coi quali gli estremisti ed i loro simpatizzanti fanno pressione sugli inquirenti." - Il Giornale. i O aprile, articolo di fondo Indovina chi sale in cattedra di Domenico Bartoli. Vi si legge: "Urge saperne di più. non appena il riserbo delle investigazioni lo permetta. Ma il segreto istruttorio? Tutti sanno quanto sia elastico e. alla fine, illusorio." - Il Tempo, 17 aprile, Le polemiche turbano la serenità del giudice di Claudio Vitalone, sostituto procuratore generale. Nell'occhiello, l'articolo è riferito ai "clamori sul caso Negri;" in esso Vitalone scrive: "I processi, ormai. non si fanno più nelle aule di Giustizia, ma in dibattiti assembleari, in conferenze-stampa, sulle colonne dei giornali ... Dalle frange estreme della Magistratura si levano moniti imperiosi: il giudice dica subito quello che sa per dar modo ai cittadini di valutare il suo comportamento ... Poco conta che la divulgazione degli atti del processo possa pregiudicare lo sviluppo delle indagini. Essenziale è discutere subito - non importa se fuori dalle sedi competenti - l'opera del Giudice." - La Repubblica, 18 aprile, Vitalone vuole il silenzio-stampa? di Giorgio Bocca. L'articolo si riferisce a una intervista televisiva in cui Vitalone riprendeva le tesi espresse dalle colonne r, alfq_b,e~aJJ:r~t!•'~n!? l9~_9,Pf!~fn2p3 .,._ \~,,.~.,e, , . -'f" J~o . .:. ... , , ,,_.•) del Tempo. Bocca scrive: "Il giudice Vitalone ha opportunamente difeso il segreto istruttorio. dimenticando peraltro le innumerevoli volte in cui esso è stato violato. per opera o per negligenza degli stessi magistrati ... Ma il vero garantismo. su cui non sono possibili né ironie. né diffamazioni è quello del controllo democratico. Esattamente quello che nel caso di Piazza Fontana avvertì che si stavano distruggendo alcune prove e manomettendone altre ... Noi, ad avviso contrario al suo. speriamo che questo controllo sia possibile anche nel caso attuale. di un terrorismo non più di Stato ma rosso-." - Il Tempo. 21 aprile. La cultura del discredito di Claudio Vitalone. È la replica a Bocca. In essa si legge: "lo non ho parlato di silenzio-stampa. anche se questa idea. suggerita da Marshall McLuhan. noto esperto delle comunicazioni di massa. non mi sembra tutta da scartare ... Paesi di indiscussa democrazia e. civiltà giuridica. Bocca lo sa bene. vietano severamente la divulgazione di qualunque notizia attinente ai processi penali in corso." - La Repubblica del 24 aprile riferisce in terza pagina del convegno su "Terrorismo e informazione" promosso dall'Associazione romana della stampa. Il procuratore della Repubblica De Matteo ha dichiarato: "Sì. il segreto istruttorio è diventato il segreto di Pulcinella. Tutta la legislazione è del resto da rivedere ... I giudici sono settemila e non tutti hanno i nervi cosi saldi da resistere alle lusinghe della carta stampata e dell'apparizione sul video." - Il Messaggero del 20 aprile pubblica in prima pagina un articolo di Giuseppe Branca. ex presidente della Corte Costituzionale. Sfiducia nella magistratura. Branca. dopo aver notato che la "sfiducia verso la magistratura ordinaria va salendo." scrive a proposito del "caso Negri:" "È serio che alcune cose. con violazione del segreto istruttorio. si facciano conoscere al pubblico ed altre si tengano in cassaforte ... E molte notizie sul processo che vanno e vengono e a cui certo qualche giudice non è del tutto estraneo sono innocue nel momento in cui il cittadino si prepara a votare~" - Sulla Stampa del 24 aprile Lietta Tornabuoni torna sul tema del rapporto fra magistratura. stampa e indiscrezioni in un commento di prima pagina dal titolo I troppi si dice: "Le voci" hanno dominato e mistificato per più di quindici giorni il caso Negri ... ad ogni nuova "voce," i magistrati "non confermano e non smentiscono," dicono soltanto "no comment," "segreto istruttorio," "non posso rispondere." Ufficialmente. Non ufficialmente, quasi tutte le "voci" provengono da loro ... Nasce cosi il linguaggio contorto e coatto delle voci. Non il linguaggio dell'accaduto. ma dell'eventuale o del possibile ... Non è corretto, né equo che la magistratura amministri anche le informazioni. negandole o lasciandole filtrare a seconda della leggerezI temi dominanti di aprile za. dei legami personali. degli