L’Acropoli - anno II - n. 13 - gennaio 1946

-. IRRELIGIOSITÀ È ANTICLASSICISMO DI JOHN DEWEY 25 tanto piu che, ai nostri fini, un altro aspetto della questione ha va– lore anche piu i;isolutivo. Se fosse vero che l'educazione greca fu lontana dalla pratica; come si spiegherebbe che la scienza ellenica r (cioè la geometria, la matematica, l'astronomia, la trigonometria, la fisica: parole t~tte che recano linguisticamente l'impronta ellenica) sia nata precisamente nel grembo della filosofia ? Già nel suo atto di nascita, la 1 sciènza greca porta dunque in sé un carattere ideale di sintesi tra pensiero e azione, tra speculazione e vita pratica. È significativa - secondo l'aneddoto -l'occasione della scoperta del peso specifico da parte di Archimede : · 10 sc:ienziato volle scoprire la frode compiuta da un artigiano a danno del r,e di Siracusa, e ci riusci. Basti pensare del reslo alla differenza profonda che passa tra l'astrologia orientale e l'astronomia ellenica-: diretta quest'ultima - / almeno nel perìodo classico - ad esigenze pratiche e razionali, alla previsione dei fenomeni celesti. · Il Dewey dice cose· giuste quando osserva che .' la filosofia va tolta di mano a chi ne faceva un'arida ginnastica pu~amente intèl-' lettuale, un' analisi puramente v~rbale, e va riportata in seno alla . vita'. Ma quest'accusa non riguarda affatto la filosofia greca: a meno che si pretenda di identificarla (cosa che nemo prudens oserebbe) con la fase piu tarda e degenerativa dell' aristotelismo scolastico. ~a del tutto fuori d( fase_ è il D«::wey qua?,do, in relazione alla sua polemica anticlassicistica! parla d'un ' contrasto fra la dottrina che cerca la luce nel passato ed un' altra secondo la quale la filosofia deve veramente parteci'pare alla soluzione dei problemi dell' oggi'. È inutile insistere sulla banalità di queste schematizzazioni di OSCU· rantismo e illuminismo, di progressismo ed antiprogressismo, che miscon<>scono egualmente il passato ed il presente e fanno piuttosto pensare a certe vecchiotte figurazioni del ballo Sieba. Un'ultima considerazione. È innegabile che l'ampiezza e lo spmto profondamente umano .eonò doti precipue della cultura e dell'educazione greca (né d'altronde si vorrà ricorrere allo sciocco sofisma di voler ridurre l'àmbito della educazione greca a quello della pretta educazione· delle scuole: ciò. d'altronde non• è storicamente possibile in nessun'epoca e meno che mai per l'età elle'nica)._ L'' humani nihil a se alienum putar~' di Terenzio risale, come recentemente notò il Dornseiff, -a Menandro ; ibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy