Karl Kautsky - La politica e le organizzazioni operaie

CARLO KA UT~K Y TuA POLITICA. ORGANIZZAZIONI OPERAIE CON PREFAZIONE 1)1 GIOVANNI LEEDA GENOVA 1,1RRRRIA MODERNA OAJA.t:lllA l.lAZZIXI - Hl03.

" Biblioteca Gino Bianco

Biblioteca Gino Bianco

B,bltoteca Gino Bianco

• Lapolitica 0 loorganizzazioni opera o

Biblioteca Gino Bianco

CARLO KA.UTSKY L1\_POLITICA E LE ORGANIZZAZIONI OPERAIE CON PREFAZIONE Ol GIOVANNI LERDA GENOVA LIBRERIA MODERNA OA.LLICH.U. J.I.AZZINI - 1903. B bhoteca Gmo B anco

PROPRIETÀ LETTERARIA Gli editori si riservano tutti i diritti di rip_roduzione. Castrocaro, Tipografia Moderna. B blioteca Gino Sian ~o

Il partito socialista italiano dopo un non lungo ma non inglorioso periodo di vita attraversa oggi purtroppo una crisi nella quale sembra aver smarrite le tracce del suo pensiero e la guida della sua azione. Ho sentito dire altra vofta che l'opportunismo è la forza dei deboli. Non so; so, ed è certo che quando o per debolezza o per calcolo un partito è preso nelle spire dell' opportunismo, che è nella natura umana ed è di tutti i tempi, assai difficilmente può e sa ritrarsi. Di concessione in concessione, B bhoteca Gino Bianco

I Vl l'una accanto ali' altra Ìn apparenza lievi, giunge sfigurato ed irriconoscibile lontano e diverso da quello che era e da quello che voleva essere. Come · nella scienza, ·se l'analisi non richiama sovente sè stessa alla ragione sua, se di tanto in tanto non rifà una sintesi e non cerca di formulare la legge che guida ed illumina finisce per perdersi nelle oscure e fitte tenebre del caos, così un partito se nella lotta faticosa per la conquista del bene si_ lascia trascinare-. per la china facile di facili vittorie e non si ritempra all'idea che è la sintesi che coordina e frena l'azione, p'oco a poco fra la moltitudine degli · elementi che si individuano e si elidono l' idea dilegua sopraffatta dalla ·realtà immediata. della quale non ricorda ne riconosce il moto· o la legge. Così di debolezza in debolezza, di transazione in transazione, di errore in erB b 1otf.ca1,:;mo i:s anco

\rit rore, il partito gnmge a confondersi colla massa grigia, e non avendo più virtù di ideali ed energia di battaglia, o scatta nell'impulsività della rivolta cieca, o posa nell' aspettazione dei secoli. Non riando la storia di altri partiti. Parlo ai socialisti, e ricordo che in Genova nel congresso del 1892 si fondò definitivamente il partito socialista italiano che sorse coi migliori elementi dell'antico e corporativista partito operaio. Fu la vittoria del concetto largo e scientifico della emancipazione pro- > letaria ed uma.na in tutte le sue manifestazioni contro quello miope e gretto del particolarismo e dell' interesse .. Poichè al disopra degli interessi particolari di ogni categoria di operai e di ogni territorialità operaia, molto frequentemente in urto e cozzantisi, era sorta la concezione eminentemente soB bl1oteca Gino B,anco

vxtì ciale ed educativa di un fine pel quale, smussando gli attriti particolaristi, colla universalità ed unità degli intenti, il proletariato, lentamente ma sicuramente, avrebbe potuto guidarsi ad altri destini. Ove manca il fine cessa la ragione sociale ed umana della lotta, subentra il particolarismo; nuove categorie si formano o, come dice il Pareto, nuove aristocrazie che sostituiram10 le presenti, ma non certo di queste migliori. Le deliberazionj del congresso di Genova furono salutate dall'unanime con~ senso di tutti i socialisti che male prima avevano potuto spiegare la loro attività, inceppati dalla m.eschina concezione del partito operaio da una parte, dall' altra tratten.uti dall' elemento anarchieo che _ostacolava qualunque azione diretta ad ottenere immediati e progressi vi benefici pei.'la classe operaia. B blioteca Gino B anco

giorno 26 aprile u. s. si riuniva un congresso di Società cooperative, mutue e di resistenza per deliberare fra l' altre cose sulla fondazione di un giornale quotidiano a difesa degli interessi operai, ed ·un compagno socialista sorse ad illustrare il concetto informatore del periodico dicendo fra l'altro ·che gl' 'interessi degli operai sono all'infuori di ogni part#o politico essendopur troppo i partiti politici elementi di clissoliizione. Come si vede le parole dell'oratore, oltre che essere un aberrazione del senso comune e pratico, sono t-Ìn accusa lanciata contro il partito stesso al _.quale egli appartiene e che sostanzialmente altro non è se non il partito politico degli operai. Un anarchico fece naturalmente eco al socialista dicendo che anche ai clericali gli operai avrebbero dovuto appoggiarsi qualora dai clericali avessero potuto sperare od otteB blioteca Gino Bianco

XI nere· miglioramento. Il più notevole però è che dei numerosi socialisti presenti non uno s:i. levò per rilevare o respingere le parole dell' oratore socialista. Taquero e perchè? per debolezza, per opportunismo oppure perchè assentivano? Non importa: il grave si è che tali parole siano state pronunciate ; e più grave ancora che il giornale si abbia a pubblicare redatto da socialisti e guidato da t~li criteri ; un giornale quotidiano cioè che difende interessi operai, senza colore politico e senza ideali! Il. fatto nella sua enormità non ha bisogno di commenti e da se basta a dimostrare, a parte le buone int·.mzioni ed a parte anche i risultati pratici che si attendono da un'azione così anti-s~- cialisticamente ed empiricamente enunciata, l'abisso che si vuole scavare fra gl' interessi del .proletariato costituito B bliqteca Gino Bianco

XII in partito politico di classe e gl'interessi immediati tangibili degli operai. Carlo Kautsky in questo volume discorre della questione della neutralità delle leghe, quella neutralità di fronte alle idee ed all'azione politica del partito socialista, che è sempre stata così cara a molti socialisti italiani pei quali e nella camera di lavoro e nelle leghe era colpa parlare di socialismo. Discorre anche perciò della inanità di una politica puramente OJ?_eraiae dissociata dai criteri direttivi del partito socialista, l'unico, il solo partito che faccia e possa far gl' interessi degli operai perchè partito operaio per eccellenza. Ma l' A. avverte nella prefazione che il volume quale è, scritto nel 19001 B,blioteca Gino Bianco

