L’Acropoli - anno I - n. 10 - ottobre 1945

I I ( 454 CESARESPELLANZON di assicurare la feticità del popolo, ragion per cui egli rimpiangeva a Sant'Elena di non av,er potut~ (certo perché i nemici del popolo' non gliene lasciarono il tempo!) realizzare il sogno di Enrico IV, un pollo in pentola per tutti i Francesi, ovverosia l'abolizione de~~a miseria, il benessere, la prosper,ità, la tranquillità per tutti. E poiché l' imperatore era rappresentato in atto di additare alla nazione il figlio di Ortel\sia come il suo erede ed interprete, quale altro si– gnificato avrebbe avufo il trionfo di Luigi.Napoleone, se non che questi si ·sarebbe egli pure àdoprato per riuscire all'abolizione della miseria? Non è poi dubbio_, essi non cessavanp di affermare, che Luigi Napoleone voglia la conservazione e la difesa .della repubblica, giacché egli ha dichiarato nel modo piu leale e preciso, che la Fran– cia non è, non dev' essere, l' appanna~gio di un solo uomo o di una sola famiglia ; , e :cli' egli non intende ,rivendicare per sé altri diritti all'infuori di quelli riconosciuti ad ogni altro cittadino fran– cese. E quindi i giornali bonapartisti facevano con disinvoltura ap– pfillo ai ·bravi ' enfant~ des barricades ', additati come il naturale presidio della rivoluzione di ' febbraio : e insinuavano che né la Guardìa o.azionale né l' esercito avrebbero sqst~nuto no governo come quello che progettava di bandire Luigi Napoleone, un governo che era da essi proclamato scial_acquatore,_ diso'nesto, e peggio. Quanto agli ·opifici nazionali, i giornali b\mapartis'ti affermavano. che, quando la Francia si fosse sbarazzata di tale governo, non sa– rebbe riuscito difficile regolare il problema del lavoro : il giorno stesso della sommossa, qualche ·foglio bonapartista manifestava la sua simRatia .per i bravi operai degli opifici, nazionali ' que l'on va jeter sur le pavé ' ; e nello ~tesso tempo, rivolgevano parole di se– v,era rampogna contro i governanti della repubblica, che non ave– vano saputo portare alcun rimedio Jna miseria e alla fame, l'orri– bile fame, che tormentava le classi lavoratrici., A parte quest'ultimo 'rilievo, .eh~ .di~eva una verità a tutti evidente, 1 anche la propaganda \ bonapartist~, fece del suo meglio per alimentar~ lp. spirito di rivolta in mezzo, al ceto. operaio, della capitale, e non poté dirsi estranea all'esplosione di quel gran disordine di giugno, che inferse il colpo mortale alla seconda I repubblica francese. , La repressic;me della insurrezione prolètaria fu inesorabile. II generale Cavai~nac compi quello ch'egli. ritenne il suo dovere con Biblioteca Gino Bianco '

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