L’Acropoli - anno I - n. 2 - febbraio 1945

PER LA SCUOLA D'UNA LIBERA ITALIA 99 essi contrapporre ; può con' legittimo orgoglio esaltarsi dei -suoi pit– tori, scultori ed architetti, ma non può certo esaltarsi della sua tra– dizione letteraria costituita in gran parte da una iniqua esperienza di epigoni. La 'riprova dello scarso valore umano dell'acce·nnata tra– dizionè è nella limitata efficacia - per dare bisogna infatti posse– dere - che ha avuto ,al di fuori dei confini nazionali, perché non è davvero un caso se gli scrittori italiani siano i meno tradotti e molti di essi vivano piu nelle memorie degli eruditi che nelle con– tinuità della storia, ove soltanto i valori umani son quelli che contano. È contro questa mentalità che nella sua vita plurisecolare - dipartendosi però da un unico ceppo, il ceppo augusto della tra– dizione, stavolta, davvero imperiale - ha assunto in Italia vari aspetti e vari nomi, c?e all'alba del Risorgimento alta si levò l'esortazione foscoliana per il ritorno alla storia ; è su di essa che si esercitò piu tardi, in un Discorso sopra lo stdto presente dei costumi degli Italiani, che meriterebbe piu ampia diffusione di quella che non ha, con tono preoccupato lo spirito pensoso di Giacomo Leopardi, os– servando che gli Italiani, a differenza di quanto accade di constatare nelle altre nazioni civili di Europa, non hanno ' un principio con– servatore della morale e della società ', una cultura cioè che, dive– nuta sostanza uma~a, regoli, nella comunità nazionale, i rapporti tra individuo e individuo; è contro questa mentalità che, fin dal prin– cipio del secolo, si è appuntata la diuturna polemica del Croce che, riprendendo i motivi della piu profonda e piu vera tradizione ita– Jiana - quelli del Rinascimento e del Risorgimento _;_li ha purificati con la inesausta forza sorgiva_ del suo pensiero e, attrave_rso il suo vigile e cliuturno insegnamento, li ha saldamente piantati nell'animo della nostra generazione, restituendoci una patri.a ed una cultura : la patria e la cultura che noi appunto abbiamo il dovere di rinno– vare e tramandare alle nuove generazioni. Non dunque peccato ma natural cosa fu il connubio .tra il fa. ·scismo e quella· ctrlturà di cui si son cercate di chiarire le origini non meno reazionarie e il fondo non meno angustamente naziona– listico. La vera cultura, quella che s' è espressa ed ha vigoreggiato nei grandi momenti della vita nazionale, e nei tristi (nessuna tiran– nide, infatti, per quanto ràffinata ed avveduta,' può f~rmare lo svol– gimento del pensiero) 'è rimasta solitario retaggio di grandi spiriti ; "bliatecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy