Niccolò Tommaseo - La pace e la confederazione italiana

- (52 ) - pericoli. Pereh è, nel suo accorgimento, egli non pu~ò certan1ente jgnorare che . i nostri pericoli sono s~oi ;, che lasciando aggravarsi , i mali nostri che da lui speravano alleviarnento, non si alleviano perciò le sue cure, n è anc~o le cure del potentato, cql quale egli stringe la pace. Da ultii?o mi pareva no.n , tanto dovuto ·alla politica e all'urbanità quan~o alla ripoooscenza e al presentimento dell' avvenire il f~r me,nzione dell'oro e q.el .sangue eh~, ha per l'lt~lia versati la Francia; oro e sangqe che, comunque volgano le sorti per ' ora, non rimarranno infecondi. Or ecco lo sqritto intero·. E s'intende che, in mio proprio nome, avrebbe altro tenore. • l l l l , . ' ,. l, ' . /iJ .,. .... ( ·,' ' ' l '

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