L’Acropoli - anno I - n. 9 - settembre 1945

/ ' 406 GABRIELE PEPE tiva privata eliminando, cosi, il gravissimo pericolo rapyresentato, per la libertà 'dei popoli, dall'elefantiasi burocratica, senza, per altro, muovere' in demagogica lotta cÒntro la pur necessaria burocrazia: le ri'voluzioni turbano quest'opera progressiva e, messa con la forza una nuova classe dirigente al posto della vecchia, costringono a ricominciare da capo il lavoro della critica. L~ giustizia esemplare e sommaria! La demagogia è - co,me tutte le forme patologiche della vita sociale - sempre identica, mo– notona. La giustizia esemplare e sommaria piace al popolo : e ciò sanno i tiranni e i demagoghi. È una delle loro armi ·preferite. Il saper essere giusti è, forsè, la piu ardua conquista dell' uomo : ' è molto piu facile essere pietosi, tanto piu ?he alla pietà aiutano :molto le religioni. Ma l'essere giusti, il saper - cioè - giudicare gli altri ascoltando l.t ola voce delle leggi, l'indagare prima la ve– rità e poi placare tutte le proprie passioni per applicare fredda– mente le leggi è cosa che, il demagogo non può capire. La giustizia / sommaria - si dice - dà soddisfazione ,al popolo. E perché il po– polo deve avere questa soddisfazione ? perché "Ostinarsi a volere un popolo di bruti che sgozzino i nem1c1 e incrudeliscano s"ui loro ca– daveri ? La vita morale è una ; la volontà che si ottunde al bene nel farn giustizia esemplare o sommaria sarà una volontà ottusa per ' molte altre cose ancora ; una volontà che difficilmente capirà il ri– spetto alle coscienze altrui, in cui consiste - in definitiva - )' es– sere veramente liberi. I GABRIELE PEPE Biblioteca Gino Bianco

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