Xlll sarebbe oggi inutile per la Germania, poichè eccettuate due sole organizzazioni, tutte le a.ltre hanno compreso che la sola politica a seguirsi senza, ipocrisie è quella del partito socialista;. per cui ormai si può dire che in Germania la organizzazione economica e quella politica del proletariato non costituiscono due entità distinte, ma sono due funzioni di una unica forte unità. La politica degli interessi è scompa.rsa per essere sostituità dalla politica del partito socialista. Disgraziatamente però non possiamo dire altrettanto da noi in Italia ove la disorganizzazione economica e politica cresce come crescono l'indisciplina e -1' empirismo della propaganda e delr;azione sempre meno guidate dai criteri teorici e diretti vi del pensiero socialista. L'individualismo troppo prevale e domina ancora in Italia ed è Biblioteca Gino B,anco

XIV questa forse la causa e la ragione precipua della nostra inferiorità. Presentando questo lavoro di Kautsky non posso perciò che raccomandarlo vivamente all'attenzione ed allo studio di quanti compagni - e sono molti - vogliono, meno che a conquiste effimere e ingannatrici, dedicare la loro attività a far sorgere in Italia una vera, forte e salda coscienza socialista. Facciamo che non tornino inutili gli ammaestramenti della storia. GIOVANNI LERDA. Pegli, 12 maggio 1902. B blioteca Gino Bianco

PREFAZIONE. Il presente lavoro vide la luce in una serie cli articoli nella Neue Zeit 7 due anni or sono, in un momento in cui si discuteva con calore, in Germania, la questione delle relazioni tra il partito socialista e le organizzazioni operaie. In tutti i paesi capitalisti è . un problema della maggiore importanza lo stabilire codesto 1nocliis vivencli 7 ma la questione non si presenta allo stesso modo nei diversi paesi ed ammette le più svariate soluzioni. Mi pare che sia utile farne qui la constatazione, per prevenire ogni malinB bhoteca Gino Bianco

2 teso. Poichè quel eh' io (o dei « sindacati» francesi basta per provarmi che il problema della neutralità delle organizzazioni operaie è assolutamente diverso in Francia ed in Germania : gli argomenti svolti pro o contro la neutralità in Germania non valgono dunque necessariamente per la Francia. La differenza essenziale in proposito tra la Francia e la Germania parmi consistere nel fatto che in Francia la neutralità è più che altro una questione di organizzazione, in Germania una questione di propaganda. In Germania, ove se ne eccettui .-una insignificante minoranza, socialisti ed operai sindacati riconoscono con unanime accordo che i sindacati ~n quanto organizzàzioni devono assolutamente rimanere indipendenti dai gruppi politici del partito socialista. E, d'altronde, è necessario che sia così, poiBiblioteCc.G. mo Bianco

3 chè nella maggior parte degli stati tedeschi, malgrado alcuni parziali temperamen ti, ottenuti in questi ultimi anni, le leggi sulle associazioni sono ancora severissime per le organizzazioni poli-. tiche; si sa, ad esempio, che le donne ed i minori non hanno diritto di farne parte. Se i . sindacati vogliono sfuggire a tutte codeste misme restrittive, devono necessariamente rimanere fuori della politica. Ma vi hanno considerazioni cli fatto ben più decisive. La funzione dei sindacati è assolutamente diversa da quella dei partiti politici; una unione intima fra i due organismi li metterebbe in pericolo entrambi, e renderebbe più difficile ad ognuno di essi l'adempiere al proprio compito. Ma, malgrado l' organizzazione affatto indipendente dei sindacati, il più stretto accordo regna tra di essi e il partito socialista. Sono per lo più gli B•blioteca Gino Bianco

4 stessi uomini che si trovano raggruppati nell'una e nell'altra organizzazione. I socialisti si mostrano i migliori tra gli operai sindacati, e quasi tutti gli operai sindacafa veramente attivi sono anche buoni socialisti. Se la questione dei rapporti d' organizzazione fra il partito socialista ed i sindacati è fuori discussione in Germania, mi sembra per contro che in Francia codesta question'e sia abbastanza controversa. Le soluzioni più divergenti vi sono proposte; mentre che un gran numero vuol mettere i sindacati, dal punto di vista dell' orga- _n. izzazione, alla dipendenza assoluta dei gTuppi politici socialisti, altri preconizzano non solo l'indipendenza dei sindacati dalle organizzazioni politiche, ma perfino l'opposizione a queste, e non vedono nell' azione dei sind;:;icati e nell'azione politica come i due Biblioteca Gino Bianco

5 aspetti di un medesimo fenomeno la lotta cli classe del proletariato ma due fenomeni differenti e incompatibili. Esaminata dal punto di vista della· p1·opaganda 1 la questione assume un aspetto assai diverso. Alcuni membri dei sindacati socialisti tedeschi non si contentano dell'indipendenza dei sindacati dal partito socialista, in quant~ concerne l'organizzazione. Essi vogliono ancora che gli operai socialisti dei sindacati si astengano da ogni manifestazione socialista nell'interno dei sindacati, che essi facciano altrove la propaganda socialista, perchè facendo altrimenti si allontanerebbero dai sindacati gli elementi non socialisti. Ecco il fondo della tesi neutralista cho discutiamo nel presente lavoro. Io non ho dunque qui da esaminare gli argomenti, nè il loro valore. Biblioteca Gino Bianco

(Ì Mi basta cli far osservare che, per quel eh' io ne so, codesta questione non esiste per i socialisti francesi. Por lo meno, io non so di socialisti francesi che abbiano mai preteso che fosse necessario di sforzarsi a guadagnare gli operai sindacati gia,lli ai sindacati della lotta di classe col bandire dai sindacati e dalla stampa sindacale ogni propaganda socialista che potesse ferire o spaventare i gialli. Su questo punto io credo che regni il più completo accordo fra i socialisti francesi. E son felice di constatare che anche 1n Germania la concez10ne della neutralità, che è combattuta nelle pagine che seguono, non ha attecchito. Il proletariato militante di Germania ha troppo riel sangue l' idea socialista perchè non trovi a manifestarla Biblioteca Gino Bianco

in tutti 1 propri atti, ad onta di tutti gli accessi passeggieri di tiepidezza politica. La discussione che ha dato luog·o agli articoli qui tradotti, non data che da due anni. Ma al recente congresso· dei sindacati tenuto a Stuttgarda, lo spirito socialista ha dominato così completamente e così apertamente come in qualsivoglia ·congresso del partito socialista. La maggioranza schiacciante dei congressisti non ha lasciato alcun dubbio a questo proposito: per essi i sindacati non potranno esercitare alcuna utile azione se non mediante un armonico accordo col partito socialista. Per renderlo più facile, il congresso di Stuttgarda ha trasportato la sede del Consiglio generale della Federazione dei sindacati da Amburgo a Berlino, ove si trova parimenti la sede del Comitato direttivo del partito socialista. B blioteca Gino Bianco

