Acpol notizie - Anno II - n. 8 - Giugno 1970

7 GIUGNO: ANALDISIUINVOTO f C'è stato l'autunno, ma le elezioni si sono f~tte a primavera: e fra le due stagioni temperate è passato un lungo, freddo e drammatico inverno. Di questo si deve cominciare a tener conto, se si vuole dare un giudizio storicamente corretto delle elezioni del 7 giugno, e non si vuol finire a fare i Dulcamara che scoprono nel bussolotto risultati imprevisti e imprevedibili, e su quelli teorizzano, come se la lotta politica in Italia fosse cominciata tre settimane prima della scadenzaelettorale. Si è fatto politica, nell'autunno e nell'inverno: buona 04.cattiva, per ora non importa. Ma si è fatto politica: e in grande. Sicchè, per cominciare, non si possono fare confronti astratti fra i risultati dei singoli partiti ora e nel '68, come se questi fossero prodotti commerciali e le elezioni una ricerca di marketing. La quota di aspiranti al comunismo non è scesadello 0.1 %, nè le prospettive di vendita dell'edera lamalfiana sono computabili nella misura dell'1.1 % in più. Occorre vedere con· quale volto si presentarono i partiti nel '68, e con quale ora. E solo dopo si parlerà correttamente di premi e di sconfitte. Si dice: il centro-sinistra ha vinto e la sinistra ha perso. Ed è vero, in cifre. Ma andiamo a vedere quale centrosinistra, e quale sinistra, per favore. La sinistra che ha perso è quella che ha incignato l'autunno con l'espulsione dei compagni del "Manifesto", quasi a chiarire di voler mettere la testa a partito, ed ha teso poi costantemente alla diplomatizzazione dello scontro, utilizzando la debolezza del monocolore per impostare una parvenza di governo d'assemblea. E' quella che ha frustrato, quando non represso, ogni tentativo di creatività emergente dalle lotte. E' quella che ha negato ad essequalsiasi sbocco non diplomatico, volta a volta asserendodi non dover spaventare la borghesia o di non voler disperdere in

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