L’Acropoli - anno II - n. 16 - aprile 1946

DALLA STAMPA · ITALIANA E STRANIERA 193- riva non poteva i,µcorrere nella scomunica. Il comunismo 'invece ha una dot-· trina é!,ie è - dice lo stessp Togliatti - una '·fede'. Una fede materialistica,. ·_ma dogmatica' e con una morale propria che è norma categorica .delle azioni_ · Aderite ·al com_unismo- significa accettare, ·oggi piu o meno inconsapevolmente, doroljni con tutti i 'seu;i, un p~trimonio ideale in perfetta antitesi col cristia• pesimo e COJ;:! ogni alt~a religione p~sitiva; in una pa_rola, far atto di apostasia_ (S. F., Noi e i comunisti, JI Quotidiano, 21 marzo 1946). È ·ota di prendere atto che un blocco elettorale· di centro è· oggi impos· sibile.' Le foi:ze reaimeJ!te demoèratiche hanno eggi un àltro. còmpjto : unirsi su di un programma politico - e non semplicemente elettorale - chiaro e pre• ciso; vòlerè un gover~o di maggioranza 'che ,abbia un programma e non_ ubbi– disca à scrupoli !li unanimità, un 0 governo di sinistra, se - come crediamo e– sper~amo - il popolo italiano cosi deciderà, ali' occorrenza anche un governo– socialcomunista. L'un~orie d~l. Partit~ d' Aziòne, del Partito Repubblicano e di 1Jltre forze minori non può e non deve 'essere scopo a se stesso, diventando– ci;oè un ·pur'o mezzo elettorale; ma deve creare ,la leva attraverso Ja quale .le- . forze~ gli upmini, la capacità e sopratutto i programmi. democratici diventino– il bene comune di tutti quei partiti di sinistra, in cui è oggi riposta la spe– ranza della ripresa politica e del rinnovametito italiano. (Franco Venturi: Pro'– grammi pei blo~chi, GiusJizia e Libertà, 22 marzo 1946). SJa per commette,rsi l' errore che i parti~i della conservazione '- liberali C(!mpresi - commisero nel 1919 e gin di li e che cioè la- reazione S!Jpecasse ·in :violenza l'azion,e e p·et di pi~ venisse' quando l'azion~ si era composta nella normalità della lotta politica per realizzare quei miglioramenti sociali che sono– a va'ntaggio di· tùtti. Se quei conservatori che finirono col mostrarsi piu faziosi degli stessi rivoluzionari avessero •saputo comprendere _ed aspettare, 'avesseco– tenuto ì nervi a posto, avrebbero evitato il fascismo che piomb_ò. poi loro sul collo. ·e li tenn~ · s~tto un intollerabile giogo. Si vuol ritentare l'avventura? (G. S. :· Vi,olenza, L'Indipendente, 21 marzo 1946). ~ , . . Perme·ttetemi di pensare che la d!)mocrazia nei fatti por.la il colore delle ·condizioni prevalenti delle classi politiche dominanti, le ' élites' governanti. Noi in Europa siamo attualmente. testimoni .del declino non solo delle classi ·· caqitali'stiche, ché non furo_no· ~~i democratiche, ma anche degli ideali demo•· · cratici delle medie classi industriali e mercantili. ,La rinascita d'Europa - mi riferisco prinèi~alme_nte ai Paesi' occid·entali e mediterranei - nel periodo posi•· ~be·Jlic~ 11pn · può essere plu a lungo il còmpito spontaneo delle classi ricche ·Il d!lllÌl borghesi~- prospera (che si basano come nel passato secolo sullo 3frut• tamento dei ·Ìavoratori condannati a lunghe ore di lavoro ed a salari di fame), ma sarà· il èòmpito di tutte le classi che sono sopravvissute_ al disastro, e che· stanno ora ri~~ga~_izzandosi. ·(Luigi _Sturzo:. Democrazia, Il Popolo, 16 marzu- 1946'): L' articolo 32. della nuova Dichiarazio_ne concerne il diritto di proprietà - .

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