8 In un certo senso questo opuscoio è dunque invecchiato. Le tendenze che vi combatto hanno perduto a?sai terreno e non esercitano più alcuna azione sulla vita dei sindacati tedeschi. E tutto fa sperare che non tanto presto riprenderanno nuove forze. I sindacati inglesi, da cui esse toglievano esempio, dopo questi ultimi anni non possono troppo servire di modello. Anch' essi si sforzano di uscire da quella neutralità in cui erano ingolfati. A dir vero non riescono troppo facilmente a sbrigliarsene, ma più questo è difficile, meno il loro esempio ,,può incoraggiare gli altri a mettersi su quella via e andare coscientemente da sè stessi a gettarsi nel pantano. Malgrado tutte le modificazioni che si son venute determinando in questi due ultimi anni, non ho nulla da cambiare al mio opuscolo. Mi trovo in Biblioteca Gino Bianco

9 quella· condizione particolarmente piacevole di vedere codeste medesime p10di:6.cazioni conformarne puramente e semplicemente la tesi. Berlino, 21 giugno 1902. Iù.RL KA UTSKY. Biblioteca Gino Bianco

Biblioteca Gino Bianco

La~oliteirlaeorganizzazioni o~eraie (I), Quando noi esamm1amo la legittimità di una rivendicazione, occorre anzitutto ricercarne le sue origini psicologiche. Noi riconosciamo allora assai frequentemente che una rivendicazione che sembra riposi su principi generali e risulti dalla natura stessa delle cose, traduce in realtà una particolare situazione storica e non ha, come questa, se non un carattere affatto transitorio. Sembra naturale attribuire l'agitazione· che oggidì si accenna in Germania a favore della neutralità delle organizzazioni operaie alle cause medesime che per. un certo tempo determinarono le « 'rrade-Unions » a disinteres- (1) Letteralmente: I sindacati.

Ì2 sars1 delP azione politica. E infatti, allorchè le organizzazioni operaie diventano forti, si manifesta sempre in esse la tendenza ad an - teporre gl' interessi professionali agli interessi di classe, ed a separare nettamente l'agitazione corporativa dal movimento di classe che a furia di particolarismi si finisce per paralizzare. I periodi di prosperità industriale, evidentemente, favoriscono maggiormente l' agitazione professionale e tendono magari a confinare in soffitta il movimento politico di classe. È un fatto che si verifica in ispecial modo in Inghilterra. Nel 1837, contemporaneamente J montando. Venn&o poi gli anni di prosperità, ·) ed il « chartismo >> fece un passo indietro·; il .-numero degli abbonati alla « Northern Star,, che ne era l' organo, precipitò da 50.000 a 5000. alla crisi economica, incominciò l' agitazione « chartista » e fino al 1842 andò sempre au- { La c<isi del 1847 rianimò l'agitazione , chartista » ma il « chartismo » ricevette il colpo di grazia coll'aborto dei movimenti rivoluzionari del 1848 e l'era di libero scambio che seguì il prodigioso sviluppo industriale di allora. E le organizzazioni operaie, la debolezza delle Biblioteca Gino Bianco

13 quali coincideva coll'età dell'oro del « chartismo » ripresero nuova lena a partire dal 1850. « Il periodo dal 1825 al 1848, era stato notevole per la frequenza e la violenza delle crisi commerciali. Ma, per contro, a partire dal 1850, più costanti che nel periodo precedente». (S. e B. WEBB. Histoi?-e du Trade-Unionisme). In questo momento vennero create le organizzai progressi dell'industria furono, durante alcuni anni (sino al 1874, K. K.), più graodi e ; zioni operaie neut1·e moderne. Poi sopraggiunse la lunga crisi dopo il 1874, durante la quale riprese vigore in Inghilterra il movimento socialista, mentre il movimento di organizzazione economica rimase stazionario. \Vebb e la sua signora hanno fatto il calcolo per 28 « 'frade-Unions »: il numero dei loro aderenti, dal 1870 al { 1875, passò da 142.530 a 266.321, e dal 1875 al } 1885 non aumentò che da 266.321 a 267.997; nel 1880 esse non contavano che 227.92-:1i:scritti. Precisamente a questa data nacque il nuovo partito socialista inglese e la sua potenza non tardò a svilupparsi. Quando finalmente, verso il 1890, cominciò una nuova era di prosperità, il nuovo unionismo, agli inizi, si mantenne anB blioteca Gino Bianco

4 cora completamente sotto l'influenza del socialismo, l'antico spirito corporativista venne subito a disputargli terreno nelle stesse nuove organizzazioni operaie. Ecco da che risulta, verosimilmente, questa opposizione tra il movimento di organizzazione operaia e il movimento socialista. Per quanto rapido sia lo sviluppo delle or- . . . . : . gan1zzaz1on1 operaie, esse non arriveranno mai a comprendere tutti gli operai. « Il movimento operaio, secondo ogni probabilità, non si estenderà mai oltre quel che si potè chiamare l'aristocrazia della classe operaia » dice Bernstein in una appendice all'edizione tedesca della « St01·iadel Trade-Unionismo » di Webb, p. 448): opinione alla quale noi sottoscriviamo pienamente, dAl pari che a quest'altra, della stessa ,·pagina: « sarebbe utopia, per la classe operaia, il credere possibile la propria emancipazione, od anche solo qualche serio miglioramento della propria condizione mediante la esclusi va azione della organizzazione operaia. )> Nel 1892 il Webb e la sua signora valutarono a un milione e mezv.oil numero degli operai organizzati nella Gran Bretagna e in Irlanda menB,blioteca Gmo Bianco

