Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

tervento. In questo marzo del 1915, per di piu, la posizione di Serrati veniva compiutamente definendosi, sicché, fin da allora, possiamo notare le stesse incertezze e gli stessi dubbi che lo coglieranno in seguito. Se infatti egli si era già rivelato critico infaticabile della politica del Gruppo Parlamentare Socialista ora, dopo le violente proteste di febbraio, egli è costretto a pronunciarsi con maggior chiarezza sui'propri intendimenti rivoluzionari, sulle reali capacità che egli riponeva sulla classe operaia, sui compiti che intendeva affidarle. Cosi, mentre ai primi di marzo (con l'azione anglo-francese, volta a forzare i Dardanelli) la Kuliscioff si era definitivamente convinta che l'Italia non avrebbe potuto tenersi fuori dal conflitto, Serrati si dava ad un'infaticabile opera di comizi e private assemblee per meglio sensibilizzare, e ascoltare in pari tempo,« il polso delle masse». Il 13 finalmente si pronunciava ed in una lettera ad A. Della Seta, da poco dimessosi per l'atteggiamento incerto del Partito, scriveva: « Non crediamo che il Partito possa allo stato dei fatti, determinare già fin d'ora quale dovrà essere la sua linea di condotta negli avvenimenti che si vanno maturando. Il partito non può consigliare ora né lo sciopero generale né qualsiasi forma di violenza; ma non può legarsi le mani sconsigliandolo ... Noi, ad ogni modo, riaffermiamo il concetto già a parecchie riprese accennato. Non siamo scioperisti per partito preso. Ma se le circostanze aiutassero e se le folle scendessero in piazza, il Partito dovrebbe approfittare delle circostanze ed essere colle folle ». Poste tali premesse, il direttore dell'Avanti! conclude: « Né conigli) né leoni; e soprattutto: nessuna dedizione come nessuna debolezza » 199 • È una formula che non solo sta, ancora una volta, a ribadire l'atteggiamento di sostanziale incertezza, ma preannuncia .straordinariamente le stesse e invariate posizioni del massimalismo italiano nel dopoguerra. Facilmente scorgiamo, insomma, nell'imperativo del momento (« né conigli) né leoni ») lo stesso invito che si ripeterà identico quattro anni piu tardi: « né colpi di mano, né soverchie lentezze » 200 • Intanto la propaganda di Serrati proseguiva indefessa: il· 12 aveva parlato al Circolo Socialista Milanese; il 14 - riporta la Prefettura di Mi-. lano - « arringava nell'atrio del Municipio un gruppo di turbolenti » 201 ; si recava in provincia: il 18 - sempre secondo le relazioni del Prefetto di Milano, Panizzardi, al Ministero degli Interni - parla a Turno e Greco Nlilanese a un « centinaio di individui, in gran parte anarchici e teppisti » 202 poi dispersi dall'intervento dei Carabinieri. .Alla base di quella sua intensa vita di militante ed attivista v'era un profondo credo, ch'egli stesso rivelava dalle colonne del giornale: 199 Cfr. la risposta ad A. Della Seta in Avanti!, 13 marzo 1915. 200 Cfr. Una lettera inedita di Serrati a Lenin, cit. 201 ACS, Casellario Politico Centrale, « G.M. Serrati», in data Milano, 14 marzo 1915. 202 ACS, Direz. Gen. P.S., AA. GG. e RR., Conflagrazione Europea 1914-1918, Agitazioni pro e contro la guerra, pacco Milano, telegramma firmato Panizzardi, in data Milano, 18 marzo 1915. 139 BibnotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==