L’Acropoli - anno II - n. 13 - gennaio 1946
IRRELIGIOSITÀ E ANTICLASSICISMO DI JOHN DEWEY 2~ m lingua ingltise, nella quale il filosofo pragmatista avrebbe potuto, trovare un'anticipata risposta alle .sue asserzioni prima ancora di metterle sulla carta.· Nel terzo volume della sua Paideia (New York, 1944), Werner Jaeger, l'illustre classicista· 'chè il :nazismo costrinse all'esilio in America, scrive infatti: 'è importante notare che quanto, viene per Io piu considerato dai ·moderni educatori come l'essenza -- I dell'umanesimo è soprattutto una prosecuzione del filone retorico nella cultura classica. In realtà, la storià dell' hmanesimo è molto ma molto piu ampia e ricca di quanto sià 1 quel solo filone retorico, giacché essa contiene tutti i diversi retaggi della cultura greca - "' inclusa l'influenza mondiale esercit!lta dalla filosofia e dalla scienza greca. Da questo punte;>di vista, è chiaro che una comprensione della vera e genuina cultura greca porta con sé nello stesso tempo .iuna critica dell'umanesimo moderno, di stampo accademico ' (' at once enta1I_s a criticism of rnodern academic humanism ' : p. 4 7). Infatti - come Io stesso Jaeger dimostra in altra parte del suo libro - - -' tutta la cultura ellenica reca in sé l'impronta dell'antagonismo foa il tipo ideale di cultura che Platone 'propugnò e qu'ello propugnato 4 da Isocrate. A questi due antichi Greci ·occ9rre rifarsi, se si vuol 1 intendere che c~~a significa educ~zione e quindi ancheeducazione mo– derna. Ma non c e da nascondersi che, an~he per molte persone colte, tale indagine potrebbe a. questo punto prendere un titolo geografico, ' hic sunt leones ' : poiché entriamo in zone malnote all' incirna quanto quelle indicate dai cartografi medievali con la loro frase pro– verbiale. Infatti sull'educazione e sulla cu1turà. classiche s( sentono• ancora pronunciare banalità improntate dal piu piatto ,winckelman– nismo in ritardo di due secoli : oggi ancora non sono pochi a rite– nerè - come amaramente notaYa E. Schwartz, già parecchi anni or sorio - che la civiltà ellenica abbia avuto carattere essenzialmente estetico. Mentr~ persino gli schemi logici di cui la nostra testa a - tutt' oggi si s'erve sono greci, mentre la scienza utilizza aQeora pa– role e concetti ellenici, come-l'atomo, si prosegue pigramente a pen-· sare che tutto il valore della Grecia consiste nelle sue statue. E non ci si perita di scorgere nell'esperienza: greca il solo elemento letterario, e fantastico nel senso piu ristretto, cioè l' elemento che meno si , ingrana nella personalità umana e nella vita vissuta e sofferta. Ma torniamo ad ascoltare 'lo Jaeger. Tutta intera la Grecia del
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