15 tre che l'industria occupa in codesti paesi 17 milioni di persone di cui almeno 10.000.000 di salariati. Dunque, in codesta terra promessa delle « Trade-Unions » l'immensa maggioranza dei salariati non è ancora organizzata. Ma se l'organizzazione in sindacati procaccia mnegabili vantaggi agli operai organizzati, senza contribuire a migliorare la condizione della massa degli operai, essa ha necessariamente per conseguenza di accentuare la differenza sociale tra gli organizzati e i non organizzati, e di fare dei primi una classe di privilegiati superiori agli altri. Inoltre, se si tien conto delle concessioni fatte dalla borghesia a codesti operai pri vilegiati, si comprende agevolmente che essi preponga,no i loro interessi professionali a quelli della loro classe, da essi ritenuti inferiori, che si mostrino perfino ostili al movimento di classe del proletariato, se la borghesia fa loro sentire che codesta agitazione di classe può compromettere il loro movimento di organizzazione, alienando loro le simpatie borghesi. Da un altro lato, la parte più intelligente della borghesia sarà tanto più disposta a fare B blioteca Gino Bianco \

16 delle concessioni a codesta aristocrazia operaia quanto più. essa si occuperà esclusivamente dei suoi interessi professionali e quanto più. si manifesterà con sempre maggiore evidenza la impossibilità di arrestare l'ascensione della classe lavoratrice col perseguitare le sue organizzazioni. Se ·il proletariato non si lascia più trattenere dalla violenza, non v'è che da opporgli la politica divide et impem; si cercherà di dividerlo per dominarlo, e codesto risultato, in talune circostanze storiche, si otterrà colla più grande facilità, favorendo le organizzazioni professionali dell'aristocrazia operaia. D'altronde, tutto ciò è risaputo da tempo; basta richiamarlo brevemente qui. È dunque assai naturale il credere che, se in qnesto momento si aspira in Germania a render neutre le organizzazioni operaie, ciò avviene sotto l'azione delle medesime cause che hanno dato al vecchio « unionismo » inglese un carattere così particolare. Ecco i principali elementi di codesta evoluzione. Noi eravamo sin d'allora in un periodo di prosperità che dura da qualche tempo, i sindacati si sviluppano in Germania in modo Biblioteca Gino Bianco

17 prodigioso e non mancano delle classi borghesi che offrono loro dei vantaggi, ritenendo che basti import.are in Germania la moda inglese per far subire al movimento cli classe proletario, al partito socialista, la sorte del « chartismo » inglese, o almeno per castrare il no- · st,ro partito e trasformarlo in un partito di riforme democratiche nel genere del radicalismo inglese. Non mancano le proteste cl' amore di codesti riformatori· borghesi, da Berlepsch a Sombart, nè tanto meno i tentativi sedicenti scientifici per dimostrare una volta cli più che la teoria della lotta di classe, il Marxismo è morto, ben morto e sotterrato. Pnr non disconoscendo l' azione cli codesti fattori che compiono evidentemente una certa funzione, noi crediamo che essi non esercitino se non una influenza assai ristretta sull' odierno movimento a favore della neutralità delle organizzazioni operaie. A parte il sindacato dei tipografi, e forse. anche quello dei vetrai, sarebbe difficile citare un altro sindacato tedesco di cui si possa dire che mostra il bisogno di un isolamento aristocratico. Tanto meno noi crediamo che nell' odierno movimento· Biblioteca Gino B1ar:ico

18 sindacale tedesco v1 siano i germi latenti di ·una evoluzione reazionaria, nel senso .in cui questa ebbe luogo in Inghilterra. La storia non si ricomincia, e la condizione che ba impresso il suo particolare carattere ali' « unionismo» inglese tra il 1850 ed iJ 1874, non s1 ripresenterà più. Nella Inghilt_erra stessa noi possiamo constatare che le organizzazioni operaie cominciano a dubitare dei vantaggi della neutralità, e la prova più evidente di questo fatto è la riunione a Londra, il 27 febbraio 1900, della G1·eat Labou1· Conference, che doveva inaugurare l'azione comune delle « trade-unions », e delle organizzazioni socialiste. Vi erano rappresentati l' Indipendent Laboiw Pct1·ty con 18 mila iscritti, la Social-democmtic f edemtion con ,, 900 iscritti, i Fabiani con 861 iscritti e 68 « trade-unions » con 544.000 iscritti. ·Quest'ultima cifra mostra con piena fevidenza quanto i sindacati ing~esi !;iano favorevoli all'idea di abbandonare la neutralità. Infine, in un certo numero di paesi in cui da lungo tempo il movimento · operaio ed il partito socialista sono strettamente uniti noi Biblioteca Gino Bianco

19 non constatiamo il menomo desiderio di separare i due movimenti: così nel Belgio, in Austria, in Danimarca. Spiegheremo alla fine di questo articolo le cause del fenomeno: ci basti qui di rilevarlo. La tendenza neutralista che esiste attualmente nel mondo sindacale tedesco non è dunque una particolare manifestazione di una tendenza generale dell'evoluzione sindacale moderna, ma ben all'opposto una eccezione alla legge generale dell'evoluzione. Si potrebbe essere tentati di attribuirla alla speciale condizione politica della Germania, se non si constatasse la tendenza medesima in Isvizzera, in un paese in cui ben altra è l'organizzazione politica. La ragione di codesto fatto deve dunque risiedere in un fenomeno che, comune alla Germania ed alla Svizzera, sia estraneo a.gli altri paesi che abbiamo citato. Codesta causa non è difficile a trovare: è la funzione particolare che compie l'operaio cattolico nel movimento operaio della Germania e della Svizzera. Ecco la ragione essenziale delle aspirazioni neutraliste manifestate attualmente dai sindacati, e non le tendenze reazionarie che B blioteca Gino Bianco

20 agirebbero nel senso dell'antico «unionismo» inglese. A dir vero, codeste tendenze esistono anche presso di noi, cercano di sfruttare a proprio vantaggio le aspirazioni neutraliste, ma la loro azione non è decisiva e non dà al movimento neutralista il suo carattere particolare. L'ultramontanismo si compiace a mostrare nella religione cattolica la sola diga abbastanza resistente per opporsi al torrente socialista. Sotto una forma così generica codesta affermazione è assolutamente inesatta; in Francia, 1101 Belgio, in Austria, nella stessa Italia il partito socialista fa in realtà progressi più rapidi che nella protestante Inghilterra. Vi è nondimeno una parte di verità in questa affermazione: il cattolicismo è certamente un ostacolo alla propaganda socialista e soprattutto a un movimento operaio indipendente, là dove esso è la religione di una minoranza che, a torto od a ragione, si ritiene come oppressa dalla maggioranza. Così, è quasi impossibile che l' Irlandese diventi socialista, e gli operai cattolici della Svizzera e della Germania hanno ostacolato in modo notevole il movimento socialista ed il movimento di organizzazione operaia. 8,blioteca Gino Bianco

