L’Acropoli - anno II - n. 16 - aprile 1946

172 NORBER'.l.'0 BOBBIO Quali fossero le ragioni della asserita identità tra esistenzia– lismo e decadentismo, non è il caso di stare a ridire, né tanto meno di svolgere, ancora una volta, analiticamente. Non c' è dubbio però che i ferri del mestiere di un estetismo de·cadente - linguaggio esoterico, ermetismo, simbolismo, ecc. - erano, nelle opere degli esistenzialisti piu genuini, Heidegger e Jaspers (non parlo dei cosi detti esistenztalisti francesi, i quali adoperarono l'esistenzialismo soltanto per mettere fronde verdi e nuove sul vecchio e secco al-' bero dello spiritualismo), erano, ripeto, tutti insieme presenti. E tutti insieme_ cooperavano a creare quella atmosfera di dissoluzione e quel compiacimento _della dissoluzione medesima, in cui si racco– glieva e si riassumeva l'esperienza dell'intellettuale decadente, poeta · maledetto o filosofo dell'angoscia che fosse. Il quale, non so_lonon si proponeva di creare il mondo, ma non si preoccupava neppure~ a voler. parafrasare una celebre frase, di int~rpretarlo. La sua de– cisione era la fuga aal mondo; la sua sede là- solitudin~; il suo "' punto di partenza l'àngoscia ; il suo punto di arrivo il naufragio. · Del resto, questa volontà di ·evasione che lo dominava aveva pure, nel tempo in ·_cui si diffuse con la rapidità del contagio, un accento morale, e quindi, proprio per quèsto, una sua forza intima ed es– senziale di persuasione. Quella fuga, quell'evasione, erano p-ure ~na difesa dì fronte alla macchina oppressiva dello stato ; quella solitu– dine, d'altro canto, era uri invito· ad accettare con solennità, con decoro, il proprio destino di uomini storicamente C>ppressi:ma liberi metafisicamente. L'esistenzialismo non· eccitava alla lotta 'e insegnava a trarsi in disparte c~n disperata 1 e chiaroveggente dignità, a .non sporcarsi, a· non _ comproìnett.~rsi, 'a non collaborare, ma non com– batteva il .male. Lo sfuggiva, e_ ,proprio per -:questo, alla fine, lo ac– cettava. Sicché, nel punto stesso in cui si rivelava il sµo ·valore di' moralità, ,si manifestava pure la sua natura ~ecadenté di fi~osofia non incitatrice, ma consolatoria; 'non rivoluzionaria, ma quietistica; di ~losofia mille miglia lontana da quel pensiero che oggi molti dei piu recenti e fervidi adoratori dell'esistenzialismo hanno &hbracciato e vann<;> intrepidamente predicando. A me l'esistenzialismo, questa filosofia di epigoni fiorita ali' inizio di uq'età di grandi e ·ancora .mal noti sconvolgimenti storici, ebbe il potere di richiamare spesso alla mente alt~e filosofie di epigoni fio~ite in età di decadenza, come lo B•bliotecaGino Bianco_

RkJQdWJsaXNoZXIy