L’Acropoli - anno II - n. 16 - aprile 1946
CONFESSIONI DI UN GIOVANE LIBERALE 183 pratutto etico e religioso. Uno smarrimento, ci,oè, dal quale non sol– tanto fossè preso il cittadino d'Italia e corrotto nei suoi affetti civili ·e lesò. nel santo orgoglio dei suoi diritti e dei suoi doveri, nia fosse percossa la pianta medesima dell'uomo civile, nella sua presenza à sé stesso, nella su~ ~apacità autodirettiva, nella sua fede nella ra- -gione e, nella dignità · ~mana. Il med~simo_ ricorso al metodo della violenza e ,della intolle-railza, cui vedevamo piegare da piu parti, ci si mostrava come •un atto di sfiducia nella "vita, nella inesauribile fecondità del ~.uo_ libero. motò e dei suoi_ contra9ti, e parimenti ir- _ reHgios_a ci appariva l'esortazione ad· acconciarci al credo politico ed agli schemi di vita imposti ~Ila generalità. Sin da allora, pertanto, traevamo ·1a convinzione che per resti– tuirci ~ dignità_ di popolo civile non una estrinseca restaurazione sarebbe stata sufficiente, 'ma sarebbe occorso un moto di radicale riscatto èhe., infondendo un nuo~o fervore spirituale al riaperto di~ vario delle ·energie vitali ed elevando, con slancio religioso, sul piarto . della libertà gli storici problemi della società e della struttura eco- -nomica, :reintegrass_e negli Italiani la consapevolezza che tutto ciò che di produttivo e fecondo procede dall'uomò è opera di libertà, li avvezzasse, nelle pratiche risoluzi<;>nÌe conquiste, al metodo suo, _ e della· liberJà espandesse sem_pre piu tra di essi i benefici. · E già un moto di rinnovamento s·i veni.va compiendo, che non era solo moto .d} èùltura, della piu alta- cultura, ma completo pro-, cesso, per cui la conseguita chia~ezza logica e storica si svolgeva in– moio d'affetti ed alimentava un nuovo impegno morale. A noi gio– vani, che l'esperienza medesim.a della servitu aveva resi schiavi e sospettosi d'ogni routine, p_areva che, ove fossimo venuti in possesso del mai god1,1tobene, ·non lo avremmo svilito sino a ridurlo ad un -congegno costituzionale da. ripristinare, a_cèrte fo!me da rispettare, ma lo avremmo perseguito in ogni conquista sociale, e salutato in ogni pi-u vasto orizzonte aperto _alla civiltà ed al progresso della no- · _stra gente. Ci pareva che in quel giorno non avremmo sofferto di timori o _di perplessi agnosticismi; ma avremmo trovato e preso il nostro posto senza esitazione, parte fra 1r parti, senza atteggiarci a predicate,ri o ~- tutori delle pubbliche libertà, non in veste di me– diat9ri fra _astratti ideaH ed._interessi costituiti, ma in quella di-COJill• batt~nti• per noi e ·per tutti. Come nella nostra fede; nella fede, nélla-
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