L’Acropoli - anno II - n. 16 - aprile 1946

Cç>NFESSIONIDI UN GIOVANE LIBERALE Già p-rima che la dittatura crollasse fu chiaro a molti che 'il fascismo non si ·esauriva nel giro, pur funesto e sanguinoso, delle ribalderie e delle sopraffazioni dei fascisti, per cosi dire, ufficiali ma affondava le radici nel profondo dell' anima e del costume ita- · Iiani,. preparato da secoli di servaggio politico e d~ dissipazione ~o– rale, dall'aèuta disparità di tradizioni religiose e culturali, che l'una parte del popolo è le sue esigenze e ·i su9i ideali rendeva straniera all'altra ; disparità che non era valso a colmare quel proce'sso di uni– ficazione iniziato dalla generazione del Risorgimento ma ~asciato in tronco, ed infine soppiantato, nel generale inaridimento di septimenti civici e liberali, da uno spietato contrasto di interessi economici. Sicché non. ci veniva fatto di considerare il fascismo come un pas– seggero malore, una transitoria atassia in cui fosse caduta la società italiana e dalla quale potesse -risolleva~si nelle çondizioni di primà ; ma, quanti piu segni e manifesta.,zioni ne coglievamo e scopriv.amo in . noi stessi, tanto piu ci ~i andava ri~elando .come la piu grave delle crisi- da cui potesse venire tutt'intera investita e minata la nostra natura d'Italiani e di uomini. Ponendo mente alla. convulsa febbre di vitalità da cui non pochi parevano_ presi, alle fur9esc~mente §i. mulate sottomissioni· ai feticci che per noi _venivan~ eretti ; consi– derando, piu che l'atto, il modo, cini~mente svalutatore d' ogni realtà superiore, còn cui si compiva ìi quotidi_ano baratto dell'on,e– stà e delle indipendenti convinzioni; ·e riguardando ìl basso confor– mi~mo degli scettici o;iedesimi, dei maldicenti, sacrificanti anch'essi, spesso senza necessità, .. al_Jaretorica- di ·rito, erav,amo indotti a scor– gel'vi i segni di uno smarrimento non. solo :.politico e civile ma so- Biblioteca Ginà :Bianco

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