L’Acropoli - anno II - n. 16 - aprile 1946

170 GABRIELE PEPE· rali progressisti, uscendo dal P. L. I., sia pure troppo tarq.i, hànno voluto dire al Paese che essi non intendono assumere· la responsa– bilità della politica conservatrice del Partito, che troppo spesso at– traverso una stampa incontrollata tiene un linguaggio ·da guerra ci– vile. I liberali progressisti in alcune riunioni con dirigenti d~I P. L. I. hanno formulato una sola richiesta essenzi~le : epurare il Partito del neofascismo che vi si è annidato. La richiesta è stata rifiutata; né poteva_ essere diversamente, perché si sarebbe dovuto epurare troppa parte del Partito, la parte che piu direttarpente contribuisce a mantenere in vita il Partito stesso. Fino a quando i liberali, onesti ma paurosi del comunismo e simpatizzanti della ,D. C. con prudenz1;1; gli antifascisti di ieri, insensibili oggi alle forze della reazione !Ila che in caso dj piu urgente pericolo si risentjrebbero antifascisti (troppo tardi, come nel 1925 !) ; fino a quando quei liberali che hanno combattuto con noi qualunquismo e teocrazia resteranno nel · Partito ? Fino a quando li sopporterà la destra ? Dipenderà dalla sensibilità individuale di ciascuno e dal ri:;mltato delle elezioni : una vittori~ monarchica alle elezioni pei; la Costituente significherà la strage, per essi solo simbolica (' attenti a 'o cuollo ', ha ammonito un nostro conservatore), dei girondini del Centro; una vittoria re– pubblicana, costringendo .a una maggiore prudenza i destri,.renderà piu lunga la coabitazione ; forse una soluzione si avrà sul terreno del confessionalismo, dove i liberali moderati non sono capaci di' varcare certi limiti. Noi. li attendiamo al guado per accoglierli nel· ~ero partito lioérale, che è nato, deboluccio e povefo ma vitale, con la nostra scissione. ,' GABRIELE PEPE - I Bib~iotecaGino Bianco

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