2L Ne è cagione, almeno in parte, il fatto che nei paesi citati i cattolici occupano generalmente territori poco evoluti dal punto di vista economico. La statistica professionale del 1895 dava per l'impero germanico. Su 100 persone occupate si contavano: Agricoltura Industria. Commercio Protestanti CatloliGi 56.72 64.54 65.78 43.01 34.57 28.21 I cattolici sono dunque molto più rappresentati nelle regioni agricole che nelle regioni industriali. Ma codesta spiegazione non è del tutto soddisfacente; un certo numero di paesi cattolici di Germania sono regioni assai progredite e nondimeno il partito socialista dura molta fa. tica a conquistarli: ad e~empio i paesi renani. In codeste regioni il fenomeno non può spiegarsi se non perchè il cattolicismo non vi è religione di Stato, e cioè una forza ausiliaria delle classi dirigenti contro le classi dirette, ma è più propriamente un organo di resistenza di queste ultime contro l'oppressione B•blioteca Gino Bianco

22 dall' alto, ed esso guadagna così la :fiducia delle masse sfruttate soddisfacendo al loro istinto di opposizione. Gli operai ed i piccoli borghesi della Germania occidentale cattolica, ancora così democratici nel 1848, non sarebbero oggi tanto devoti all' ultramontanismo se, nel 1866, la cattolica Austria non fosse stata esclusa dalla confederazione tedesca, e se l'impero germanico fondato nel 1871 non fosse diventato una ' potenza l)rotestante che si affrettò a far sentire ai cattolici, nel modo più brutale, nel Kulturkampf di Bismark, la lor condizione cli minoranza. Inoltre, gli operai cattolici, costituiscono in Germania (ed anche in Isvizzera, ove la condizione è analoga) una grande massa proletaria che, se non è del tutto refrattaria al movimento operaio moderno, questo le riesce assai meno simpatico che alle medesime classi dei paesi protestanti. Conquistarli, e conqui- / stare i salariati a_gricoli, ecco i due più im-. portanti problemi di propaganda che il partito socialista tedesco deve risolvere~ questo momento, problemi forse molto più importanti Biblioteca Gino B,anco

23 di quello della conquista dei piccoli proprietari che si può differire con ogni sicurezza fin al momento in cui saremo riusciti a risolvere le due prime questioni. Sui 12.816.552 salariati che occupavano nel 1895 l'agricoltura, l'industria ed il commer- · cio della Germania vi erano 5.G27.79± lavoratori agricoli (di cui 2.419.690 cattolici), 2.122.267 operai industriali cattolici, 375.302 impiegati di commercio cattolici, in tutto più di 8 milioni di cattolici e di lavoratori agricoli sur un totale di poco meno di 13 milioni. Sono questi 8 milioni di operai che anzitutto bisogna conquistare, prima che sia necessario di intenderci sulla propaganda da adottare per attirare a noi i piccoli proprietari. Tuttavia notiamo, per e-vitare qualunque falsa interpretazione, che codesti 8 milioni non sono tutti elettori, vi sono compresi donne e fanciulli. Cosa assai sorprendente: nella popolazione operaia cattolica· il numero delle donne salariate è relativamente molto notevole nell'agricoltura e piuttosto ristretto nell'industria. Vi erano nell'agricoltura, industria e commercio: Biblioteca Gino Bianco

.- 24 Operaigricoli Operaiindustriali Su 100 uomini cattolici 26.00 Su 100 donne cattoliche 55,16 per contro Su 100 uomini protestanti 21.75 Su 100 donne )> 45.59 34.88 17.17 36.03 22.76 Il numero degli operai agricoli, uomini, si ,.r , elevava a 3.239.646, quello degli operai industriali cattolici a 1.782.708, quello degli impiegati di commercio c~ttolici a 237.988, in tutto più di 5.000.000 sur un insieme di 9 milioni di lavoratori (uomini) nei tre grandi rami dell'attività umana,. Ora su questi 9 milioni, ve ne sono almeno 5 milioni di una età che li priva del diritto di voto: 3.859.000 hanno meno di vent' anni; la categoria delle persone da 20 a 30 anni comprende 3.861.000 uomini. Se si fa lo stesso calcolo per i lavoratori cattolici e per i lavoratori agricoli, si può ammettere che questi due gruppi forniscono più di 2.500.000 elettori e gli altri salariati un po' più di 2.000.000. È necessario per il movimento operaio moderno, tanto per il movimento politico che per il movimento sindacale, di conquistare questa B,blioteca Gino Bianco

25 massa. Non soltàn to perchè esso progredisca e finisca col trascinare la maggioranza, ma anche perchè mantenga le posizroni conquistate; poichè le masse degli operai industriali cattolici e dei lavoratori agricoli si spandono come un flutto dall'Est all'Ovest, dalla campagna e dalle piccole città nelle grandi città e nei centri industriali. Tra i gruppi professionali per i quali la conquista degli operai cattolici è in particolar modo importante, bisogna mettere in prima linea i minatori. Se nei tre gruppi principali, agricoltura, industria e commercio, i cattolici costituiscono il 37,5 °[0 del numero totale degli individui occupati, nelle miniere essi sono il 55 °1 0 , nell' agricoltura sono il 43,2 °1 0 , nelle in- / dustrie che mettono in opera pietre o terre, cave, fabbriche di vasellami, vetrerie, ecc. il 39,4 °1 0 • Ma se il partito socialista e le organizzazioni òperaie banno il medesimo interesse a conquistare gli operai cattolici, vi è nondimeno qualche apparenza che questi interessi non siano solidali. L'ultramontanismo poteva bene tener lontani dal partito socialista gli operai cattolici, B blioteca Gino 81anfo

26 ma non poteva soffocare in loro completamente i conflitti cl' interessi tra lavoro e capitale. La necessità di organizzarsi per lottare contro la eccessiva potenza del capitale, cominciò ad apparir manifesta anche per gli operai menati a spasso dal partito cattolico, così bene che questo si trovò esposto a perdere la propria clientela proletaria se non ne preveniva i bisogni di organizzazione. Un certo numero di organizzazioni professionali si son formate presso gli operai ultramontani (in modo più debole anche presso gli operai protestanti conservatori); codeste organizzazioni create completamente sotto J' influenza clericale, mostrano nondimeno che gli operai cattolici sono più facili a conquistare al movimento sindacale che non al movimento socialista. Ma che cosa vieta loro di entrare nei grandi sindacati già esistenti? Ci si .risponde : è il carattere socialista di questi; si tolga loro. questo carattere, si rendano neutri, ed ecco soppresso l'ostacolo che allontana gli operai cattolici dai sindacati. Essi saranno conquistati almeno ad Ùno dei due lati del movimento operaio moderno e poBiblioteca Gino Bianco

