Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia

• DELL'AUTONOMIA ITALIANA 4( La sola ipotesi sotto cui potrebbe ammettersi quella tendenza austriaca in alcuni Ualiani è questa; che cioè vedendosi essi sospi·nti all'odo dell' anarchia o della tirannide demagogica, nè volendo o non potendo schermirsene colle proprie forze, han rivolto un occhio certo non lieto al malinconico settentrione, aspettando che di colà scendesse una forza verg·ognosa pet· noi e spiacevole, ma che si potrebbe taloi'a stimare per unica condizione della tranq.uillità cilladina. In questa g·uisa si sospirerebbe, non che al tedesco; ma al russo ed al turco, se per altra via non si credesse potere esser redenti dal caos sociale. Il primo bisogno r.he abbiano i popoli è di vivere, ed a questo sono pronti a sacrificare qualunque altro bene; la tirannide poi è l' ag·onia dei popoli, e l'anarchia n'è la morte: nell'una e nell'altra si va alla dissoluzione. Pertanto se il tedesco ha in Italia protettori ed amici, li ha appunto nei patriottici rigeneratori, i quali mantenendovi lo scom~ pig·lio, l'oppressione ed il caos, vi alimentano questo disperato e maledetto concetto, che l' Italia cioè non può aver pace se non visitata a quan· do a quando dalle baionette germaniche e corretta dagli sproni imperiali. Chi piì1 patriottico, chi più italiano dell'Alighieri? e pure con quanto vigore e con che lagrime non implorava una discesa di Alberto tedesco? Non vi stizzite adunque se le nostre donne , i nostri mercanti 3 i nostri contadini messi alle stesse strette non sappian mostrare 4

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