L’Acropoli - anno II - n. 13 - gennaio 1946

:'52 IN CORSIVO .fatti piu semplici, mi han, trattato da sconclusio,:i,ato, usurpatore di cattedre, spia indiscreta etc. Non val la pena di onorarli di una replica. Invece alcuni pochi si .sono cÒmportati correttamente e verso di loro vige l'obqligo di cortesia : per esempio Manlio Lupindcci (Secolo XX, 11 gennaio). Il quale cerca di risvegliare nel .vecchio storico del' Risorgimento· il senso pio delle tradizioni'patrie, dei bei tempi -del Cavour, e la fedeltà atlo Statuto e alla monarchia subalpina ..E finisce a far voto di fedeltà al Luogotenente uomo degno di ogni stima, alle leggi antiche e allo spirito del. vecchio parlamento subalpino. Peccato che io storico del Cavour ,e del vecchio parlamento non arrivi a provare questa prisca pietas. La tradizione quando è interrott~ e. tradita muore, J non so come il Lupinacci possa dimenti– •care lo Statuto tradito per vent'anni e l'Italia consegnata alla ' mano ferrea sotto i.l guanto di velluto ' di Benito Mussolini. Questioni di sensibilità. Alcuni persev'erano negli amori dopo . il subito tradim1mto, altri li spezzano. E io poi so che lo spirito di tradizionalismo subalpino è un'amplificazione posteriore sul tipo .della fedeltà dei Savo,iardi esaltata dal 'Costa di Beauregard., So che la grande .'maggioranza degli uomùii del Risorgimento, di formazione mazziniana, aveva .accettato, senza ~enerazione del diritto divino, la stirpe bugiarda dei Carignano ' . solo per affrettare il riscatto dell'Italia : era una transazione contrattuale. Spez- zato il patto è caduto il diritto dei Carignano. Ad esempio io, vetchio soldato, , non so come sia possibile ricostituire un esercito, che non sia una banda di fa– _zione, sotto il comando supremo di un uomo che ha il passato militare di Um– .berto Carignano. Non tutti hanno la facile contentatura di Manlio Lupinacci. \ I OBLIO. Alcuni gio.rnali liberali muovono, all,' attacco contro di me perché ho designato neofascista un ministro del governo di Brindisi, e rivendicano il _p_assatoantifascistico di lui. Han dimenticato. evidentemen,te i liberali il periodo in cui essi insieme c~l C.L.N. di Napoli combattevano contro le tracasseries, bol– late neofascistiche, del governo di Brindisi, il quale i_ngiuriava Benedetto Croce e gli impediva di rispondere, mentre la polizia apriva il fuoco contro il rettore .dell'Università di Napoli. Dono . dei numi, anchè l'oblio ! ) MORALISMO. Anche il mio ottimo amico V'. E.· Alfieri ha creduto di do- ·ver assumere la difesa del suo partito (L'Opinione di Torino del 10 gennaio) oontro di me. Lo ha fatto con molta cortesia e di ciò. lo ringrazio dal profondo. Sol– tanto ha ripreso un argomento che ai loro bei di usarono i g~ntiliani quando .furono mèssi alle, strette da me. Anche l'Alfieri parla del mio mo~a]ismo. In ve– rità non so vedere questa mia colpa. p13rfarne penitenza. 'Noi siamo di fronte al · problema dell'èlevazione del costume 'politico italiano; in regime di libertà noi parliamo all'opinione pubblica e la chiamiamo giudice. Se qualche partito si fa trovare in flagrante violazione delle regole del gioco, se il suo programma si ri– vela mascheramento di interessi d'altrp genere, è moralismo o gioco politico in– chiodarlo nelle sue, responsabilità? Conosco troppo bene l'amico Alfieri per rite– nere eh'egli 'la pensi come il Gentile e molti altri f àscisti che r.eclamavano campo franco per la politica fino al ' delitto di stato '. Ma app"unto p~rc(ié son siéuro .che tale non è il pensiero dell'Alfieri, non arriv,o • a· capire la critica. J BibliotecaGino Bianco

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