L’Acropoli - anno I - n. 2 - febbraio 1945

IN CORSIVO AEGRI SOMNIA. Mi son posto ad esaminare il motivo per cui io uomo temperato, non piu giovane, non privo di una certa esperienza, ho sopratutto in' fastidio i conservator!. In primis è lo schifo della situazione, degli uomini e delle ·cose da cui usciamo. Cosa c'è da conservare se prima non si opera un ra– dicale risanamento di uomini, d'istituti • e di situazioni? Siamo noi riformatori i rivoluzionari o ci troviamo in una situazione di cieca rivoluzione che dobbiamo sistemate con lo stesso animo, la stessa prontezza, la stessa abnegazione con cui.' un chirurgo raccomoda le--membra d'11;n ferito_ da _una granata·? In secondo luogo mi irrita la stupidità. I conservatori non pensano ad altro· che a salvare la proprietà, c~ quanti piu attributi quiritari è possibile. Ma si son domandati costoro fino a che punto può oggi, in Italia, parlarsi d'una pro– prietcì"? Certo le campagne cominciano a riprendersi, e con assai maggior len– tezza anche le cit;à ferite. Ma coloro che si rit;ngono proprietari pensano se sia possibile che il loro titolo ;ussista identico ? Chi ancora possiedé una casa o un fondo ha mai riflettuto chl! per risollevare il paese bisognerà gravare queste pre– sunte proprietà di schiaccianti ipoteche ? Poiché bisognerà pure indennizzare chi ebbe la casa distrutta, o affondata la nave, chi fu mutilato nel corpo o negli af– fetti; bisognerà ricostruire ferrovie, scuole, ospedali. Perché carezzare l' egoismo del proprietario invece di dire : " siamo tutti poveri e dobbiamo aiutarci- nella comune miseria " ? E il peggio si è che i molt~ nuovi ricch! che per varie ragioni han potuto profittare -del momento vengono a costituire una categoria assai piu pericolosa ,degli antichi. Di ciò già si ac6orgono i comunisti che vedono sbucare,. dalle campagne nuovi proprietari ringhiosi, e far difetto i braccianti sul cui . aiuto contavano ..Manca poi anche l'altro puntello, su cui s'appoggia di solito!' apo– logetica. conservatrice : le classi che posseggono rappresentano valori di cultura, di costumi, d'educazione che non devono ,essfH"e dissipati, anche a costo di sacrificare altre fonti dei medesimi valori e di perpetuare ingiustizie sociali. A fine di guerra le classi possidenti avranno perduti' molti di quegli elementi piu dotati ,j,i– quei valori, e ne avranno acquistato altri provenienti dalla feccia sociale. Per ciii il cercare di appoggiare la libertà a strutture nuove non è cònfuso rivoluziona– rismo, ma meditato apprezzamento della nuova•situazione del mondo, sconvolti> dalla guerra piu spaventosa cli,e la storia ricordi.

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