Francesco Domenico Guerrazzi - La torre di Nonza

LA TORRE DI NONZA Gl quel certo cavaliere portarla con una sna novella a cavallo ebbe a pregm·e il fastidioso raccontatore a volerla rimettere a piedi (29). = Orazio intanto strappando allorno erbette e fiori ne aveva fatto un manipolo, e al fine delle sue parole lo gettò in faccia· a 1\lamerto dicendo: = Piglia , e quando ti verrà la noia di udire, tu potrai mangia1·e. = Poi subito temendo il rimbecco proseguì: = Arrivo a Canari, mit·abilissimo fra tutti i paesi del Capocorso con buona licenza di Centuri. In vero Centul'i , che a mano mano ·si lascia sdrucciolare ve1·so la 'ma1·ina richiama alla mente un gentiluomo ft·ancese ai tempi di Luigi XlV, il quale voltate le spalle alla sua provincia si avviava a Versaglia per umiliarsi al gran re, mentt·e Canari se ne sta sop1·a l'arduo scoglio, come il pennacchio in vetta al cimiero; Centuri mercè la pecunia, Dio sa come raccolta , dai suoi Ame,·icani, si è lavato il viso con la calce, si è messo le pe1·siane, quasi vetri verdi su gli occhi, per moderare la luce sovm·chia; Centuri insomma rassomiglia al villano azzimato da festa ; Canari sembra una statua scolpita col suo mantello di pietra ; e perchè tu, Mamerto, riprendendo la intemperanza delle mie similitudini non abbi a di1·e ch' io le caccio giù a catafascio ~enza ordine come senza discernimento, paragonando il medesimo oggetto dopo poco interYallo di scrittura ora ad un gentiluomo ed ora . ad un ' 'iiJano, io ti certifico averlo fatto a posta , imperciocchè, ai tempi che corrono, Lt·a un villano, ma dei bagnati c cimati, c un gentiluomo passa minore distanza di quella che 'pensi, e chi lo prova lo ct·cde. Canari sta aperto dinanzi al mare di occidente come un ventaglio; egli raccoglie tutti gli addii che il sole manda quoti8

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