tranno éosì più facilmente vemr conquistati all'altro. La neutralità dei sindacati è dunque la condizione prima, indispensabile, dello sviluppo del movimento proletario in Germania. Il ragionamento è dunque assolutamente logico e le tendenze neutraliste che ne procedono hanno ben altro carattere e sono infinitamente più simpatiche della tendenza degli operai aristocratici alla moda inglese e dei loro amici borghesi. Si avrebbe torto di confondere codeste due aspirazioni, anche se le apparenze sono le stesse ed il ragionamento quasi identico, anche se il movimento operaio aristocratico acquistasse maggiore forza, mercè le concessioni fatte agli operai cattolici, di quel che non avesse altrimenti. Lungi dal volere la neutralità per separare alcuni strati aristocratici dal movimento comune, la si desidera, al contrario, per condurre al movimento alcuni strati che son rimasti indietro. Non si vuol dividere, ma unire. Con queste constatazioni non abbiamo ancora indicato la nostra posizione nella questione della neutralità, ma abbiamo mostrato che era possibile parlarne senza violenza nè amarezza. B•blioteca Gino Bianco ) I

28 IL ( È egli possibile di credere che nella odierna condizione storica si possa giungere ad una . vera neutralità delle organizzazioni operaie? ecco la questione che tratteremo anzitutto. Se dobbiamo rispondervi negativamente, potremo evitarci di ricercare quali sarebbero le conseguenze della neutralità, e se essa da un lato toglierebbe più forza ai sindacati di quel che non ne darebbe dall'altro. Soffermiamoci alla prima questione: prima di ogni altra cosa è necessario di esattamente circoscriverla. Se i difensori della neutralità dei sindacati chiedessero soltanto. che questi j fossorn ape,ii a tutti gli operni del mostim senza distinzione di credenze politiche o religiose, ci troveremmo immediatamente d' accordo con essi. Ma in tal caso non si sarebbero introdotti nuovi principii in codesti sindacati « socialisti » che, in ogni tempo si distinsero dalle organizzazioni cristiane o liberali in ciò che essi non esigevano dai loro membri alcuna professione cli fede religiosa o Biblioteca Gino Bianco

29 politica. La neutralità consisterebbe allora, al più, nel consigliare agli operai sindacati socialisti di evitare di urtare inutilmente la suscettibilità dei loro compagni non socialisti nelle loro relazioni con questi. È un consiglio che si può dare cli tanto in tanto, ma non ha tale importanza che ci sia bisogno di discuterne pubblicamente, senza contare che, precisamente nelle questioni di tatto, non v'è regola generale, e che non è facile distinguere ove cessi la legittima difesa della propria opinione e dove comincino gli attacchi inutili. Se è desiderabile che i nostri compagni si astengano in seno alle organizzazioni operaie da ogni attacco violento nel campo religioso o politico, altrettanto codesto concetto di attacco è elastico quando si esamina ogni caso concreto preso in particolare. Nessuna deliberazione vi cangerebbe alcunchè: tutto dipende dalla· maturità politica e dalla padronanza di sè dei nostri compagni, come anche, ~' altronde, dalle qualità dei loro compagni d'altra opinioni. Non v'è dunque a discutere su ciò. / La grande questione della neutralità non è di sapere se le organizzazioni debbano esBiblioteca Gino Bianco

30 sere aperte a tutti i lavoratori senza riguardo alla religione ed alle opinioni politiche, sibbene di sapere se esse debbano fare della politica o no. Difficilmente si troverebbe un serio avversario della neutralità che volesse chiudere le organizzazioni ai partigiani di certe opinioni politiche e religiose, e, tra i partigiani socialisti della neutralità non ve n'è uno a sostenere che i sindacati non debbano in alcun modo fare della politica neanche là dove le leggi lo consentono (1). Codesti amici della neutralità chiedono soltanto che i lavoratori facciano unicamente della politica di classe, della politica operaia, non della politica cli (1) La posizione che prende Elm non è troppo chiara. Da principio egli si lagna della « facile rassegnazione colla quale Strobel accetta che oggi uncora in Prussia nè le donne, nè gli student,i, nè gli apprendisti non possano partecipare ad associazioni politiche>, Alcune pagine più oltre dichiara che e i sindacati devono fare dell" politica pratica di attualità ma non della politict> di partito>, Ma nessuna legge prussiana o nessun'altra legge sulle associazioni non fa distinzione tra la politica pratica di attualiti, e la politica di partito; se, fae.endo clella politica di partito, un sindacato diventa un gruppo politico, nello stesso modo lo diventerà facendo della politica pratica di attualità. Lo scambiare la questione dell:\ neutralità dei sindtteati con Biblioteca Gmo Bianco

31 partito. Essi si basano da una parte sm sindacati inglesi, dall'altra sui sindacati padronali cli tutti i paesi che fanno sì della politica, ma non della politica cli partito, nei quali gli uomini della medesima professione, a qualunque partito appartengano, fanno la stessa politica. E ci assicurano che così le « tradeunions » inglesi divennero forti, e che a questo devono i sindacati dei padroni la loro potenza. Sappiamo imitarli. Codesti due esempi, non v' ha dubbio, sono assai seducenti. Ma non bisognerebbe dimenticare che, quando s1 tratta di imitare lo straniero, la buona volontà non basta, è anche quelladei loro rapporti colle leggi modificabili sulle associazioni non può che ingenernre confusione. Sono due questioni esscn• ziAlmente distinte. E la miglior prova ne è che la questione della neutralità è sorta in Svizzera dove non esiste l'altra questione. Ogni sindn.<:ato pnò decidere se vuole o non vuole essere un gruppo politico. Noi non abbiamo ora da discutere questo punto, in cui si tratta della politica sindacale che i sindacati possono fat'e ed hanno fatto in ogni tempo, ancbe in Prussia, senza dare alle loro organizzazioni l'etichetta di gruppi politici: si tratta di quella politica che si fa sovratutto nella stampa sindacale e nelle pubbliche riunioni. Biblioteca Gino Bianco

