Giuseppe Piccinini - I mille di Marsala

I Mille di Marsala 21 Non c'era nn momento di tempo da, perdere. Bisog-na.v .1. app•·otìttar·e d t quel momento di forzata inazione da parte d~t borbonici per effdttuare Jo sbarco. . Sa.l vatot·e CasTjglia, accompagnato d~i.l m~r·inato Andrea Roasi, si slrtncia in una barca e comin ~la a girar·e ' attorno per il porto, costringendo tutte le barche che trova a recarst pre ~so il Piemonte ed il Lvmbardo a prendervi gli uomini, le arm ', Je munizioni, tutto insomma ciò che si deve tr·aspor·tar·e in ter·ra. E Ie barche si recano àd ese~uire il trasporto. Primi a S t~ender·e sono i Carabinieri Genovesi che vanno a collocarsi alla punta del molo per proteggere Jo sbarco. Poi mano mano, seguo oo le compagnie, infine l' artiglieria; le ar-m1, le mun 'zioni. Salvatore Ca.;tiglia rimase l' ultimo, assieme al marinaio Ro~si. Quando a bor·do non ci fu più ntJlla da portar via, per non lasciar cadere i due V:l por•] in mano del ne~U;ÌCO, ,il Casti~lia fece aprire dal Rt)Ssi i rubinetti che mettono in comunicazione le macchine con le acque del mare. Avevano quei due prodi avuto appena il tempo di mettere piede a terra, che tuLto 11 purto fu scosso da u.u terr.1bite scoppio. Era una fianconata dello Str·ornboli, che apriva il fuoco, sui l.~gni abbandonati e 1n proc1.uto di colare l\ tondo. E~co ora che cosa era avvenuto. L' uftìciale bor·bonico che era~i recato a bo,.do dell'Intrepido non vi aveva trovato il comandante Marryat, che insreme al capitano della corvetta l'Argo, Igram, e · ad alcuni uf.tìci~li,. era sceso in terr~.

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