L’Acropoli - anno I - n. 10 - ottobre 1945

442 · ADOLFO OMODEO che se il contegno di tale ufficiale è biasimevolè, ugualmente Ìo è quello .degli ufficiali di marina di Taranto e quello degli ufficiali dei reparti San Marco che non sono stati in nessun modo puniti. II peggio' si è la ~otivazione delle accuse condotta sui regolamenti di disciplina fascistici: la violazione del giuramento (quasi che a parlare di giuramento non si ricordasse la corda in casa dell'impic– cato) e l'adesione a partiti sovversivi come il comunista. lo non sono comunista, né incÌin,e al comunismo, ma, trovo che non si debba mettere al bando questo partito dopo che del sangue ver– sato copiosamente dai comunisti ci facciamo un titolo p'er rimediare alla, nostra umiliazione. Non è giusto tent~re a loro danno una frode sul tipo di quella consumata novant' anni .fa a danno dei garibal– dini, tanto pi6. che dalla par.te della monarchia non ci sono i me– riti el il genio del co te di Cavour. Concludo •perciò insistendo in favore di un soluzione equanime che sottragga le forze arrpate al conflitto di parte. L' usare di una falsa parvenza di legalismo può travolgere in un'irrimediabile fazio– sità. Uri'intesa leale soltanto può porle fra gli elementi rig~neratori del pae~e. E solo la volontà di creare cpr,pi radicalmente rinnovati; ' di trasformare le scuole militari difettose nella loro vecchia disci- plina claustrale, può cu~are la ferita ché portiamo nel cuore. Dicendo questo io non dimentico quanto devo all'esercito del Carso e del Piave che m'inquadrò trent'anni or sono e all' edtfèa• • zione che ne ricavai pur essendo allora 'in matura giovinezza. Ma • quel ve.cchio esercito ormai è disfatto e bisogna avere il coraggio, . di r:,ifarlo ab imis. Nel rivolgervi una simile esortazione mi ritorn,a a mente la lettera disperata di un giovane che poi. sacrificò la vita per restaurare l'onore nazionale : egli si sentiva soffbcare nei resti dell'esercito avvilito e· smarrito che sopravvivevano in Sardegna e invocava da me, che ben poco potevo fare, di esser tratto fuori e . m~sso sulla via dell "onore· e della morte. Son sicuro che mentre vi \ ;ivolgo· queste parole lo spirito d'Alfonso Casati mi è vicino. · · Signori ministri, io' vi ho parlato con assoluta franchezza : forse un po' cruda come è natu:ça mia. Ma vi posso·assicura:re che se alla mia franchezza si risponderà con piena lealtà io e i miei amici col– laboreremo senza esitazioni all'arduo còmpito che vi è imposto. 0 ADOLFO .,OMODEO BibliotecaGir,b Bianco

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