Clara Zetkin, Henryk Walecki - Il Partito socialista italiano sulla via del riformismo

- 11enunciando la loro concezione riformistica fino al col• laborazionismo con la massima conseguenza logica e con franchezza e lealtà addirittura brutali. La sostanza delle loro esposizioni non era un umile balbettare: • il Partito dovrebbe tollerarci, se anche siamo rifÒrmisti •; no, essa affermava senza ambiguità: • Il Partito deve tenerci nelle sue file, perchè siamo riformisti_ e collabo• razionisti. ~oi abbiamo coscientemente preceduto l'evoluzione del Partito; il nostro atteggiamento verso la borghesia, la nostra rinuncia alla rivoluzione divente• ranno la direttiva e la tendenza del Partito. Noi riformisti facciamo coerentemente, coscientemente e senza paroloni rivoluzionari, ciò che il Partito nel suo complesso faceva incoerentemente ed inconsapevolmente in singoli casi già prima, e che dopo Livorno fa in crescente misura, se anche con la maschera di una fraseo• logia rivoluzionaria. Se il Partito, quale esso oggi appare, prosegue conseguentemente la sua strada, esso sboccherà con noi nel Millerandismo •. I massimalisti unitari non hanno ripagato questo chiaro e fiero linguaggio con uguale moneta. Essi non sono venuti col riformismo ad una resa di conti generale, ampia profonda e che apriss~ una larga prospettiva. È vero che essi hanno sottoposto ad una aspra critica alcune manifestazioni riformis.tiche della frazione di Reggio Emilia, che con parole grosse ·si sono dichiarati contrari alla teoria ed alla prassi del rifor• mismo e tanto più del collaborazionismo; ma i grandi, eloquenti avversari del riformismo gettarono a mare la logica del pensiero e la coerenza politica, non appena si trattò di trarre le conseguenze delle loro · vìolente requisitorie contro Turati, Treves e Modigliani. Invece di porre il postulato inderogabile della rottura definì· tivn del Partito con la frazione di Reggio Emilin, B blioteca Bianco

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