L’Acropoli - anno II - n. 16 - aprile 1946

'168 GABRIELE PEPE azioni politiche concrete sulle direttive che le vengono date dalla -stampa, cioè dai padroni della stampa stessa. Il controllo del Par– tito diventa ·dunque un'illusione; a tal J)Unto è impossibile il con– trollo, che si cambiano uffici stampa in blocco, determinando - at– traverso. ·settimanali e mensili controllati, per pochi che siano - un nuovo orientamento propagandistico con ukase. dall'alto o, per lo meno, senza corrette e suffi~ienti rrioti:vazioni. Ritornando, comunque, alla spiegazione della linea di condotta seguita dal Partito, resta indubitato il fatto che il centro, pur com– posto di persone dai sentimenti liberali, è troppo furbo, troppo sot– tile manipolatore. In realtà, finché si è t_rattato di riempire le prin– cipali sezioni di aderenti di destra nella stolta speranza di equili– brare con elementi illiberali le sinistre troppo pericolose alla viia della Giunta, tutto è andato bene. Ma poi è successo che le destre, divenute troppo numerose e spregiudicate, hanno imposto, insieme alla loro stampa, un indirizzo eccessivamente di .destra. I dirigenti, preo~cupati della lotta contro i C. L. N., contro il partito d'azione ·e contro i comunisti,. hanno tentato gr.ossi giochi come lo staccare socialisti da comunisti e non hanno pensato a· una seria organizza• zione del Partito. nel paese, cosi che si è giunti al disastro delle elezioni" amministrative. Ecco il secondo motivo che· ha aperto gli occhi ai liberali progressisti ancora incerti. Che cosa hanno svelato le elezioni amministrative? L' inesi– stenza del ·P. L. I. in Italia e l'inconsistenza del qualunquiemo._ Per quanto riguarda questo seconao movimento, bisogna-- dire tutta la ,verità : mentre i liberali si son 1 0 assai poco accortamente compro• . messi col movimento deW:U. Q. non ne hanno tratto nessun van• taggio, perché la grande massa dei simpatizzanti per l'U. Q.., avendo poca fiducia nelle virtu politiche del movimento e temendo d'altra parte i liberali, nelle cui fila erano ancora i progressisti, ha dato i suoi voti alla D. C. o ai demolaburis'ti. Il P. L. I. ha affermato; in complesse· statistiche, che le forze della moderazione hanno vinto nelle elezioni amministrative, senza avvertire il ridicolo della mosca cocchiera che attribuisce a suo merito le fatiche degli altri e la po: sizione di fiancheggiamento che si dava al P. L. I. rispetto alla D. C., la vera vincitrice. I liberali p_rogressisti lìanno sentito il bi– ·sogno di svincolare il liberalismo da queste due pesanti catene : la BibliotecaGino Bianco

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