32 necessario che si presentino le condizioni preliminari che rendono possibile l'imitazione, e tra codeste condizioni figura anzitutto la mancanza di un partito socialista. Non bisogna dimenticare che il partito socialista è un partito di una natura affatto particolare, che non si può assimilare ai partiti borghesi. È il partito dei salariati, rappresenta gli interessi degli operai, senza alcun riguardo agli interessi della proprietà. Gli altri partiti, qualunque ne siano d'altronde le divergenze che li separano, sono tutti partiti di possidenti che non considerano gli interessi ·operai se non nella misura m cui sono compatibili colla proprietà privata. l\fa i due esempi invocati hanno questo di comune, che nell'uno e nell'altro caso il partito socialista non interviene nella questione della neutralità. In Inghilterra il partito socialista non compie ancora alcuna funzione nella battaglia dei partiti. In cospetto delle meschine differenze che in Inghilterra separano liberali e conservatori, i sindacati possono benissimo rimanersene indifferenti. Per lo meno, si può ritenere come B blioteca Gino Bianco

33 dubbio se essi persistessero nella loro indifferenza politica ove si formasse un partito socialista tanto forte quanto l'uno di questi due partiti borghesi, ove l' attitudine dei sindacati divenisse una sicura garanzia nella questione di chi dovrebbe aver il predominio, il partito · dei lavoratori o l'uno dei partiti capitalisti. Le deliberazioni del Congresso di Londra dello scorso febbraio - di cui abbiamo già parlato - non danno a credere che i sindacati inglesi resterebbero neutrali in codesto caso. I delegati di mezzo milione di operai organizzati hanno deciso, d'accordo coi delegati dei socialisti inglesi, di creare una speciale orga- -------- nizzazione per la scelta dei candidati « che accettano il programma e la tattica dell' agi- ) tàz10ne" operaia e costituiscono in Parlamento ~gr~pospeciale, indipendente dagli altri pii:r°titi politici ». Il comitato esecutivo di co- - -- desto nuovo organo di partito · politico si compone di sette delegati dei sindacati e di cinque delegati delle organizzazioni socialiste. Non si vorrà negare che codeste deliberazioni gettano una luce assai viva sulla neutralità dei sindacati inglesi. Vi è insomma l'inizio Biblioteca Gino Branco )

34 di un movimento operaio politico autonomo m Inghilterra. Quanto ai sindacati" dei padroni, che io sappia, i socialisti non vi son trattati alla medesima stregua dei membri di partiti borghesi. All'opposto, ultramontani, liberali, liberali-nazionali, vi lavorano con perfetto accordo contro i socialisti. Il punto comune della loro politica all'infuori dei partiti, è precisamente la lotta contro il partito socialista. « Il sindacato non deve usar preferenze ad alcun partito », dice la Deutsche Bei·g und Huttenm·beiterzeilung Num. 22 (Giornale dei minatori e dei fonditori tedeschi). Forse che esso crede che i t1·usts dei padroni delle ferriere siano così ben disposti verso i socialisti quanto verso i liberali nazionali ed i conservatori? I ,. sindacati dei padroni osservano soltanto la neu- ,tralità a proposito dei partiti capitalisti, ma nei sindacati operai i difensori della neutralità vogliono che essi nutrano lo stesso amore per i partiti capitalisti che per il partito operaio. Non ci mostra questo, in maniera evidente, quanto zoppichi il confronto fra la neutralità dei sindacati operai e quella dei sindacati dei padroni? B blioteca Gino 81ç1nco

35 Sa,èmo entusiasti della nout,alitS dei sin-1 dacati il giorno in cui l'unione dei padroni di ferriere tedeschi ed il sindacato dei carboni del Reno e della Westfalia tratteranno i socialisti alla stessa stregua degli altri partiti. L' esempio di codeste unioni di padroni; come l'esempio delle « trade-unions » mostra solo quanto siano 1nsignificanti, dal punto di vista della loro attitudine verso gli operai, le differenze politiche che separano i partiti borghesi, ma non prova in alcun modo che un sindacato operaio debba essere animato dalle stesse disposizioni per i partiti borghesi che il partito operaio. Inoltre, i sindacati dei padroni, e in larga misura anche, le « trade-unions » inglesi, sono imprese di affari. I sindacati tedeschi sono qualche cosa di più mercè il partito socialista sotto l'influenza del quale essi si son posti sin qui. Non sono organizzazioni che si propongano unicamente di migliorare la condizione economica dei loro soci, ma se ne prefiggono pure lo sviluppo intellettuale ed a questo fine organizzano ,::onferenze scientifiche, fondano biblioteche, ecc. Biblioteca Gino Branco

I 36 Se i sindacati volessero avere una politica as$olutamente neutrale, dovrebbero rinunciare completamente a codesta missione educatrice. Strobel, a buon diritto, lo ha già rilevato. In Isvizzera, all'epoca della recente campagna a favore della neutralità, uno dei maggiori ostacoli fu la pretesa degli operai cattolici di sopprimere nelle conferenze e nelle biblioteche dei sindacati tutto ciò che potesse urtare un cuore sinceramente cattolico. La trasformazione dei sindacati indipendenti in semplici imprese di affari, sta molto a cuore ai nostri economisti così « morali » ; ma il partito socialista «materialista», non ha il menomo desiderio di vederli a degradarsi così. E tanto meno non vuol vedere i socialisti, di .maggioranza che sono, divenire ..minoranza nei sindacati, e :fintantochè essi saranno maggioranza, la direzi'one dei sindacati resterà nelle mani dei socialisti. Ora i socialisti, se fanno della politica, non possono fare che della politica socialista ; essi possono bene allearsi con operai ultramontani o liberali, ad esempio, per il diritto di coalizione, ma per questo scopo ricorre ·anno ad argomenti sociaBiblioteca Gino Bianco

37 listi, e per la difesa dei loro interessi si rivolgeranno ai socialisti dei corpi legislativi e della stampa. Inoltre, se la direzione dei sindacati cadesse nelle mani dei non socialisti, i sindacati non farebbero mica della politica neutrale, ma bensi della politica anti-socialista. Il partito socialista ha oggidì, in tutte le questioni operaie, una funzione troppo importante perchè un rappresentante dei lavoratori possa rimanere indifferente a suo riguardo. Esaminiamo i due sindacati tedeschi che hanno iscritto la neutralità sulle loro bandiere. La neutralità di uno di essi, il sindacato dei ~fi, è la..neutralità del tipo inglese: riesce perfino, come si può vedere nel suo « organo » ad una dichiarata ostilità verso il partito socialista. La neutralità dell'altro, il sin;_ dacato dei muratori e dei metallurgici, ad una -'fe"ndenza di cui abbiamo già accennato; previene i desideri degli_ operai cattolici o pm esattamente degli operai ultramontani. La politica sedicente neutrale di codesta unione, a ben considerarla, non è che una politica socialista, timida quanto si vuole. Quando si rimB blioteca Gino Bianco

