scoperte scientifiche e tecniche; anche là non si vede assolutamente aumentare il nostro ruolo. Anzi, avviene il contrario. Alla fine degli anni 50, il nostro paese era stato il primo ad aver lanciato uno Sputnik e ad aver mandato un uomo nello spazio. Alla fine degli anni 60, abbiamo perduto il nostro primato in questo campo e in· molti altri. I primi uomini a camminare sulla Luna sono stati degli· americani. Questo fatto costituisce una delle manifestazioni esteriori della sostanziale e· sempre crescente differenza fra noi e i paesi occidentali per ciò che riguarda l'ampiezza del fronte dei lavori scientifici e tecnologici. Negli anni 20 e 30, i I mondo capitalista aveva vissuto un periodo di crisi e di depressioni. In quel periodo, utilizzando lo slancio dell'energia nazionale suscitato . dalla rivoluzione, noi abbiamo creato la nostra industria a un ritmo senza precedenti. Fu allora che fu lanciata la parola d'ordine: raggiungere e superare l'America.- E per parecchi decenni la raggiungemm"o .effettivamente. Poi la situazione cambiò. La seconda rivoluzione industriale è cominciata e adesso, all'inizio· degli anni 70, constatiamo che non· soltanto non abbiamo raggiunto l'America, ma che i I _nostro ritardo nei suoi confronti diventa sempre più grande. Perchè succede questo? Perchè non siamo stati i pionieri della seconda rivoluzione industriale e ci siamo mostrati incapaci di compiere questa rivolùzione nello stesso tempo dei paesi capitalisti sviluppati? Forse che veramente il regime socialista offre delle condizioni peggiori di quelle del sistema c·apitalista allo sviluppo delle forze di produzione? Forse che veramente nella competizione economica fra il capitalismo e il socialismo, il capitalismo ne escevittorioso? LA FONTE DELLE NOSTRE DIFFICOL~A' Evidentemente no! La fonte. delle nostre difficoltà non è nel regime socialista, ma, al contrario, nelle particolarità e nelle condizioni della nostra vita che vanno incontro al socialismo e gli sono ostili. Questa fonte sono le tradizioni e le norme anti-democratiche affiorate nella vita pubblica durante il periodo staliniano e che ancora oggi non sono state completamente eliminate. E' d'uso, da noi, considerare le contraddizioni estranee all'economia, le limitazioni apportate allo scambio di informazioni, le restrizioni delle libertà intellettuali e-tutte le altre deformazioni anti-democratiche del socialismo verificatesi sotto Stalin corrfe il prezzo da pagare per l'industrializzazione. Si crede che esse non hanno esercitato una seria influenza sull'economia del paese, che -abbiano avuto le più gravi conseguenze nel campo politico militare a causa di larghi stermini di popolazione e di intere nazioni. Noi lasciamo da parte il problema di sapere fino a che punto questa opin_ionesia giustificaBib ioteca Gino Bianco ta per quanto riguarda le prime tappe dello sviluppo dell'economia nazionale socialista: l'abbassamento del ritmo di sviluppo· industriale durante gli anni precedenti la guerra, indica piuttosto il contrario. Ma è indubbio che con l'inizio della seconda rivoluzione industriale, queste manifestazioni sono diventate un ·fattore economico decisivo, un freno essenziale allo sviluppo delle forze produttive del paese. I problemi di organizzazione e di gestione si sono posti in primo piano, a causa dell'aumento del volume e della complessità dei sistemi economici. Questi problemi non possono essererisolti da uno o parecchi individui che detengono i I potere e. che· "sanno tutto" ..•Essi necessitano della partecipazione creatrice di mi Iioni di persone .a tutti i livelli del sistema economico, esigono un ampio scambio di informazioni e di idee. E' questo ·che distingue l'economia contemporanea da. quella, per esempio, del l'antico Oriente. Ma lo scambio di informazioni e di idee urta, nel nostro paese, contro .difficoltà insormontabili. Le. informazioni veritiere sulle nostre insufficienze e sui fenomeni negativi sono tenute segrete con n pretesto che "potrebbero essere utilizzate dalla propaganda nemica". Lo scambio di informazioni con i .paesi stranieri è limitato per timore della "penetrazione di una ideologia ostile". Le·generalizzazioni teoriche e le proposte pratiche che sembrano tr_oppo auçjaci ad alcuni .sono stroncate sul nascere, senza alcuna discussione, perchè si ha paura che possano "minare le basi". E' evidente la sfiducia nei confronti di personalità attive, critiche, dell·e idee creatrici. Le condizioni create da un tale clima permettono la promozione gerarchica n9n di coloro che brillano per le loro alte qualità professionali e il loro attaccamento ai. principi, ma di coloro che, verbalmente, si distinguono per la loro fedeltà al partito ma che, di fatto, non ricercano che i loro esclusivi interessi personali o si distinguono per un atteggiamento di esecutori pass1v1. Le limitazioni apportate alla libertà di° informazione hanno come risultato che non solo il controllo dei dirigenti è reso più difficile e· l'iniziativa della· popolazione stroncata, ma anche che i dirigenti a livello intermedio sono privati di diritti e di informazioni e si trasformano in esecutori passivi, in funzionari. I dirigenti degli organismi superiori ricevono un'informazione troppo incompleta, attenuata, e sono essi stessi privati della possibilità di utilizzare effettivamente i poteri di cui sono detentori. La riforma della gestione del 1965 costituisce un avvenimento importante e altamente utile, chiamato a risolvere i problemi .essenziali della nostra vita economica. Ma noi siamo con.vinti che, per raggiungere tutti gli scopi fissati, le misure puramente economiche sono insufficienti. Ma c'è di più, queste· misure 17
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