Giovanni Grave - La società morente e l'anarchia

B ?lio - IO - ogni logica e buon senso, - ciò che fa sì che le nostre società sieno instabili, rovesciate ogni tanto da rivoluzioni, provocate queste dagli odii accumulati in quanti sono oppressi da arbitrarie istituzioni. Dunque, nel combattere l'autorità, gli anarchici han dovuto attaccare tutte le istituzioni di cui il Potere s'è creato difensore, e di cui ha voluto dimostrare la necessità per legittimare la propria esistenza. Il dominio. delle idee anarchiche è divenuto così molto vasto. Partito da una semplice negazione politica, l'anarchico s'è trovato costretto ad attaccare anche i pregiudizi economici e sociali, a trovare una formula che, nel negare la proprietà individuale, base dell'odierno sistema economico, affermasse nel tempo stesso una aspirazione su l'organizzazione futura. Così la parola « comuniS!JlO. » venne, naturalmente, a prender posto a lato della parola ccanarchia. » Vedremo in seguito come certi amatori di quintessenze astratte abbiano voluto pretendere, dal momen tç> che anarchia significa completa espansione dell' individualità, che le parole anarchia e comunismo sieno fra loro inconciliabili. Noi dimostreremo al contrario, che l'individualità non può svilupparsi che nella comunità; che quest'ultima non può esistere se non a patto che la prima evolva liberamente; che insomma l'una e l'altra si completano a vicenda. Questa molteplicità di problemi da risolvere, d'istituzioni da attaccare, ha fatto la fortuna delle idee anarchiche, ne ha determinato il successo e contribuito alla loro rapida espansione : tanto che, lanciate in principio da un piccolo gruppo di sconosciuti, Gi1

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==