Francesco Domenico Guerrazzi - La torre di Nonza

l.\ 'l'Oli HE Ul NO.'iZ.\ potent mancm·c di mellerc subito cartacce in (avola . « Intanto egli ed 0l'soantò avevano pr·cso a passeg· gim·c, quesli da un lato e quegli dall'altro di su e eli giù pel prato davanti casa, ed ognuno se la molinaYa a modo suo: dopo molte gir·avolte ambedue conehiudcvano : = Ostacoli non cc ne ponno esscr·c . . , non cc ne hanno ad essere . . . e non ce ne sono. = Agevole cosa sarebbe stato indovinare 11llando venivano a questa parte finale delle loro meditazioni perchè due o tre volte scuotevano la testa dall'alto al basso, e picthianno forte la destra dentr·o la sinistra mano; però tonsideravano adesso non senza inquietudine pr·olungarsi il colloquio della madt·e con la figliuola , il quale a vero dir·e non empiva ancora la misura del convenevole, ma tmboccava quella della loro impazienza; e la pet·plessitù to1·nava importuna a molestare prete Settembre come la mosca sul naso, Orsoantò quasi pulce dentro la calza. Come piacque al Signore s'intese finalmente stt·cpito di passi, c subito dopo comparve Angiolamaria che sosteneva la Catalina, la quale in atto di ecce ancilla Domini, con orchi bassi c piccola voce favellava acl Ot·soantò: = Mio reverito padre e signore: la vostra figliuola non conobbe mai c non conosce adesso più bel contento di quello che obbedire a quanto piace a voi. = « Orsoantò sentendosi prorompet·c le lacrime agli occhi finse starnutire, c voltò il capo altrove per •buttarle via inosservate; ·non consentendo il decoro, che figlio còrso Yeda il pianto eli còrso genitore. Quanto a pt·ete Settembre qnasi fosse in chicsn, a voce piena incominciò a cantm·c: = Gloria in e.xcelsis /)eo , iu tetm pa;x· lwminihus fHmm 1·ol rm f(/ti.~. =

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