L’Acropoli - anno II - n. 13 - gennaio 1946

I \ IN CORSIVO 51 Buttando giii i provvedimenti predisposti ed emanando l'assurda legge del 29 z'uglio ·1944 il governo Bonomi. stabili un assurdo sistema processuale di de– corso i°ndefinito. La burocrazia, 1 rimasta padrona con ministri inesperti d'ammini– strazione, corse ai ripari. I dopumenti scomparvero-dagli archivi; le commissioni · d'epurazione furono composte ad usum Delphini; con l'aiuto di certa ~tampa si moltiplicarono all' infinito le incriminazioni, probabilmente a ragion veduta, per– ché nel gran pandemonio i piu furbi si salvassero. Ancora adesso chi fornito di. responsabiliià assume le difese di un innocente falsamènte coinvo~to vede che si moltipUcano artificialmente i cavilli contro 1Z proscioglimento, perché dietro colui si voglion tirar d' impaccio altri tre o quattro che son furfanti emeriti. Da due anni l'amministrazione è a soqquadro : si son colpite parecchie cen– tinaia di disgiaziati impiegati inferiori : i delatori, gli uom"ini di fiducia delle gerarch,ié fascistiche, le teste dirigenti sono in gran parte ai posti di comando. A ciò ha contribuito il contegno equivoco di parecchi pàrtiti intesi a costituirsi ~ellule, co.ngrégations, e simili centri di funzionari disposti a mancare al loro– dovere. L~ tradizione del prefetto Lusignoli è ancora, viva. dopo tanto doppto gioco. Inoltre, i partiti han creduto loto obbligo d'onore salvare non pochi neofiti equi– voci, sopra t',',tti (e peggiori di tutti) i clericdjascisti. Siffatte eccezioni scand~– lose agendo comparativamente hanno impedito l'azione epurativa contro altri. Poi. quando il trambusto è diventato immenso si è levata la voce di lasciar tutto come · prima, sfruttata abilmente da un partito che ha avuto la massima resp;;nsabilità nel crear la confusione. Lasciar tutto come prima! È presto detto. Ma vogliamo correre a nuovi disastri. con una burocrazia non risanata, in un momento in cuti miliardi della ricostru– zione rischian di volatilizzarsi, in cui la fame può· dar cattivi consigli a qµanti non ricevono dagli infiniti enti l'aiut""anecessario, in cui agli impiegati si aprono· , mille vie traverse per guadagnare illecitamente ciò che lo stato non può dare ?' Noi possiamò sopprimere l'epurazione politica, che pure poteva consentire un ri-· sanamento negli alti gradi ; ma il problema dell'amministrazione resta pauroso. Per cancellare l'ipertrofia fascistica bisognerebbe ridurre la burocrazia di tutte le amministrazioni dal 20. al 25 per cento, e bisognerebbe portare a livello umano· il tenore di vita degli impiegati. Invece continua la tendenza all'inflazione; dagli atenei che sfornano tuttora dottori infiniti in ogni ramo dello scibile, dai reduci. che invocano un ristoro in un servizio sedentario statale, dai disoccupati dell' in• dustria che chiedono soccorso. E i partiti vacillano e son disposti a chiedere un ingrossamento di burocrazia. L'unico rimediq è che concordemente il problema amministrativo sia ricono– sciuto dal gofJerno superiore ad ogni ingerenza di parte e sia da persone di fi· ducia affrontato e risolto secondo concetti tecnici e assumendosi ogni partito l' im– pegno d'onore di difendere chi avrà la responsabilità del non lieto incarico. CHI SI CONTENTA GODE. La reazione dei liberali alle mie recenti cri– tiche (cfr. fascicolo 11 dell'Acropoli) ha avuto un vantaggio: che non pochi di essi han finito a mostrare la grinta e il li[lguaggio di fascisti : quod erat demon– strandum. In coro han parlato di un mio •libello', han falsato la cronaca dei.

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