Giovanni Grave - La società morente e l'anarchia

)I , - 168 - poco dopo perire a sua volta per la sua indolenza e fannullaggine, come sono perite le civiltà greca e romana che, giunte ali' apice del lusso e dello sfruttamento, perduta ogni attitudine alla lotta per conservar soltanto quella di godere, han dovuto soccombere più sotto il peso del loro incivilimento che sotto i colpi dei ba_rbari, - i quali venendo con esse alle mani nella pienezza delle proprie forze, non hanno posta troppa fatica a rovesciare quelle civiltà in completa dissoluzione. La verità è che voi, borghesi, come avete avuto cura di disfarvi delle altre razze, non inferiori - come dimostreremo in appresso, - ma solo ritardatarie, ora cercate anche di distruggere la classe lavoratrice che pure chiamate inferiore. Cercate ogni giorno più di eliminare il lavoratore dall'officina, per sostituirlo con le macchine. Il vostro trionfo sarebbe però la fine detl' umanità; poichè perdendo a poco a poco le virtù attive che avevate acquisite col bisogno della lotta, ritornereste alle forme ancestrali più rudimentali, e l'umanità non avrebbe più altro ideale che quello d'essere un~~~l<-Ei sacchi digestivi, comandanti a un popolo di macchine mosse da autòìiiì;--'dte ·11on~àvre'l:,'bero-piùdi umano che il nome. B hoteca Gino B1dnco

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