Francesco Domenico Guerrazzi - La torre di Nonza

LA TOHH~ DI NO~ZA 'i tanto vero} slwacciansi a n\aledire qualunque nel meùesimo hrago non s' imbrodoli. Ecll'artc da apprendersi cotesta in fè di Dio! Egregio ufficio di scrittori alunni delle Gmzic c delle 1\lus.e ! In Italia , eh' eglino tanto ignorando vilipendono, o sapendo calunniano; in Italia , l'uomo mcmore della dignità sua innanzi t!'atlo s'ingegna affaticarsi in benefizio della Pat1·ia con le opere mili~ tari, o nelle hisogne di Stato ; dove questo gli venga conteso, con la penna , la quale soltanto ha virtù se cospil'i a prov\·ederc alla massima delle necessit à pa· t1·ie, la quale per noi figliuoli degenerati del senno e del valore antichi consiste nel bene adoperm·e la li - bei·tù dentro , e di fu01·i le armi . I..a i·cgola migliore dell'arte è quella.appunto che manca1 c non poteYa trorarsi nella poetica eli Orazio cortigiano d'Augusto, la magnanimità dci sensi, dei detti e dei gesti, per· la quale eosa, tutta estetica di yal01·oso scrittore ital iano adesso eonsista in questo: acccndet·e i petti all'abboi'rimcnto di qualunque vilezza , ai gaudii della contenzione cont ro l' errore, alla voluttà di spirare l' anima in un g1·ido di vittoria. Comprendo ancoéa io, che cesseranno un giomo questi acerbi bisogni, anzi lo desidei·o , cd allm·a i nosld scritti saranno buttai i fuori della finestra comr le medicine guarito il male. Oh! Dio volesse che l'andasse così, e fosse anco subito non mi parrebbe tosto abbastanza. E chi siamo noi pe1· adontarci dell' oblio? Eene altri di noi più degni serissero col dito tinto del p1·oprio sangue sul campo di battaglia un testamento di odio c eli amore del pari immortali, c la morte gli abbandonava interi all'oblio, anime, corpi, c nomi, c memorie, e t'utto. Però la ' 'Ìrt.ù dei singo li ereditaya un ente, che non mum·e mai, nn ent e che ultimo inquilino di qnr~to mondo ne consrg-nrril le chi:l\ i i11

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