L’Acropoli - anno I - n. 3-4 - marzo-aprile 1945

162 GIOVANNI PUGLIESE CARRATELLI una politica dei;nocratica, s'era schier/ltO con Efialte, nell'ala radicale del partito, tra gli avversari dello stesso padre suo, Santippo, uno degli esponenti dei democratici conservatori. La p~litica periclea si ispirò in sostanza alla teniistoclea. : Pericle vi portò, p_ure agendo da cittadino ateniese e mirando ad una pi6 vasta egemonia di Atene, una concezione ptu universale - ed •è .questp il suo merito mag– giore - della democrazia, conie del sistema politico che dando al– l'individuo la possibilità di una libera manifestazione ·del suo pen– siero e delle sue energie, lo faceva al tempo stesso solidale ·con i concittadini nella difosa e nell'incremento d'una libertà che era sua in quanto bene comune della sua polis ; e insieme solidale coi sud– diti o gli alleati di questa, che movevano dagli stessi principi e mi– ravano anch'essi al ,superamento di forme e relazioni pÒlitiche pi6 antiche. Pericle .riassumeva in sé, con una visione dei motivi ,sto– rici e del contenuto ideale del moto democratico pi6 chiara che non in tutti i•,politici greci precedenti, l'esperienza del mondo greco dal periodo delle aristocrazie ai suoi tempi. Discepolo di Anassagora, il ' fisico ' che concepiva il nfìs, causa motrice dell'universo materialè, come _un'intelligenza ordinatrice, Pie– ricle era preparato come nessun altro politico del ~ tempo ad in– tendere il valore della cultura per la formazione politica dei citta– dini e per il conseguim~nto di piu evolute foqne 8 di vita spciale, in che egli, politico sollecito dell'ingrandimento del suo stato, rico– nosceva l' ele~ento pi6 efficace per estendere l'impero atenie§.e·ed ottenervi una sicura coesione. Da tale convincimento muove l' esal– tazione della sua città ' scuola dell' Ellade ' : ~ Libera si svolge la vita politica della nostra città... L' amore del bello non c'insegna lo sfarzò, né la cultura ci -infiacchisce... Noi soli giudichiamo non un tranquillo, ma un inutile cittadino chi -delle pubtliche cose non si occupi affatto. E direttamente o decidiamo almeno di una proposta o meditiamo debitamente sulle questio~i politiche, e non stirµiamo che i discorsi infirmino l'azione, cui .deriva piuttosto del danno se la discussione non l'illumina prima che l'impresa. voluta s'inizii. Ed in questo ancora ci distinguiamo dai nostri nemici : che nelle imprese noi rechiamo il pi6 ardito coraggio non disgiunto dalla pi6 mrtura riflessione. Agli altri invece l'ignoranza dà vigore, la cono– scenza in.fonde trepidazione... Insomma la nostra" città è, nel suo 'Bibliot_eca Gino Bianco I

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