Pietro Sbarbaro - Da Socino a Mazzini

JJa Socmo a Jliazzmi 9 Catanzaro a Modena, da 1l'orino a Palermo, da Roma a Forlimpopoli , chi fosse Socino, e che cosa facesse in suo vivente, e che cosa sia il Socr:xL\.N I SMO, del quale non vi è 11ersona mezzanamente in tinta di pece letteraria, che non abbia sentito, più o meno confusamente, parlare. Se, per tanto, questa dottrina religiosa, nella quale io ho sempre creduto, dacché incominciai a rendermi conto delJ e mie convinzioni, e nell a quale spero di morire, fra. qualche mese sarà più conosciu ta che per lo passato, e avrà salvato qualche an ima dalla morte eterna dell'increduli tà, che è l'inferno delle coscienze, sappiate, che ritalia ne ha r obbligo ad un semplice FAN.li'ULLA, effemeride sorti ta a giocondare gli !'piriti e ad avvezzare gli Italiani a ridere sopra le cose più gravi. Per molti anni quell'eroe cortigiano rise anche di me, credendomi un uomo importante in I talia, e si degnò di esercitare sui miei omeri la faretra de' :moi innocentissimi epigrammi, talvolta foggiati al l'incudine di Socrate, di Voltaire e di Paolo Luigi Con· ritr, talvolta scipiti come le barzellette di un vecchio ribaldo, che fabbrica birra di Vienna con acqua del Po. E come nell'orgoglio della sua importanza educatrice Messere Fctnfulla, stimò un ginrno di insegnarmi amore di patria sul proposito di Albe· rigo Gentili, che prima del 1875, anno della resurrezione di quel grande, Fanfulla non conosceva nè pure di nome, e imparò a crederlo una gloria d'I - talia dopo che io gli cagionai tanto fastidio colla ripetizione di quel nome, cosi, avvezzato male da ,

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