38 provera alla Deutsche Be1·gund Huttena1·beite1·- zeitung il non trovarsi d'accordo colle idee del nostro partito, noi non possiamo unirci a codesto rimprovero, oalmeno la conoscenza che abbiamo del giornale non ce lo consente. Le aspirazioni alla neutralità non vi hanno che un risultato: ed è che le convinzioni socialiste della redazione rivestono forme particolari per non spaventare i lettori. « La neutralità, scrive ad esempio nel suo ultimo numoro il giornale surriferito, vuole che si sia imparziali verso tutti i partiti, anche quando dal punto di vista del sindacato devonsi combattere alcuni dei loro rappresentanti, alcuni degli atti loro ». Per essere imparziali verso tutti i partiti, è necessario di non appartenere ad alcuno. È ciò che non vuole la Deutsche Bm·gund J-Iilttena1·beite1·zeititng, ma allora codesta imparzialità obbiettiva, pei: quanto se ne abbia piena la bocca, è assai mal s_ituata. Il sindacato neutro, dice la Deutsche Be1·g und I-Iuttena1·beite1·zeit1tng, deve esercitare la propria critica non contro i partiti, ma contro alcuni atti determinati dei partiti. •Ma i Biblioteca Gmo Bianco

S9 rappresentanti particolari e gli atti particolari dei partiti non sono fenomeni fortuiti; essi hanno la loro ragione di essere nella natura dei partiti. Ed una politica a lunga portata deve precisamente proporsi, studiando gl' interessi della classe e l' evoluzione storica, di arrivare all'intelligenza delle relazioni necessarie che esistono fra i fenomeni particolari della vita dei partiti. La politica che trascura questo punto, che considera i rappresentanti, gli atti particolari di u1~partito, senza collegarli all'insieme del partito stesso, al suo sviluppo storico, sarà, non una politica neutra, ma una politica ingenua, puerile, ed il raccomandare una simile politica ai sindacati, invece della « politica di partito » è degradare la loro politica, è raccomandar loro di rinunciare nella loro attività sindacale a tutte le conoscenze attinte nella loro attività di partito. Ma ciò non è molto possibile ed allora codesta neutralità non è nei fatti se non il consigliare al sindacato socialista di mostrare una ingenuità politica che realmente non ha. L'articolo di fondo dello stesso numero della Deiitsche Berg und Huttena1·beite1·zeitung li Biblioteca Gino Bianco

40 ce ne fornisce un esempìo: Il nostro compagno Sachse è candidato al Reichstag a Waldenburg, in ballottaggio. Siccome i minatori sono m0lto interessati in codesta. elezione, la redazione del foglio anzidetto ritiene suo dovere lo invitare gli elettori ad eleggere Sachse. Benissimo, ma non è questo un atto di politica di partito? ·No, dice la redazione, poichè essa non ha una parola di raccomandazione per il socialista Sachse, chi essa raccomanda è il minatore Sachse, l'amico degli operai, e se lo raccomanda, non è perchè il suo avversario sia il candidato dei conservatori, dei liberali e degli ultramontani, ma perchè quest'ultimo è anche accidentalmente un nemico degli operai. Essa evita ansiosamente di caratterizzare i partiti ·che hanno proposto codesti candidati; solo questi essa si limita a far conoscere. Questa è I non per tanto politiéa neutra , è politica da struzzo. L' autore dell'articolo di fondo sa benissimo che qualunque candidato socialista, qualunque ne sia il nome e la professione, per il fatto stesso che appartiene a codesto partito, difenderà con più zelo e fermezza i miBiblioteca Gino Bianco

41 natorì che un candidato del centro, fosse pure del centro silesiano ! Ma il dirlo sarebbe fare della politica di partito! La neutralità esige evidentemente che si tenga questo per sè, e che ci si acconci in modo da far credere a una pura combinazione, quando in ùn caso particolare ci si pronuncia per il candidato socialista a cagione delle sue personali qualità. Codesti membri dei sindacati neutri hanno nel cuore, come tutti gli altri compagni, il partito socialista; solo, fanno come l' innamorato del poeta : « Non compromette1'1ni,ragazza mia, non salutarmi per istrada, una volta 1·ientrati in casa nostra ogni cosa si aggiusterà. » Ma poichè le case in cui s1 recano a convegno colla bella ragazza sono aperte a tutti, - Camera dei deputati, luoghi di riunioni pubbliche, ci vuole una grande innocenza politica per credere seriamente che sia possibile non riconoscere la propria « buona amica per istrada». Voler rendere neutrali i sindacati, in fondo, è voler mantenere i sindacati in un perfetto B•blioteca Gino Branco

42 stato di innocenza politica. Codesta neutralità ) consiste semplicemente in ciò: restar neutro in teoria e fare in pratica della politica cli partito. Ci si lascia guidare, nei sindacati, cl.alle medesime idee di partito che fuori dei sindacati; soltanto, nel sindacato si chiama politica operaia quella mecl.esi1~apolitica che si è chiamata politica del partito socialista in una riunione elettorale, e si sostiene qui come un amico degli operai il candidato medesimo che là si raccomanda come un provato uomo di partito. Se le organizzazioni operaie e i sindacati fanno della politica, gli operai organizzati, o almeno i migliori, coloro che hanno una certa maturità politica, faranno costantemente della politica di partito. Se si vuol bandire codesta ' politica dei sindacati, bisognerà trasformarli in semplici casse di Mutuo Soccorso, in pure imprese cli affari. Allora si potrà essere neutrali, ma non necessariamente, poichè vi hanno società di M. S. (malattie od altri accidenti) socialiste, ultramontane, ecc. La politica di partito penetra sino alla midolla delle ossa l'operaio tedesco, è dessa che determina tutte le sue azioni. Biblioteca Gino Bianco

43 È il partito socialista che ha men ragione di ogni altro di voler indebolire nel cu.ore del proletariato il potente interesse politico. I I III. È Elm che, m ultima analisi, ha tentato di esporre la p~litica della neutralità dei sindacati fuori di ogni partito. Questa politica dev'essere : « una politica pratica di attualità», « una pura politica d'interessi, non una politica di partito». Questa è precisione, sovrattutto quando è stampato a lettere di scatola; ma quando vi si guarda più da vicino, si riconosce che anche si presta a tante interpretazioni quanto la « politica operaia». Vanamente si cerca quale opposizione vi sia tra « politica di partito » e « politica pratica di attualità» o« pura politica d'interessi». Non può un partito fare codesta medesima politica, e non fa il partito socialista della politica d' interessi, della politica di attualità, quando si occupa degli interessi immediati degli operai? faceva altra politica quando interveniva a faB blioteca Gino B,anco )

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==