L’Acropoli - anno II - n. 16 - aprile 1946
. - CONFES~IONI DI UN GIOVANE LIBERALE 187 c•nferirgli un deciso e preciso orientamento, ci si limitò a· presen– tare in forma esortativa la dottrina libèrale, esonerandosi dalle fa. tiche che la formazione della dottri?a pur .era costata, e la nuov~ . opera, non piu logica, ma pratica e volitiva, comportava .del pari . .E che un problema pratico e di indirizzo politico si dovesse risol– vere, ;e non altro, fu dimostrato da chi, ·ben presto e nel fatto, as– sunse il governo della formazione, pur las.ciando che sui suoi spalti continuassero a moralisteggiare i• mentori del prepartito e deJl;apro– .grammaticità. L' agnosticismò istituzio~ale, il concesso ingresso a correnti di estrema destra, i ripristinati legami con gli interessi del– l'alta borghesia, la c_ongiunta·difesà del cosi detto ordine e della cosi detta legalità, la politica sinistrofoba, non mancarono però di · indicare presto in qual senso fosse stato da costoro _risolto il pro• blema. E sin da, allora gli ultimi spiriti liberali vennero esulando da una compagine che assumeva di giorno in giorno sempre piu netta fisionomia e struttura di partito economico. L'assenza di un vero partito liberale ha prodotto un profondo · squilibrio in tutta la vita politica italiana e ad essa, come ad ul– ~ma ·1oro origine e co11dizione, sono da ricondursi molte delle crisi di cui soffrono oggi alcuni partiti dello schieramento democratico, tratti ad assumersi, assieme. alla lor~ pro_pria, guando ne hanno una, la funzione specifica dj un partito liberale, ed internamente dibat• · battentisi per la non conseguita risoh,zione dell' una nell'altra. É non. pochi sono _oggi i preoccupati, gli scontenti ; non pochi ven• gono suggerendo e _c.aldeggiando nuove, piu vaste formazioni nelle quali possano enuclearsi correnti libere da pregiudiziali dommatiche o classistiche, e che si_anò in grado di ristabilire l'equilibrio in una situazione pericolosamente oscillantè tra opposte e parimenti estreme ed unilaterali fedi. · Ma a noi vuol parere che sin quando si terrà-discorso di coa- •lizioni e di mediazioni, che han tutta l'aria di giustapposizioni, fin quando si' persisterà n_el voler tenere in conto solo quelle ·schiere, e sono eoangui, cbe chi da un canto e chi dall'altro ha messe in– sieme sino ad oggi, e si presumerà ·di rendere forza collettiva le debolezze singole, si sarà fatto troppo poèo per risolvere il problema. Forse un primo passo potrebbe consistere nella piu esatta formula– zione del problema medesimo. Che cosa vogliamo realizzare : un
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