Angelo Brucculeri - Il problema della terra

- 25 « Caino ed Abele, quando erano soli sulla terra, potevano pure dividersela fra loro. E, data questa convenzione, ciascuno avrebbe potuto rivendica.re contro l' a.ltro il diritto esclusivo alla sua parte. Ma nessuno dei due poteva sostenere legittimamente una tale pretensione di fronte al primo uomo venuto dopo di loro al mondo. Perchè, non venendo alcuno sulla terra senza il volere di Dio, la sua presenza attesta il suo eguale diritto all'uso dei doni di Dio. Negargli adunque l'uso della terra fra loro divisa, sar:ebbe stato un assassinio» (r). Queste idee sono la ripetizione fedele di quelle ch'egli aveva espresso in un'opera, che ebbe il suo quarto d'ora di celebrità, e fu tradotta nelle principali lingue del mondo: Progress and Poverty. Anche qui l'autore giuoca sullo stesso equivoco con cui si scambia il diritto a.stratto col concreto diritto all'esistenza. Anche qui lo stesso a.crobatismo dialettico, col quale si vuole dedurre il diritto effettivo al suolo, dal diritto che si ha alla vita. « L'egual diritto di tutti glì uomini di usare della terra è cosa ianto evidente, come l'ugual diritto a respirare l'aria è un diritto proclamato dal fatto della loro esistenza ; giacchè noi non possiamo supporre che degli uomini abbiano diritto a stare in questo mondo, ed altri no. Se noi siamo qui per lo stesso volere del Creatore, non siamo tutti qui rivestiti di un pari titolo al godimento della sua (1) HENRY GEORGE, "P· c., p. 7. B·bl oteca Gino Bianco

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