interessi politici dei singoli giudici". - La Repubblica del 26 aprile pubblica in terza pagina un articolo intitolato L'inchiesta Calogero è da bruciare? No certamente, ma qualcuno ci prova. L'articolo sembra raccogliere la "storia segreta" dell'inchiesta vista con l'occhio del magistrato padovano; tra l'altro vi si legge: "Da Roma. subito. cominciano le fughe di notizie. le indiscrezioni. gli ammiccamenti. si scatenano le fantasie, si tirano in ballo personaggi ambigui. si sanno particolari su documenti segretissimi. fino ad arrivare all'ultima rivelazione. la' più grave, la più pericolosa per gli sviluppi dell'inchiesta: quella sulla 'centrale' parigina. appunto." Di tono analogo appariva una corrispondenza apparsa sul Giorno del 25 aprile da Padova dove si può leggere: "Il sostituto procuratore Calogero era molto irritato ieri mattina dalle notizie apparse sulla stampa circa la presunta sede strategica delle BR a Parigi. Irritato per due ragioni: una esplicita dovuta alle 'molte inesattezze apparse sui giornali' come ha dichiarato; l'altra solo implicita." Il Giorno crede di poter tradurre così questa ra~ione "implicita": "/ Qualcosa c'è, ma non dico quanto. Piuttosto lamento che ancora una volta siano filtrate indiscrezioni dai servizi segreti italiani." - L'Espresso che porta la data del 29 aprile contiene un articolo di Umberto Eco. Quinto: non ammiccare. dove tra l'altro si dice: "Il gioco stretto della Magistratura spinge la stampa a tentare supposizioni. Ma questo controgioco non aiuta la Magistratura. e soprattutto non aiuta i lettori che vogliono sapere se la Magistratura ha lavorato con prudenza ed efficienza o se si è fatta prendere la mano. Quello che accade in questi giorni tocca tutti i lettori da vicino. vogliamo sapere cosa succede. e quando non si sa esattamente cosa succede, la funzione della stampa è di dire 'Non si sa'." - Stefano Rodotà nel numero di Panorama datato I O maggio scrive, in una "opinione" dal titolo Achtung polverone!, che "purtroppo bisogna considerare una ... possibilità: che tutto si trascini per mesi, tra 'si dice' e indiscrezioni piiotate. in un lungo contrappunto alla campagna elettorale, con l'ennesima gestione politica di un delicatissimo affare giudiziario." Per parte nostra, ci sentiamo di aggiungere solo una constatazione: se le "fughe di notizie" più clamorose sono pervenute proprio da organi statali o parastatali (servizi segreti, agenzia ANSA, magistrati) allora -qualunque ne fosse l'obiettivo specifico, screditare gli imputati o "bruciare" le indagini - la stampa non ha fornito ancora ai lettori una analisi del conflitto di interessi da cui ha origine la battaglia delle "indiscrezioni." Spesso, anzi, essa ha posto in secondo piano o addirittura occultato quegli elementi controllabili che fanno concludere che non ci troviamo soltanto di fronte a un caso giudiziario. Nella tavola compaiono i risultati dell'analisi quantitativa delle prime pagine dei cinque maggiori quotidiani a diffusione nazionale: Corriere della Sera,i/ Giornale, i/ Giorno, la Repubblica, la Stampa // valore T indica la quantità di colonne occupate dal tema nei titoli di testa; il valore P indica il numero di volte in cui il tema è comparso sulle prime pagine. Settimanadati'1 al 7 T % p % I. Sfiducia ad Andreotti /Elezioni anticipate 133 61.8 28 100 2. Caso Bancad'Italia - Sir• Ira/casse 30 13.9 20 71.4 3. CongressiPci 27 12.4 19 67.9 4. Centralinucleari/IncidenteHarrisburg 9 4./ 13 46.4 5. Camoagnaeleuorale 7 3.2 5 17.8 Settimanadall'8 al 14 I. Inchiestasu Autonomia 151 74.8 28 100 2. Elezioni oolitiche ed eurovee: voto sevarato 46 21.3 19 67.8 3. Nuove misure di austerità 9 4.1 8 28.5 4. Rinnovo contraili 6 2.7 5 17.8 5. Camoagnaelettorale 4 1.8 6 21.4 Settimanadal 15 al 21 1. Inchiestasu Autonomia 53 22.6 27 90 2. Camoagnaeleuorale 49 20.9 19 63.3 3. Caso Banca d'Italia • Sir 31 13.2 17 56.6 4. Milano/Assassinioagente Digos 22 9.4 5 16.6 4. Roma/Bomba al Campidoglio 22 9.4 5 16.6 Settimanadal 22 al 28 1. Camoarmaeleuorale 133 51.1 30 90.9 2. Inchiestasu Autonomia 52 20 31 93.9 3. Piano risparmioenergetico 25 9.6 7 21.2 4. Allentati a giornalistae esponente Dc 18 6.9 6 18.1 5. Incontro Giscard - Breznev 9 3.4 9 27.2 ~ •
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