L’Acropoli - anno II - n. 16 - aprile 1946

DI UN NUOVO ESIST~NZIALISMO 173 stoicismo e l'epièureismo romani. Filosofie, l'una e le altre, come avrebbe detto ·il Vico, da solitari. Nell;una e nelle altre, lo stesso atteggi.amento ·di astension~ dalla società e insi~me di partecipazione ad essa in una forma cosmopolitica, universalistica, contemplativa. Nell'una e nel_le altre la stessa lib~ra accondiscendenza al fato, alla necessjtà, alla morte che non si può evitare, lo stesso spirito di umana rassegnazione, che è insieme autolimitazione e rinuncia. Se nello stoico c'è maggior dignità ed aust~rità che non ;llell'esistenzialista, _lacerato nell'.anima dalla romantica passione per la notte ; se nel– l'epicureo la serenità e la tranquillità dell'anima sono confortate da uri.a visione contemplatrice che accomuna l'uomo con la natura, mentre nell'esistenzialismo l'anima è turbata dal nulla che affiora continua- • mente ai limiti d_ell'esistenza ;· pure nègli uni e nell'altro ha luogo lo stesso. distacco dal mondo degli uomini e delle cose, !o stesso gusto _per una moralità eccentrica, .di eccezione, lo stesso vagheg– giamento ·di una società di pochi eletti, che in Seneca stoico è, clas– sicamente, la repubblica dei saggi, in Jaspers esistenzialista, roman- . ticamente, la comunione delle anime belli:!. Anche l'esistenzialismo, in fondo, predicava o suggeriva una· nuova specie di imperturbabi– lità, pur nell' al.one romantico, appassionatamente romantico, della sua conceziòne del mondo. Era l'imperturbabilità pur· di fronte al– l'angoscia, o a.-causa dell'angoscia riconosciuta .e superata. Era la imperturbabilità di chi si chiude e si isola nel prop_riomondo, mentre il mondo al di fuori è in rovinà, e null'altro sa dire .di fronte al minacciato. asilo della propria solitudine se non ' pereat mundus '. In realtà oggi il mondo, quel mondo di fronte a cui l'esi~ten– zialista si era ritirato in se stesso senza metter fuori neppure un'un– ghia per trasformarlo, è perito. Ma ora, violentemente spezzato il congegnò della macchina statale, del Leviatano divoratore, crollate le torri dei soÌitari co~templatori, aperte le porte di comunicazione ' tra· gli uomini e il potere, allargatisi gli orizzonti della società, a che scopo .l'~sisterizialisrrio? Qual uso possono ancora fare gli uo– mini di q~e~ta valvola di sicurezza dei periodi di dispÒtismo? Che · cosa può dire ai giovani, presenti nella lotta, una filosofia che era stata stru~ento di una generazione di , assenti, che in essa ayevano trovato una giustificazione e una consolazione per il lòro ass~nteismo, per la loro indifferenza mascherata di superiorità morale, per la loro

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