Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

contro l'aumento delle spese militari, quando avverti che se quella corsa al riarmo era diretta contro l'Italia, era bene che si sapesse che l'Italia per i socialisti austriaci era « l'incarnazione dell'unità e della libertà di una nazione entro i ·suoi confini naturali » e che essi si sentivano·« un'anima sola coi [loro] fratelli italiani » 71 ; o ancora nel discorso di Pittoni alle Delegazioni austriache del 16 novembre a difesa dei buoni rapporti con l'Italia, e nell'altro tenuto al consiglio comunale di Trieste il 14 gennaio 1913, che fu una esaltazione dell'internazionale proletaria su ·cui fondare l'affratellamento dei popoli 72 • Ancora 1'8 gennaio 1914 il gruppo parlamentare socialista italiano proponeva a quello francese una conferenza socialista italo-franco-austriaca per studiare i mezzi atti ad eliminare le ragioni di conflitto tra i governi dei tre paesi; la richiesta, trasmessa al Bureau Socialiste International, vi fu accolta con scarso entusiasmo, e cadde infine, dopo la risposta della segreteria del partito socialista austriaco che, ottimisticamente, dichiarava di non ravvisare, in quel momento politico, alcuna minaccia ai rapporti italoaustriaci 73. Simili iniziative potevano ancora trovare riscontro nel pacifismo di ispirazione turatiana che dominava il PSI, ma ·senza potersi però piu tradurre nella ripresa di un dialogo, paralizzato com'era il ·partito dalla emorragia ·di forze a destra e dalla rimonta degli intransigenti di sinistra, del tutto impreparati - col loro rivoluzionarismo verbale - ad inserirsi nella nuova situazione. D'altronde, erano voci e iniziative sul punto di essere smentite dalla lezione dei fatti che stavano trascinando l'Europa verso il piu sanguinoso dei conflitti fino allora vissuti. In seno alla socialdemocrazia europea il principio della « difesa della patria» prorompeva dalle indebolite maglie della coscienza internazionalista: si .smarriva la dimensione mondiale della causa proletaria, la lotta nazionale accantonava quella di classe, disorientando ancor piu il pacifismo delle masse proletarie, troppo abituate al lungo esercizio· della prassi legalitaria e collaborazionista, per essere mobilitate rivoluzionariamente - all'ultima ora - contro le estreme scelte politiche della classe dominante. Renato Monteleone 11 Cfr. Arbeiter Zeitung, 26 giugno 1912; Il Lavoratore, 26 giugno 1912. 12 Cfr. Il lavoratore, 27 novembre 1912, 14 gennaio 1913. 73 Cfr. G. Haupt, Le congrès manqué, L'Internationale à la veille de la première guerre mondiale, Paris, Maspes, 1965, p. 66. 42 BibliotecaGino Bianco

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